Volontariato in Caritas Veneziana

“Come vorrei una Chiesa povera per i poveri”
Papa Francesco


Tutte le attività dipendono dal lavoro quotidiano di molti volontari, che con abnegazione e spirito di servizio si impegnano nelle varie strutture per far sì che gli ospiti possano sempre trovare un luogo accogliente, un sorriso, una parola, ma anche un pasto caldo e una doccia pulita.


Si invitano quanti desiderano avere informazioni sulle attività delle strutture o vogliano impegnarsi come volontari, a scrivere a: segreteria.caritas@patriarcatovenezia.it o visitare la pagina Instagram @caritasveneziana.

I seguenti documenti sono necessari per la presa in servizio del volontario:

Richiesta di diventare volontario in Caritas Veneziana

Caritas Italiana Codice Etico

Modulo di adesione al Codice Etico

Informativa Privacy Caritas Veneziana


AMBITI IN CUI PRESTARE SERVIZIO

DORMITORIO

  • Casa d’accoglienza Papa Francesco (accoglienza al maschile), via Mameli, 37/m – Marghera (VE)
  • Casa Bakhita (accoglienza al femminile), Castello – 2616, Venezia

MENSE

  • Mensa Casa d’Accoglienza Papa Francesco, via Mameli, 37/m – Marghera (VE)

  • Mensa Casa d’Accoglienza S. Giuseppe – Muneghette, Castello, 2616 – 30122 Venezia

SCUOLA DI ITALIANO

  • Centro Papa Luciani, via Querini 19/A – 30172 Mestre (VE)

CENTRO DI ACCOGLIENZA STRAORDINARIA (CAS)

  • Castello – 2129, Venezia

CENTRI DI ASCOLTO (CDA)

  • Via Querini 19/A – 30172 Mestre (VE)
  • Castello, 2616 – 30122 Venezia
  • Collaborazione Pastorale del lido “Cenacolo Pastorale”, Riviera S. Maria Elisabetta, 3 – 30126 Venezia Lido
  • Via don Berna, 3 – Marghera (VE)

Riflessioni e caratteristiche portanti sul volontariato (da Caritas Italiana)

Gratuità – Dono
L’aiuto “donato” produce in chi lo offre e porta a chi lo riceve un messaggio positivo sulla sua vita: chi dona infatti investe senza tornaconto e a fondo perduto su un’altra persona e sul suo cammino di vita.
La capacità di donare ci libera dal dilagare delle logiche economiche del profitto e del tornaconto “esclusivo” ed “escludente”.
Il Donare evidenzia la libertà di poter disporre di se stessi e delle proprie risorse per un bene che, non essendo particolare o esclusivo, è un “bene comune” al quale si ha la possibilità di contribuire.

Altruità – Terzietà
Agire per il beneficio di altra persona non facente parte del proprio ambiente, implica il riconoscimento:
– del valore di ogni altra persona;
– dei molteplici interessi comuni tra noi e gli altri;
– della possibilità di intervenire positivamente sul destino di altre persone.
Agire a favore di un altro non implica lo stare su un piano superiore nei suoi confronti; è invece possibile farlo esortando contemporaneamente l’altro ad essere, a sua volta, risorsa per altre persone (reciprocità indiretta).
Anche le organizzazioni di auto-aiuto e di mutualità, sebbene concepite per una reciprocità diretta, possono aprirsi, e spesso si aprono, all’aiuto di persone non appartenenti alla propria cerchia.

Relazione d’Aiuto (condivisione – prossimità)
Ogni esperienza solidale del volontariato implica il contatto tra chi offre l’aiuto e coloro che se ne possono avvalere a partire da una condizione di disagio-bisogno. Tale relazione, con le componenti essenziali che essa richiede (ascolto, accoglienza, valorizzazione dell’altro…) costituisce e costruisce dimensioni sociali spesso carenti e faticose all’interno degli orientamenti e comportamenti della cultura dominante.
Il prendere in carico, condividendo nella prossimità e nella quotidianità i disagi e le risorse per affrontarli, induce gradualmente l’acquisizione di stili di vita e di comportamento che ricostituiscono e consolidano un tessuto sociale spesso disgregato e frazionato.
La relazione che scaturisce fra persone in difficoltà e persone che si spendono gratuitamente nelle problematiche del disagio, accompagnandosi al cammino di vita di coloro che ne portano il peso, ha delle caratteristiche particolari legate al senso di fiducia e alleanza richiesti da un “donare solidale”. Tale relazione integra e qualifica gli interventi degli operatori sociali professionali, soprattutto attraverso gli speciali livelli di confidenza che in essa si sviluppano.
Proprio per questo la dinamica di dono che si sviluppa a partire dall’impegno di volontariato supera la condizione dello scambio reciproco e dell’ambito donatore beneficiario, inducendo benefici diretti anche al contesto sociale di riferimento e non necessariamente reciproci.

Promozione Umana
L’attenzione all’altro alla sua specificità e al suo valore si esprime soprattutto nell’investire, gratuitamente, a fondo perduto, per il suo bene più autentico e realisticamente desiderabile. È, pertanto, necessario che l’altra persona sia aiutata a recuperare il protagonismo sulla propria vita attraverso un servizio “promozionale” che punti alla sua piena realizzazione.
È quindi importante che il servizio dei volontari non alimenti situazioni di dipendenza che pongano i beneficiari nella necessità continua ed esclusiva del loro volontariato.
Promuovere il protagonismo di chi è nel disagio non punta tanto a sviluppare un’autosufficienza che precluda successive relazioni di solidarietà ma, piuttosto, a promuovere un’interdipendenza basata su dinamiche di solidarietà in cui ciascuno esprime i propri doni e le proprie specificità. Da questa scaturiscono più facilmente quei servizi innovativi e profetici che spesso rinnovano e ricodificano gli assetti ordinari dell’intervento sociale.
Il superamento di ogni assistenzialismo si basa, infatti, sul ricercare e rimuovere le cause (personali, istituzionali e culturali) che portano le persone nel disagio, anche attraverso il loro protagonismo. Infatti, oggi più che mai è necessario che qualsiasi forma di intervento sociale garantisca a chi è aiutato, soprattutto se proveniente da storie di esclusione sociale, un contesto significativo di accoglienza e di valorizzazione. Il volontariato opera anche per promuovere fraternità e inclusione sociale attorno a chi è “escluso”
La formazione dei volontari e dei responsabili delle organizzazioni è pertanto un presupposto fondamentale che in un cointinuum adeguato ai mutamenti delle prassi e dei contesti operativi accompagni la maturazione umana, sociale e lo sviluppo di competenze dei volontari e, soprattutto, le mutevoli esigenze dei destinatari degli interventi e delle finalità perseguite.

Libertà e Autonomia
L’intervento gratuito, per il “bene” di una persona, famiglia o collettività non strettamente appartenente alla propria cerchia, offre al volontario ed alla sua organizzazione una posizione privilegiata nel dialogo con il territorio e con le sue istituzioni.
A differenza di molte altre organizzazioni il volontariato può non dipendere dalle risorse di un finanziatore o da legami di mutualità e reciprocità. Ciò mette in grado i volontari di potersi confrontare, a partire da una coscienza critica libera e costruttiva, con tutti gli attori sociali di un territorio.
Tale autonomia permette inoltre al volontariato di poter offrire e collocare i propri servizi con ingegno e creatività in qualsiasi punto critico delle reti solidali già operanti in un territorio e/o nei loro punti deboli

Solidarietà – Servizio
Questa dimensione, riconosciuta come dimensione portante del volontariato, è comunque condivisa con molte altre esperienze. Nel volontariato però lo Stato riconosce un contesto in cui essa si sviluppa in modo particolarmente significativo, essendo fondamento di ogni aggregazione sociale ed istituzione sociale (L.266 e Sentenza Corte Costituzionale relativa all’art.1).
Il significato ultimo di questa dimensione sta nel riconoscere e nell’investire per rispondere ad un comune retaggio umano di problemi sociali, disagi e povertà. Fattore che sta alla base di ogni sviluppo o ricostituzione della famiglia umana nel suo complesso.
In special modo, così operando i volontari assumono un particolare peso negli adempimenti, previsti all’art.4 della costituzione, finalizzati a concorrere allo sviluppo sociale e civile del paese.

Responsabilità
La finalità promozionale e sociale di ogni impegno di solidarietà si basa su un senso di responsabilità che si viene mano a mano sviluppando nella persona e nella storia del volontario. A partire dall’attenzione al vero bene dei destinatari, che implica formazione, ascolto, empatia e maturità umana, i volontari acquisiscono una particolare capacità di discernimento e di vigilanza anche verso l’uso di se stessi e l’onere richiesto al proprio contesto familiare e professionale.
La maturazione di questo senso di responsabilità porta progressivamente il volontario a percepire il disagio altrui come un disagio della propria realtà sociale, lottando contro il quale si lotta in realtà per la qualità della vita di tutti, inclusa la propria.
In una fase avanzata di questo processo di maturazione, spesso i volontari percepiscono sempre più i problemi degli altri come “propri”, così come quelli delle istituzioni e del proprio contesto sociale.

Animazione e Promozione Culturale
Nell’ultimo decennio si è resa sempre più palese l’incidenza, sulle condizioni di disagio sociale e soprattutto nei confronti dei destinatari dei servizi di solidarietà, delle dinamiche di emarginazione e di rifiuto verso persone in difficoltà. I volontari colgono ormai con crescente sensibilità, la necessità di creare attorno alle persone aiutate veri e propri contesti di accoglienza, valorizzazione e inserimento sociale, in spirito di fraternità.
Questo impegno incontra le molteplici resistenze di un diffuso atteggiamento culturale di diffidenza, paura, rifiuto e penalizzazione di chi ha sbagliato. Ne deriva una nuova frontiera di impegno solidale rivolta non più e soltanto a chi è in difficoltà, ma a rimuovere i limiti e le difficoltà culturali della gente comune: dei membri della stessa società di appartenenza dei volontari.
Il volontariato infatti, a partire dal suo approccio con la realtà è in se stesso paradigma di cambiamento culturale sociale e istituzionale. Si muove infatti intorno ad una condivisa sensibilità verso il raggiungimento del “bene comune”, che poi trasmette alla società attraverso la sua opera.
In questa faticosa costruzione di nuova cultura, spesso condotta attraverso la proposta di gesti di solidarietà quotidiana alla gente comune, i volontari necessitano di spazi propri di aggregazione e di elaborazione dei loro messaggi culturali.
Si rilevano in questo senso utili le grandi reti di aggregazione di volontariato e le funzioni promozionali e formative espresse dalle diverse agenzie di servizio al volontariato.

Missione – Vocazione
Ogni esperienza di volontariato ha una specificità che deriva sia dal contesto a cui si rivolge che da coloro che la praticano in un determinato tempo, luogo, e con determinate risorse. Ma quello che maggiormente incide a rendere valore aggiunto ad ogni esperienza è lo scopo e l’indirizzo dell’agire dei volontari.
Gli obiettivi e le finalità che i volontari di una organizzazione perseguono scegliendo particolari contesti di solidarietà, denotano una speciale “missione” che l’organizzazione assume nel quadro della solidarietà organizzata del territorio.
Questa missione-compito che caratterizza ogni organizzazione di volontariato, è spesso vissuta dai singoli volontari come un “mandato” consegnato alla loro competenza dagli stessi contesti di disagio ai quali si rivolgono. Questo mandato, in una prospettiva di cultura cristiana, è la manifestazione concreta di una chiamata-vocazione insita nella stessa realtà sociale e nelle sue contraddizioni.