“Ministeri istituiti, a servizio della Chiesa”: ecco il testo della nuova lettera pastorale del Patriarca

Ministeri istituiti, a servizio della Chiesa

Lettera del Patriarca

“Ciascuno, secondo il dono ricevuto, 

lo metta a servizio degli altri, 

come buoni amministratori 

della multiforme grazia di Dio” 

(1Pt 4,10) 

 

 

Carissimi,

sappiamo da sempre e ogni giorno sperimentiamo – nella molteplicità e complessità delle nostre vicende umane – che la Chiesa è e rimane un “corpo” unitario, il cui capo è Cristo stesso, e in questo “corpo” risultiamo tutti legati gli uni gli altri, in modo realissimo, pur nella varietà e nella distinzione dei ministeri e dei carismi donati e affidati a ciascun membro per il bene di tutti.

Come ha sottolineato il Concilio Vaticano II, in questo “corpo” – che è la Chiesa – Cristo “continuamente dispensa i doni dei ministeri, con i quali, per virtù sua, ci aiutiamo vicendevolmente a salvarci e, operando nella carità conforme a verità, andiamo in ogni modo crescendo verso colui che è il nostro capo” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium n.7).

È, questo, anche il dinamismo che connota il Cammino sinodale che stiamo vivendo e che vuole rendere ancora più esplicito il comune guardare di tutti i fedeli – pastori, laici e consacrati – alla persona di Gesù Cristo (Uomo per gli altri), meta a cui deve pervenire ogni percorso ecclesiale che è caratterizzato e sostenuto dalla fede in Lui.

Si tratta di esprimere il volto pieno della Chiesa, comunità di coloro che, con il sacramento del Battesimo, hanno ricevuto il dono della grazia e, insieme, l’impegno e l’invito ad assumere e condividere la fede ricevuta e da annunciare e trasmettere continuamente, anche a partire dalla disponibilità ad esercitare varie forme di ministerialità, tutte poste a servizio della comunità ecclesiale e sempre in vista dell’evangelizzazione.

La Chiesa, quindi, è quel “noi”, quel soggetto comunitario, che viene prima dei singoli “io”. Innanzitutto la Chiesa è di Cristo, è la sua sposa, è il suo corpo e, poi, è anche nostra, in quanto noi siamo in Cristo. E la vera ricchezza del cristiano – su cui fioriscono le differenti e complementari vocazioni del popolo di Dio – è il Battesimo da cui deriva, appunto, la grande realtà e il sommo onore di essere e poterci chiamare cristiani (cfr. Gregorio Nazianzeno, Discorsi, 43, 15. 16-17. 19-21; PG 36, 514-523).

Tutto ciò si innesta e si realizza nella Chiesa particolare che è “porzione della Chiesa Cattolica sotto la guida del suo Vescovo (…), soggetto dell’evangelizzazione, in quanto è la manifestazione concreta dell’unica Chiesa in un luogo del mondo, e in essa è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica. È la Chiesa incarnata in uno spazio determinato, provvista di tutti i mezzi di salvezza donati da Cristo, però con un volto locale” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium, n. 30).

La bella immagine del battistero della nostra amata basilica cattedrale di S. Marco – che accompagna questa lettera – vuole racchiudere e indicare tale legame che ci rende Chiesa e nella comunione con il Vescovo – che “deve essere considerato come il grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in Cristo” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione sulla liturgia Sacrosanctum Concilium, n.41) – riunisce tutti coloro che a partire dal Battesimo sono stati in Cristo rigenerati e salvati, oltreché chiamati alla ministerialità.

Con il Motu proprio “Spiritus Domini” del 10 gennaio 2021, Papa Francesco ha recentemente modificato il can. 230 § 1 del Codice di Diritto Canonico aprendo l’accesso anche delle persone di sesso femminile ai ministeri istituiti del Lettorato e dell’Accolitato.

Il 10 maggio 2021, col Motu proprio “Antiquum ministerium”, il Papa ha poi istituito per la Chiesa universale il ministero laicale del Catechista ed ha, quindi, stabilito che uomini e donne possano svolgere questo importante servizio – peraltro già esercitato generosamente e spontaneamente per il passato – che arricchisce la stessa vita dei battezzati.

Papa Francesco, nell’anniversario dei cinquant’anni del Motu proprio di san Paolo VI “Ministeria quaedam”, avverte la necessità – nell’attuale contesto sinodale – di ritornare sul tema dei ministeri ecclesiali affermando l’opportunità di “condividere la ricchezza delle esperienze ministeriali che in questi cinquant’anni la Chiesa ha vissuto sia come ministeri istituiti (lettori, accoliti e, solo recentemente, catechisti) sia come ministeri straordinari e di fatto” (Papa Francesco, Messaggio del Santo Padre nel cinquantesimo anniversario della lettera apostolica in forma di Motu proprio di san Paolo VI “Ministeria quaedam”, 15 agosto 2022).

La nostra Chiesa particolare accoglie con gioia le indicazioni di Papa Francesco e continua il cammino che, quasi cinquant’anni fa, fu indicato profeticamente dal beato Giovanni Paolo I – il nostro Patriarca Albino Luciani – che nell’ormai lontano 1976, a Venezia, istituì a livello diocesano la celebrazione del “Mandato” dei catechisti.

Egli, d’altronde, valorizzò sempre il ministero del catechista, sia da prete, sia da vescovo ed anche nei 33 giorni in cui esercitò il ministero petrino. Si adoperava soprattutto affinché la fede fosse annunciata e trasmessa non genericamente ma con metodo, esprimendo la bellezza delle verità salvifiche con stile immediato, chiaro e accessibile a tutti.

Alla luce di quanto richiesto da Papa Francesco, la Chiesa che è in Venezia intende iniziare un percorso che conduca sia le collaborazioni pastorali e le parrocchie, sia le persone consacrate e le aggregazioni laicali ad intraprendere – in spirito sinodale – un cammino di discernimento e formazione per l’istituzione del ministero del Catechista.

A tale proposito siamo invitati a guardare, con vera ammirazione, anche alla grande tradizione dei catechisti nelle Chiese d’Africa e il ricordo, qui, corre alla nostra missione di Ol Moran, in Kenya, dove i catechisti svolgono un ministero non solo prezioso ma essenziale nella vita delle 21 piccole comunità che sorgono e sono diffuse su un vasto territorio che dista anche molte ore di strada dalla parrocchia di S. Marco.

Il Cammino sinodale richiede di essere disposti ad imparare dalle Chiese più giovani, dove il soffio dello Spirito Santo sembra essere accolto più di quanto avviene nella nostra vecchia Europa che è certamente all’avanguardia nell’ambito della tecnica e della scienza ma è pure così affaticata e lenta nel percorrere le vie del Vangelo.

Albino Luciani, già a Vittorio Veneto e successivamente anche a Venezia, si prodigò anche per attuare la riforma liturgica in autentica fedeltà al Concilio Vaticano II, a partire dai principi ispiratori e dischiudendone le ricchezze. La liturgia era, per lui, origine della testimonianza e dell’impegno nel mondo: “La preghiera liturgica…, se ben fatta, ci unisce tra di noi, ci unisce più intimamente a Dio, ci allena ad un’azione decisa e in profondità” (Patriarca Albino Luciani, Omelia per la festa della Madonna della Salute, 21 novembre 1976).

È quanto il Santo Padre Francesco chiede, anche oggi, nella lettera apostolica “Desiderio desideravi” sulla formazione liturgica del popolo di Dio promulgata, il 29 giugno 2022. Risulta così opportuno riscoprire e riproporre – in vista della loro istituzione – i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato affinché la nostra Chiesa diocesana possa crescere in tale ambito così significativo, vivendo compiutamente la liturgia secondo lo spirito del Vangelo e in grado di camminare al meglio lungo le strade del mondo percorrendo le vie della vera santità.

Carissimi, Vi scrivo allora per invitarvi a considerare tutti insieme – presbiteri, diaconi, persone consacrate, fedeli laici, in modo particolare nei Cenacoli, chiamati a costituire e rappresentare la pienezza del soggetto ecclesiale (cfr. Francesco Moraglia, Se la Chiesa non assume i sentimenti di Cristo, pagg. 31 e seguenti, Venezia 2016), e con i Consigli pastorali parrocchiali – l’opportunità di individuare donne e uomini stimati e giudicati idonei dalla comunità perché possano essere debitamente preparati a ricevere questi ministeri a servizio delle collaborazioni parrocchiali e delle parrocchie.

Per aiutare ad avviare e a motivare questo cammino è opportuno condividere alcune caratteristiche dei ministeri istituiti:

  1. I ministeri sono una grazia suscitata dallo Spirito Santo e rispondono ad una reale vocazione che “introduce la Chiesa nella pienezza della verità, la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici” (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium n.4), perché si edifichi il Corpo mistico di Cristo. I ministeri sono attuazione del Battesimo, segno per tutti della comune vocazione al servizio ed espressione della missionarietà di ogni credente. La rinnovata attenzione ai ministeri istituiti costituisce perciò una occasione di crescita per tutta la nostra Chiesa e, in modo particolare, per i fedeli laici.
  2. Il fine di ogni ministero è sempre il bene della comunità, soprattutto delle sue membra più fragili e bisognose. L’esercizio del ministero, inoltre, è una dimensione essenziale della vita del ministro e non un semplice “ruolo” da svestire una volta terminato lo specifico compito assegnato. Si tratta dell’esercizio della vocazione battesimale e non di una semplice funzione, di una chiamata personale alla santità alla quale corrispondere con impegno.
  3. I ministeri non sono, perciò, dei “riconoscimenti” – come una sorta di onorificenza da esibire in determinate circostanze – quanto piuttosto l’esercizio effettivo di un servizio nei molteplici campi della vita ecclesiale e sociale. I ministri istituiti, pertanto, si pongono nella comunità per sostenere e accompagnare – non per sostituire – le molteplici forme di ministerialità di fatto (catechisti, educatori, animatori, lettori della Parola di Dio, quanti a vario titolo prestano servizio nella liturgia ecc.) già presenti e così indispensabili per la vita delle nostre comunità.

All’inizio del nuovo anno pastorale un’équipe diocesana, appositamente formata, fornirà ulteriori specificazioni circa l’identità e il carattere dei diversi ministeri, le qualità richieste ai candidati ed alcune indicazioni pratiche per il discernimento vocazionale dei futuri ministri istituiti e per l’avvio della loro formazione spirituale e teologica.

Nel frattempo affido questo nuovo percorso della nostra Chiesa, all’interno del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia e della Chiesa universale, alla vostra preghiera e all’intercessione di san Marco Evangelista, san Lorenzo Giustiniani, san Pio X, san Giovanni XXIII e del beato Giovanni Paolo I.

La Madonna della Salute ci sostenga e ci insegni ad amare il Signore Gesù nel servizio quotidiano dei fratelli.

Vi saluto e benedico tutti

 

Venezia, 16 luglio 2023

Festa del Santissimo Redentore

 

+ Francesco, patriarca