“Orizzonte pastorale 2021 e oltre” per la Diocesi: i passi da compiere e alcune proposte per vivere le sfide della pandemia e il cammino sinodale della Chiesa

La Diocesi di Venezia si prepara a vivere il nuovo anno pastorale e ad intraprendere un cammino di discernimento e di ascolto. Per questo, nei giorni scorsi, è stato anticipato e pubblicato su Gente Veneta il nuovo documento “Orizzonte pastorale 2021 e oltre”. Un testo che nasce da un dialogo intervenuto a diversi livelli e frutto di una sintesi del Coordinamento della Pastorale. Soprattutto vuole essere uno strumento, con alcune proposte concrete, per rimanere nei processi che le comunità stanno vivendo a partire dalle sfide della pandemia. Con uno sguardo rivolto al cammino sinodale della Chiesa italiana e universale. Di seguito si riporta la prefazione scritta dal Patriarca Francesco Moraglia e poi, nel file allegato, l’intero documento pastorale.

 

La prima lettera ai Tessalonicesi – lo scritto più antico del Nuovo Testamento – si conclude con alcune raccomandazioni ed esortazioni spirituali che l’Apostolo rivolge a quella vivace comunità: è, per noi, una pagina preziosa in riferimento all’attuale situazione pandemica da Covid 19, infatti, si aprono dinanzi a noi mesi decisivi per la nostra vita personale e comunitaria.

San Paolo – nella parte finale della lettera – invita a vivere in pace, nella letizia e accrescendo i legami di unità e comunione fraterna, a cercare sempre il bene e ad astenersi da ogni male. Poi aggiunge la frase – “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie. Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono” (1Tes 5,19-21) – posta in cima al materiale che vi è affidato come riferimento diocesano.

Il lavoro raccolto in queste brevi ma dense pagine, nella sua semplicità ed immediatezza, rappresenta un primo frutto dello Spirito Santo e un piccolo “cammino” portato avanti con stile sinodale; infatti è via via scaturito dalla continua consultazione e dal confronto che in questi mesi hanno coinvolto i vari uffici ed organismi di partecipazione, come pure coloro che sono responsabili ed operano in diversi ambiti pastorali.

Nello stesso tempo tale “orizzonte pastorale” diocesano è stato elaborato e viene presentato in ascolto e in sintonia col cammino della Chiesa universale e delle Chiese che sono in Italia con l’intento – per usare le parole di Papa Francesco – di riuscire meglio a “camminare insieme dietro al Signore e verso la gente, sotto la guida dello Spirito Santo” (Papa Francesco, Discorso ai membri del Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, 30 aprile 2021).

Il percorso proposto a livello di Chiesa particolare è secondo la prospettiva ecclesiale indica nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium in cui leggiamo: “Il Vescovo deve sempre favorire la comunione missionaria nella sua Chiesa diocesana perseguendo l’ideale delle prime comunità cristiane, nelle quali i credenti avevano un cuore solo e un’anima sola. Perciò, a volte si porrà davanti per indicare la strada e sostenere la speranza del popolo, altre volte starà semplicemente in mezzo a tutti con la sua vicinanza… perché il gregge stesso possiede un suo olfatto per individuare nuove strade. Nella sua missione di favorire una comunione dinamica, aperta e missionaria dovrà stimolare e ricercare la maturazione degli organismi di partecipazione proposti dal Codice di diritto canonico e di altre forme di dialogo pastorale… l’obiettivo di questi processi partecipativi non sarà principalmente l’organizzazione ecclesiale, bensì il sogno missionario di arrivare a tutti” (Papa Francesco, Esortazione apostolica Evangelii gaudium n.31)

John Henry Newman, il grande convertito dall’anglicanesimo, venerato dalla Chiesa come santo, dopo aver studiato con passione e intelligenza i primi secoli dell’era cristiana, ha affermato che la Chiesa del IV secolo si caratterizzava come comunione organica (vivente e strutturata) tra fedeli (cristiani battezzati) e pastori (vescovi) in comunione col vescovo di Roma; è ciò che un secolo più tardi insegnerà il Concilio Ecumenico Vaticano II nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa (cfr. Lumen gentium n.12)

In queste pagine non è proposto un programma pastorale, con tappe e modalità definite e allineate, ma piuttosto viene suggerito l’avvio di un “processo” e, appunto, l’apertura di un “orizzonte” comune che, sempre con l’aiuto di Dio e a Lui piacendo, potrà avere i suoi sviluppi non solo nel prossimo anno pastorale, ma anche negli anni a seguire.

A tal proposito è parso opportuno sottolineare il particolare carattere di questo percorso e il suo “dinamismo”, privilegiando il metodo dell’ascolto – che lo caratterizza – e il richiamo all’esercizio di un reale discernimento ecclesiale.

Nell’avviare un “cammino sinodale” è essenziale la consapevolezza che esso riguarda tutti – pastori e fedeli – e tutti impegna a guardare insieme alla persona di Gesù Cristo – “lo stesso ieri, oggi e sempre!” (Eb13,9) -, l’uomo per gli altri, il vero Maestro, la vera meta a cui deve pervenire ogni cammino ed ogni stare insieme ecclesiale, sostenuto dalla fede in Lui.

Ogni battezzato è, dunque, chiamato a vivere la dimensione sinodale in fedeltà alla sua vocazione specifica. Tutti – fedeli laici, persone consacrate e pastori – siamo attori a pieno titolo di tale cammino, nella comunione dell’unica fede e nella fedeltà alla nostra vocazione.

Così, in modo provvidenziale, potremo vivere con le Chiese che sono in Italia il cammino sinodale intrecciato col percorso della Chiesa universale, ossia il prossimo Sinodo dei Vescovi convocato sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”. Con la grazia di Dio potremo, quindi, cogliere le opportunità di un cammino che, accogliendo le sollecitazioni del Santo Padre, si dipanerà come movimento coinvolgente e benefico “dal basso verso l’alto”, “dalla periferia al centro” e ancora “dall’alto verso il basso”. Saremo chiamati a dare sostanza, nella Chiesa diocesana, alle tre direttrici e parole-chiave indicate nella Carta d’intenti per il cammino sinodale della Chiesa italiana: “ascolto”, “ricerca” e “proposta”.

Ci affidiamo al Santissimo Redentore, attraverso l’intercessione della Madonna della Salute e del proto patriarca Lorenzo Giustiniani, per essere custoditi e guidati nella nostra conversione quotidiana e rigenerazione personale e comunitaria. La nostra Chiesa assuma uno stile sempre più evangelico e missionario percorrendo, in ascolto dello Spirito Santo, un umile e coraggioso cammino sinodale.

 

Venezia, 18 luglio 2021 – Solennità del SS. Redentore

+ Francesco Moraglia, patriarca