Accoglienza e integrazione dei migranti: la Diocesi prosegue con il suo impegno

L’accoglienza di persone migranti continua e cresce nel Patriarcato di Venezia: cresce in tal senso l’impegno da parte della Diocesi, ma con fondi propri, uscendo dal bando della Prefettura. Continua, ma con forme rinnovate e nel rispetto delle normative anti Covid, per favorire l’accoglienza e il lavoro di integrazione culturale dei migranti proveniente da aree povere del mondo o da aree di guerra.

Da molti anni la Diocesi di Venezia ha sempre confermato e proseguito con la Prefettura il protocollo per il bando di accoglienza diffusa dei migranti. La Caritas di Venezia decise di prolungare tale collaborazione, anche lo scorso anno quando, in occasione delle modifiche apportate dal Governo, che ebbero come conseguenza il ritiro di molte diocesi italiane, che preferirono interrompere. Il Patriarca di Venezia scelse, invece, di continuare con una ventina di ospiti. La quota di sostegno economico negli anni è diminuita, ma insieme a questa è notevolmente diminuita la dimensione di sostegno all’inserimento socio-lavorativo, con un monte di ore minore, per più persone e per più figure professionali. Questo ha costretto più volte, per non tagliare dei servizi e per rimanere nel bando, di sostenere con fondi propri della Caritas questi progetti.

Insieme a questo, ultimamente, il peso burocratico richiesto dalle verifiche degli organi preposti è diventato insostenibile per la struttura organizzativa della Caritas veneziana. «I nostri collaboratori sono costretti a trascorrere più ore alla scrivania per redigere lettere e modulo rubandolo all’accompagnamento delle persone accolte» dichiara don Fabrizio Favaro, Vicario episcopale per l’Amministrazione. Tempo che potrebbe esser dedicato invece alla cura delle persone. In sostanza si lavora più per la burocrazia che per le persone.

Ecco le ragioni per cui uscire dal bando con il Governo italiano per continuare l’azione di accoglienza e integrazione delle persone attraverso il sostegno economico diretto della Chiesa Diocesana. Tale impegno sarà portato avanti da casa S. Raffaele, che è guardata con stima da molte realtà di livello nazionale.

Le tre strutture abitative che sono state fino ad ora utilizzate per i migranti in convenzione saranno ora impiegate dalla Caritas per offrire accoglienza temporanea a persone con difficoltà abitativa oppure che accolgono un percorso di accompagnamento per uscire da situazioni di povertà o marginalità.

Continua anche la scuola di lingua e cultura italiana che viene promossa dalla Fondazione Giovanni Paolo I in collaborazione con la Diocesi-Caritas. Continua il progetto Apri. Infine continua anche il progetto, appena partito, dei corridoi umanitari (ad esempio presso la parrocchia di Zelarino) e dei corridoi per studenti universitari stranieri.

[articolo di Marco Zane su genteveneta.it]