Corso regionale per coordinatori di catechisti

Vi siano figure di coordinamento dei catechisti” (Incontriamo Gesù – orientamenti per la catechesi n. 87 La cura per la formazione). L’appello dei vescovi nei nuovi Orientamenti per l’annuncio e la catechesi, Incontriamo Gesù, si muove in sintonia con l’impegno degli uffici catechistici del Triveneto per la formazione dei coordinatori dei catechisti.

Eh sì, c’eravamo anche noi della diocesi di Venezia, in 19 persone, catechisti provenienti dalle varie zone del nostro territorio Mestre, Centro storico, Riviera del Brenta, Litorale a vivere questo momento di formazione proposto dalla Commissione catechistica regionale del Triveneto. Tre giorni intensi ricchi di confronto, studio, approfondimento, preghiera e discernimento aiutati e stimolati da relatori che certamente ci hanno consentito perlomeno di incamminarci in questa proposta biennale che prevede il primo anno: la presenza e la figura del coordinatore del gruppo catechisti nella Chiesa. Mentre il prossimo anno sarà il ruolo del coordinatore nei processi dell’iniziazione cristiana e della catechesi.

Moschettone, cordata e cima. Queste le metafore usate per accompagnare la ri
flessione delle giornate; il moschettone come primo punto di ancoraggio per se e per gli altri. Ciò significa che prima di accompagnare è necessario un attento discernimento. Il moschettone è un punto di ancoraggio per sé e per gli altri.

La cordata: è la gioia di condividere; la responsabilità e la fatica, sapendo che la vita dell’altro è nelle proprie mani: Dipendere uno dall’altro può essere una bene-dizione. La croce in vetta: la meta da raggiungere. “sognare l’impossibile con i piedi ben piantati per terra”.

È perciò importante chiedersi come educatori e catechisti:

  • Dove opero (il contesto, le mie certezze, il mio rapporto personale con la Parola).
  • Con chi opero (la mia comunità a cui appartengo con le sue potenzialità e i suoi aspetti di crescita; non la comunità che vorrei, ma quella che sono).
  • Per chi opero (il coordinatore è un discepolo alla sequela di Gesù).

Un filo conduttore presente in quasi tutti gli interventi è stato il riferimento alla dimensione dell’umanesimo cristiano (convegno di Firenze), in cui una delle sfide emerse è trasformare il vissuto in esperienza. Non tutto il vissuto diventa esperienza, ecco perché la catechesi permette di elaborare la Vita attraverso la Parola. Ma questo comporta una duplice modalità relazionale: che la vita quotidiana è l’alfabeto con cui dire il vangelo; ma allo stesso tempo il vangelo è la Parola da dire alla vita quotidiana.

In cammino dunque, senza sogni di gloria o di “potere”, ma di servizio umile, discreto, relazionale, missionario che sia sempre più fecondo di testimonianza vera, credibile, gioiosa, che permetta a chi incontriamo di assaporare la bellezza di incontrare Gesù.

Maurizio Pilot (articolo pubblicato su Gente Veneta n. 27 – a. 2016)