Conferenza Episcopale Triveneta Ufficio Stampa
Zelarino – Venezia, 30 maggio 2006
Vescovi del Triveneto: scuola cattolica, un valore per tutti ma a rischio.
La sfida dell’educazione dei ragazzi e dei giovani e, in questo ambito, il ruolo fondamentale giocato dalla scuola cattolica sono stati al centro della riunione dai vescovi del Triveneto svoltasi oggi a Zelarino presso la sede della Conferenza Episcopale Triveneta. A partire da una relazione di mons. Cesare Nosiglia – vescovo di Vicenza e responsabile della Commissione Triveneta per la Scuola – è stata presa in esame la situazione che vive oggi la scuola d’ispirazione cristiana dal punto di vista sociale, culturale ed ecclesiale, una realtà che nel Triveneto conta circa 1.800 istituti, dalle scuole dell’infanzia alle superiori.
Si è registrata la diffusa persistenza del pregiudizio secondo il quale, nonostante la stessa Legge 62/2000 sulla parità, la scuola pubblica sarebbe ancora soltanto la scuola statale, mentre la scuola cattolica resterebbe scuola “privata”. Per i Vescovi è perciò importante lavorare affinché la scuola cattolica sia sempre più riconosciuta – a tutti gli effetti – come scuola libera e paritaria, dentro un sistema scolastico pubblico e differenziato, capace di valorizzare ogni apporto specifico al servizio della cultura e dell’educazione delle nuove generazioni. Il problema dell’effettivo riconoscimento della scuola cattolica in tutti i suoi aspetti – hanno rilevato i vescovi – si trascina nel nostro Paese ormai da decenni, ma ora è diventato urgente e decisivo per la sua stessa sopravvivenza.
Alla luce della Costituzione italiana che riconosce il diritto-dovere dei genitori a provvedere all’educazione dei propri figli, non può restare ancora inascoltata la richiesta delle famiglie che venga riconosciuto loro in pieno questo diritto-dovere e che, quindi, esse siano messe in grado di compiere un’effettiva scelta rispondente ai propri principi culturali e valoriali, senza oneri aggiuntivi sul piano economico e senza discriminazioni tra famiglia e famiglia.
In questo campo molti esempi positivi in Europa (v. Regno Unito, Paesi Bassi, Paesi nordici, in parte anche Germania) documentano che la scuola libera è addirittura prevalente rispetto a quello dello Stato e riceve tutto il sostegno appropriato per il suo servizio. Per la Conferenza Episcopale Triveneta si tratta di aprire la società al pluralismo delle istituzioni scolastiche, considerato come un grande valore culturale (dà vivacità e vigore alla ricerca, all’emulazione tra scuole e promuove la qualità), sociale (valorizza i corpi intermedi e migliora un radicamento sul territorio), economico (distribuisce le risorse a chi merita e sollecita la responsabilità delle famiglie e del mondo del lavoro a sostegno delle scuole).
Oggi la situazione è resa estremamente critica dal fatto che i fondi statali, dovuti per legge nell’anno 2005-2006 e dunque già stanziati per le scuole paritarie, sono in grave ritardo. Per questo i Vescovi ne chiedono l’erogazione immediata, pena la chiusura delle scuole con conseguenze gravi per gli alunni, le famiglie e i docenti.
Tale lettura della situazione nel Triveneto ha evidenziato l’importanza di promuovere la reale applicazione del principio di sussidiarietà che agevolerebbe una maggiore attenzione e valorizzazione delle specificità locali, sia dei problemi che delle risorse.
Sul piano pastorale, infine, i Vescovi intendono rinnovare il raccordo tra parrocchie, famiglie e scuole: da un lato valorizzando la famiglia, attraverso l’associazionismo, come risorsa positiva e soggetto (non solo destinatario) di proposte formative; dall’altro rilanciando il volto “missionario” delle parrocchie e, quindi, il loro pieno coinvolgimento con tutte le realtà educative presenti nel territorio.
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