Scola, Pizziol e i pellegrini veneziani a Betlemme e Gerusalemme

Patriarcato di Venezia

Ufficio stampa

 

Gerusalemme, 11 novembre 2011

 

Scola, Pizziol e i pellegrini veneziani a Betlemme e Gerusalemme

 

 

Si è sviluppata, in particolare, tra Betlemme e Gerusalemme la seconda parte del pellegrinaggio in Terra Santa dei 700 rappresentanti della diocesi di Venezia, a conclusione della Visita pastorale.

 

Nella giornata di giovedì 10 novembre i pellegrini hanno avuto l’opportunità di accogliere e riabbracciare il card. Angelo Scola – già Patriarca di Venezia e da un paio di mesi arcivescovo di Milano – che ha presieduto l’Eucaristia serale nella basilica di S. Caterina a Betlemme, a fianco della grotta della Natività, insieme all’amministratore apostolico di Venezia mons. Beniamino Pizziol e al vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme mons. William Shomali (che ha portato i saluti del Patriarca Twal impegnato a Roma dal Papa), presenti anche i seminaristi locali.

 

Nell’omelia a Betlemme il card. Scola ha espresso la gioia e la commozione di questo nuovo incontro con l’ “amata” Chiesa di Venezia e, richiamando le parole del Santo Padre al Parco di S. Giuliano del maggio scorso, ha detto tra l’altro: “Se l’esperienza di Gesù Cristo non illumina il cammino quotidiano della nostra vita, uno può anche far tutto ma non toccare mai la radice dell’essere di Cristo, la radice della storia personale e comunitaria”.

 

Per questo è importante l’esperienza del pellegrinaggio, per “ricalcare i luoghi in cui Lui è stato, rifare i passi che Lui ha fatto” e perché “il nostro essere di Lui diventi l’orizzonte adeguato per tutte le espressioni dell’impegno quotidiano, a cominciare dalla condivisione del bisogno radicale di ogni uomo per spalancarlo al desiderio di pienezza che Lui è venuto a portare”. E poi il card. Scola ha invitato tutti a fare un passo ulteriore: “Dobbiamo dire il nostro sì al dono immeritato e straordinario che ci viene fatto in questo pellegrinaggio e in quest’Eucaristia. La vita eterna è già in atto in noi. La mia vita, Signore, è già cambiata in Te! Nella luce della resurrezione la nostra vita diventi di più un documento di speranza e di gioia per tutti i nostri fratelli uomini, per la nostra amata Venezia e per il nostro Paese oggi così particolarmente provato”. Ma per farlo davvero, ha concluso, “dobbiamo andare fino in fondo a questa radice”: l’essere di Cristo, come ha indicato il Papa.

 

Al termine della celebrazione mons. Valter Perini (segretario della Visita pastorale e che ha curato l’organizzazione del viaggio) ha donato – a nome dei pellegrini veneziani e in segno di gratitudine – al card. Scola e a mons. Pizziol due bei presepi in legno creati dagli artigiani locali.

 

La mattina di venerdì 11 novembre il card. Scola ha poi presieduto a Gerusalemme la messa per l’intero gruppo del pellegrini veneziani all’interno della basilica del Getsemani (Monte degli Ulivi), davanti alla roccia dell’agonia di Gesù: “La nostra vita, per il Battesimo, è già nel passaggio verso la vita eterna. Dobbiamo abituarci a vedere la nostra vita dentro questo passaggio, dentro la realtà in atto della resurrezione”. Davanti a questa roccia, ha proseguito, “possiamo metterci più decisamente sulla strada della resurrezione”, è possibile diventare più consapevoli e comprendere “a chi e che cosa è costato questo dono di resurrezione e il sacrificio che ha comportato” anche se “fatichiamo a tenere lo sguardo fisso su di Lui e a percepire l’agonia mortale di chi ha preso su di sé il mio peccato e non siamo ancora capaci di spalancarci al dono grande della sua misericordia”.

 

Senza aver paura di ammettere fatiche, stoltezze, mancanze di stima dell’altro, protagonismi e voglie di autoaffermazione oppure la poca forza nell’aprire bocca di fronte alle ingiustizie, ecco allora la necessità dell’ “offerta totale della nostra vita. La vogliamo dare tutta al Signore e ai nostri fratelli perché si manifesti la gloria che ci ha procurato”. Ed ha invitato a “compiere un atto d’offerta il più integrale possibile”, attraverso “vie semplici” – come quella del coraggio e della forza del perdono – per “imparare quell’Amore che è in mezzo a noi ed imparare che la vita è dono totale di sé”.

 

Nel pomeriggio, infine, presso l’auditorium di Notre Dame a Gerusalemme, c’è stato un ulteriore e più informale incontro del card. Scola con il folto gruppo del Patriarcato.

 

L’intenso pellegrinaggio in Terra Santa dei 700 veneziani volge ormai al termine: mons. Pizziol è già ripartito stamane mentre il card. Scola e tutto il grande gruppo del Patriarcato faranno ritorno in Italia, con più voli, nel corso della giornata di sabato 12 novembre.

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