La vita del prete al centro della riflessione dei Vescovi e delle Chiese del Nordest

Conferenza Episcopale Triveneto

Ufficio stampa

 

Cavallino (Venezia), 8 gennaio 2010

 

La vita del prete al centro della riflessione dei Vescovi e delle Chiese del Nordest

Ø      Si è svolta a Cavallino (Venezia) l’annuale due giorni di approfondimento promossa dalla Conferenza Episcopale del Triveneto

 

Crescere insieme nella missione e quindi nella comunione, vivere sempre nella logica evangelica della carità anche al di là dei risultati e delle possibili delusioni pastorali, favorire la stima reciproca attraverso tempi e luoghi d’incontro e condivisione, riconoscere con gratitudine la ricchezza e i tesori presenti nei preti di queste regioni, imparare a meglio comunicare e ‘narrare’ la fede secondo la modalità della testimonianza, ricercare maggiore unità e armonia di vita: sono alcune delle indicazioni emerse durante la ‘due giorni’ di approfondimento dei Vescovi del Nordest, riuniti il 7 e l’8 gennaio presso la Casa diocesana Maria Assunta a Cavallino (Venezia) assieme a sacerdoti e laici, in rappresentanza delle quindici Chiese locali del Triveneto, per dialogare attorno al tema ‘Le Diocesi si interrogano su come promuovere le condizioni per vivere in modo pieno il ministero presbiterale’.

 

Aiutati dalla relazione introduttiva e dagli interventi di don Erio Castellucci – docente alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, parroco nella diocesi di Forlì – i partecipanti (oltre una sessantina tra vescovi, sacerdoti, diaconi e laici) si sono confrontati, in assemblea e nei gruppi di lavoro, analizzando la vita e il ministero del prete attraverso vari ambiti e punti di osservazione:

  • la vita spirituale del sacerdote, l’unità di vocazione e missione (celibato, obbedienza e povertà);
  • le condizioni di vita dei preti (quelli che vivono da soli o insieme, la salute, il tempo libero e le ferie, le relazioni familiari);
  • la comunione presbiterale e quindi il rapporto tra prete e vescovo ma anche quello tra preti e preti; l’identità sociale dei preti (l’immagine di sé, il ministero del sacerdote nella comunità e il suo ruolo nella società civile);
  • la formazione dei sacerdoti (formazione permanente, dei preti giovani ed anche in riferimento ai mass media).

 

‘Anche per il prete, come per il cristiano e per ogni uomo – ha affermato concludendo i lavori il card. Angelo Scola, presidente della Conferenza Episcopale Triveneto -, è centrale la questione dell’unità della persona ed è necessario avere e vivere un principio esistenziale esplicativo del reale. Senza un’esperienza di unità dell’io non si cresce, ci si involve e non si impara da nessun rapporto e dalla realtà, non si comunica nulla e non si comunica in modo persuasivo’. Non bisogna dimenticare, ha osservato il Patriarca di Venezia, che quello del prete ‘è l’esercizio di un ministero che sgorga dalla missione che Gesù ha vissuto in prima persona come mandato dal Padre’. Il ministero del sacerdote – perché non si ‘funzionalizzi’ o diventi prigioniero del ‘ruolo’ – deve essere sempre saldamente radicato nella vita della comunità ecclesiale che è ‘luogo documentato e visibile di comunione in cui tutti i battezzati vivono l’esperienza personale e comunitaria del quotidiano rapporto con Cristo e con la Trinità, spalancati alla realtà e capaci così di raggiungere la vita reale di tutti gli uomini’. Per il prete la comunione – intesa innanzitutto come ‘stima previa’ ed in particolare nei confronti del vescovo e degli altri sacerdoti – diventa dunque una priorità assoluta: ‘E’ come l’aria che respiriamo, senza di essa oggi non si regge’.

 

Info 041/959999


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