Appuntamenti estivi del Patriarca: il 27 luglio a Premana, il 10 agosto (con il vescovo ausiliare Pizziol) a Bressanone per l’Angelus del Papa

 

Ufficio stampa

Patriarcato di Venezia

 

Venezia, 25 luglio 2008

 

Si segnalano due prossimi appuntamenti estivi del card. Angelo Scola:

 

– domenica 27 luglio il Patriarca sarà a Premana (Lecco) per la commemorazione del trentennale della visita nella stessa località del Card. Albino Luciani

domenica 10 agosto il Patriarca parteciperà con il vescovo ausiliare mons. Beniamino Pizziol all’Angelus di Papa Benedetto XVI a Bressanone



Domenica 27 luglio 2008 il Patriarca card. Angelo Scola sarà a Premana (LC) invitato dal Sindaco Pietro Cavedio, oltre che della parrocchia di S. Dionigi in Premana (LC) per la solenne commemorazione del trentennale della visita alla stessa località del Card. Albino Luciani.


Questo il programma:

Alle 19.30 il Patriarca riceverà i saluti delle autorità religiose e civili presso il monumento del “Leone di S. Marco” in via Roma, visiterà il Museo e, accompagnato dal Corpo Bandistico S. Dionigi, giungerà al piazzale della Chiesa.

Alle ore 20.30 presiederà la celebrazione Eucaristica in onore di S. Ilario.

 

Questa visita risponde a un’antica tradizione che vede particolarmente legata la località di Premana a Venezia. In laguna, infatti, risiede una ricca comunità di premanesi sotto l’egida della SCUOLA DI S. ILARIO E S. ROCCO, che redigono un notiziario (nel 2009 saranno 20 anni) dal
titolo “A Fööch” (Redazione in Campo dei Carmini Dorsoduro, presidente Raffaele Tenderini.

I Premanesi veneziani erano fabbri, coltellinai, calderai… dai cognomi molto diffusi: Tenderini, Fazzini, Gianola, Bertoldini, Pomoni, Ratti, Oltramonti, Bellati, Codega, Pandiani. Dalle famiglie dei Premanesi sono scaturite molte vocazioni al sacerdozio e vita consacrata.
Don Serafino Tenderini, per molti anni parroco ai Carmini, tuttora ivi residente, è dal 2004 canonico onorario del Capitolo di S. Marco.

 

Una curiosità dal Notiziario A Fööch Anno XIII n. 1, Pasqua 2002:

 

«”Un legame storico quello tra il paese della Valvarrone e la città di S. Marco, attestato almeno dal XVI secolo. Per motivi di lavoro, infatti, gli uomini di Premana si portavano a Venezia. “Attorno alla metà del settecento – spiega in proposito il cultore della Storia locale, Antonio Bellati ‘ il 90% degli uomini validi di Premana si trovava a Venezia per lavoro, ma si sposavano con le ragazze di Premana e l’83% di loro si procurava il certificato di stato libero a Venezia”…

Nel secolo scorso si instaurò un forte legame con il patriarcato. Pio X, già patriarca di Venezia, inviò a Premana un ritratto con autografo; è documentato il legame dei premanesi con Papa Giovanni XXIII ed è conservato da tutta la comunità il ricordo della visita di Albino Luciani avvenuta poco prima dell’elevazione al soglio pontificio. Purtroppo non si è realizzato il “sogno” dei membri della Scuola di S. Rocco e S. Ilario di ospitare a Premana il card. Marco Cè. Quanto a mons. Scola, i premanesi non mancheranno di invitarlo nel centro della Valvarrone, una volta insediato sulla cattedra veneziana. “Il gruppo degli oriundi di Premana è contento della nomina di mons. Scola a patriarca – aggiunge don Serafino – e faremo il modo di dimostrargli la nostra stima”».

 

Antonio Tenderini, in una visita anni fa al Patriarca raccontò:

‘La mano operosa ed apprezzata dei fabbri premanesi lascia tangibili segni in città, fino alle superiori, significative strutture, come l’Angelo Gabriele, dominante le isole dalla cima del campanile di San Marco, come i rinforzi d’angolo del Palazzo Ducale e sugli archi del Ponte di Rialto. Ma il piano di lavoro è di una vastità impensabile: dai caratteristici ferri da gondola,
ai relativi rifinimenti in ferro battuto, inferriate, cancelli, porte,balconi, chiavi e serrature, lavori in chiese, palazzi, abitazioni comuni,anche nei conventi di clausura, con uno speciale permesso ecclesiastico solo a loro riservato, utensileria domestica ed alberghiera, forzieri e cassaforti per banche ed istituti pubblici e privati, restauri e riparazioni.
Erano numerose le officine un tempo dando perfino il toponimo alla centrale “Calle dei Fabbri”. Ma officine specializzate operavano anche all’interno del mitico, glorioso Arsenale. Negozi e botteghe che esponevano e vendevano prodotti della madre-patria (forbici, coltelli, caldaie, oggetti in rame, ecc).

Questi i Premanesi di ieri. I Premanesi di oggi risentono della profonda trasformazione socio economica dell’ultima metà del secolo scorso. Così è stata chiusa anche l’ultima officina, proprio di Calle dei Fabbri, ora ridotta a pura denominazione storica. Molto ridimensionata la presenza fabbrile. Raro esempio di conduzione familiare è l’officina della “Fondamenta del Soccorso”, dove papà Taddeo, che dall’età giovanile lavorava accanto al padre ed al nonno, sta ora alla forgia con il figlio Marco. I Premanesi a Venezia, statisticamente tra originari, oriundi, familiari acquisiti, sono circa 400′.

Leave a Reply

  • (will not be published)