Un anno insieme! Proposte ap 2022-2023

Zelarino, 13 ottobre 2022

A chi desidera…

Il 25 giugno 1852 nasceva a Reus, vicino a Tarragona (Catalogna) Antoni Placid et Guillem Gaudí Cornet, conosciuto ai più come Antoni Gaudí, considerato oggi uno degli architetti più originali ed innovatori del Novecento. Gaudí è stato per tutta la sua vita un uomo profondamente religioso e devoto, tanto da essere soprannominato “l’architetto di Dio”.

La sua costruzione che maggiormente affascina e caratterizza la città di Barcellona è la chiesa della Sagrada Familia iniziata nel 1892 e tuttora in fase di completamento. Gaudí, animato da una forte fede, era convinto di realizzare un preciso compito assegnatogli dal cielo: “Nella Sagrada Familia tutto è frutto della Provvidenza, inclusa la mia partecipazione come architetto”. Sapeva di non poter completare l’opera nell’arco della sua vita per questo ripeteva sempre che “È la Provvidenza che, secondo i suoi disegni, porta a termine i lavori”.

Condividendo queste parole dell’architetto Antoni Gaudí, penso alla bellezza della Chiesa: alle molteplici e diverse vocazioni che ci permettono di fare esperienza di questa appartenenza in Cristo e, quindi, essere chiamati a testimoniarlo con ciò che siamo. Le sfide però non sono poche, le fatiche, la sensazione di non vedere alcun buon risultato, spesso ci rallentano o bloccano.

Ad alta voce e con forza allora ti chiedo: “Perché non riponiamo il nostro obiettivo nel desiderare il bene per l’altro? Come esprimi nella tua vita personale il desiderare il bene dell’altro? Non dimentichiamo che lo Spirito lavora… sempre… dove, come e quando… ma vivendo giorno per giorno la bellezza che Tu sei, rimane testimonianza credibile di te, che non sarà dimenticata!

Desiderare il bene dell’altro può richiedere di modificare scelte pastorali e missionarie acquisite o di assumere decisioni non facili a proposito delle “strutture” ecclesiali e della loro modalità d’esercizio ed anche un’equiparazione delle risorse spirituali e materiali.

I giovani – come loro stessi hanno fatto notare – non possono e non vogliono essere considerati “reclute” per una pastorale “tappabuchi” e dobbiamo offrire loro un cammino di fede appropriato, attento alle loro aspettative, incentrato su Gesù Cristo, consono ai loro linguaggi così nuovi e, allo stesso tempo, diffusi.

Certo, dobbiamo chiedere a loro di mettersi in gioco personalmente, senza sottacere o “addomesticare” le pagine difficili del Vangelo, ossia quelle pagine che oggi non sono in linea con le tendenze culturali o – come si dice – risultano politicamente scorrette.

(dal paragrafo n. 7 della lettera pastorale “Desiderare il bene”)

Desiderare il bene, può voler dire, riscoprire la dimensione diocesana come necessità e opportunità, non come un ulteriore impegno, ritrovando la centralità degli appuntamenti che tradizionalmente caratterizzano la vita della Chiesa veneziana.

Affidando in allegato alla presente lettera, un chiaro “elenco della spesa” di proposte ed aiuti specifici per le diverse età e i contesti pastorali, l’equipe di Pastorale Giovanile non vuole riversare su chi opera in parrocchia un semplice “dover fare”, bensì desiderare ciò che di bene può esserci per Te, che ti manca, e quindi ricercarlo attraverso Te in qualcun altro.

Papa Francesco, proprio ieri, ci ricordava che «la parola italiana “desiderio”, viene da un termine latino molto bello e curioso: de-sidus, letteralmente “la mancanza della stella”. Desiderio è una mancanza della stella, mancanza del punto di riferimento che orienta il cammino della vita; essa evoca una sofferenza, una carenza, e nello stesso tempo una tensione per raggiungere il bene che ci manca. Il desiderio allora è la bussola per capire dove mi trovo e dove sto andando, anzi è la bussola per capire se sto fermo o sto andando, una persona che mai desidera è una persona ferma, forse ammalata, quasi morta». (Francesco, Udienza generale, mercoledì 12 ottobre 2022)

Desidera il Bene!

Don Riccardo


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