SINODO 2018 «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale»

Il tema della prossima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi del 2018 – la quindicesima – sarà «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale».  Papa Francesco, si legge in una nota della Sala Stampa, ha scelto il tema del prossimo Sinodo «dopo aver consultato, come è consuetudine, le Conferenze episcopali, le Chiese orientali cattoliche sui iuris e l’Unione dei superiori generali, nonché aver ascoltato i suggerimenti dei Padri della scorsa Assemblea sinodale e il parere del XIV Consiglio ordinario». Decisione che dimostra una «sollecitudine pastorale della Chiesa verso i giovani». Questo tema, psi legge ancora nella nota, «intende accompagnare i giovani nel loro cammino esistenziale verso la maturità affinché, attraverso un processo di discernimento, possano scoprire il loro progetto di vita e realizzarlo con gioia, aprendosi all’incontro con Dio e con gli uomini e partecipando attivamente all’edificazione della Chiesa e della società».
Il Papa dunque invita a porsi in ascolto verso i giovani in primo luogo intercettandoli nel loro cammino di vita cristiana. Non solo, però.  Il «discernimento vocazionale» riguarda tutte le scelte di vita, come l’impegno nel matrimonio, negli studi, nel lavoro.
il tema dei giovani è destina- to a far ‘uscire’ la Chiesa per incontrare chi nella nostra società ha a cuore i giovani, dialogando con i diretti interessati. Un cammino denso di suggestioni e di spunti, un viaggio della Chiesa nella condizione giovanile oggi, iniziando dalle sue domande esistenziali e religiose.

Come sottolinea don Michele Falabretti in un’intervista a Daniela Pozzoli per Avvenire.it  il Sinodo è «una grande opportunità che ci dobbiamo giocare bene, non solo per aprire un confronto franco tra chi con loro lavora tutti i giorni – e penso alle pastorali giovanili diocesane – ma anche perché porterà noi adulti a interrogarci sulla nostra fede».

L’annuncio è stato una  «sorpresa», come dice don Michele, una sorpresa che va sfruttata al meglio per ‘aprire gli occhi’ sui giovani. “Mi auguro – sottolinea Falabretti – che la Chiesa e gli adulti non li guardino in questi due anni che ci separano dall’evento da lontano, come se registrassero i loro movimenti attraverso una telecamera montata su un drone, ma che li accompagnino nel cammino. Oggi i nostri ragazzi hanno bisogno di testimoni e di padri, di qualcuno che gli faccia vedere il lato promettente della vita”.

“Se penso ai miei nonni o ai miei genitori – riprende il direttore – posso dire che hanno vissuto tanti periodi critici che corrispondevano a quelli che stava attraversando il Paese, ma si sentivano anche “costruttori” del loro futuro. Oggi invece in un momento di diffusa crisi e fragilità del mondo adulto, bisogna dare atto ai giovani che nonostante la precarietà negli affetti, sul lavoro e riguardo al futuro, non si sono persi d’animo e hanno cercato di inventarsi nuove strade. A Cracovia, durante la Gmg, la Polizia faceva entrare nelle stazioni solo dagli ingressi principali, ma i ragazzi pur di non perdere i treni riuscivano a sgattaiolare e a passare da varchi secondari. Presidiarli dunque non serve perchè trovano sempre la loro strada. E l’indizione di un Sinodo è il segno della cura che il Papa ci chiede di riservare loro nel lavoro quotidiano di accompagnamento”.

[fonte Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile]