“Prima la casa”: progetto della Caritas veneziana per i migranti

Prima di tutto dare una casa: prosegue l’impegno della Caritas veneziana a favore di quei migranti che si trovano in grave difficoltà nella ricerca abitativa.

Nasce così il progetto “Prima la casa”: si stanno approntando due appartamenti nel mestrino, per avviare un progetto pilota per l’anno 2021, della la durata di 12 mesi. Si prevede che i beneficiari possano usufruire dell’accoglienza per 6 mesi, al massimo rinnovabili una volta. Alla data del contratto di affitto nel nuovo appartamento si aggiungono 3 mesi di accompagnamento di sostegno e monitoraggio per le pulizie e il mantenimento dell’immobile.

Il progetto nasce dal fatto che Caritas Veneziana, da qualche anno, si sta infatti confrontando e interrogando sul tema immigrazione, vivendo pienamente l’epoca degli spostamenti di una gran quantità di persone che, in particolare dall’Africa, cercano di arrivare in Europa.

Questo progetto, dunque, costituisce, nelle intenzioni di Caritas Veneziana, una modalità concreta di continuare il servizio verso i migranti al di fuori della convenzione con la Prefettura, come già anticipato da GV nei numeri precedenti, insieme all’accompagnamento di tutte le altre forme di povertà e di marginalità.

Il progetto è appunto un “pilota”: la Caritas sta studiando le modalità per poterlo sviluppare attraverso un coordinamento tra diversi soggetti operatori: i volontari della Caritas diocesana per la ricerca abitativa, le agenzie immobiliari, gli enti no profit che lavorano con stranieri, gli uffici pubblici per la residenzialità, privati disponibili ad accogliere migranti e, non ultime in importanza, le parrocchie.

L’idea del presente “progetto pilota”, prende vita dall’ipotesi di modificare la gestione degli immobili ex-CAS, ispirandosi alla ricerca abitativa già svolta durante l’accoglienza prefettizia e condivisa con altre realtà del territorio, puntando a diffondere la cultura dell’accoglienza nel terziario dedicato “all’abitare”, ponendo però al centro lo straniero che sia alla ricerca di una soluzione abitativa di medio-lungo periodo; da un lato facendosi egli direttamente carico di parte delle spese dell’appartamento, dall’altro affiancato da operatori dedicati alla ricerca e inserimento abitativo.

Infatti, mentre nei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) gli ospiti sono inseriti in un contesto ministeriale che è affidato nella prassi ad un ente gestore che garantisce i servizi del capitolato agli ospiti richiedenti asilo, sostenendo le spese di ogni aspetto della vita delle persone ospiti e supportandoli altrettanto tramite l’operato dell’équipe multidisciplinare, nel caso presente, al contrario, la persona è sostenuta precipuamente nella ricerca abitativa, auto-sostentandosi però in completa autonomia e facendo fronte da sé agli aspetti personali (per es. vitto, documenti, lavoro). In questo gli operatori sono funzionali alla ricerca e mediazione abitativa, oltre al monitoraggio dell’immobile, concentrandosi su questo aspetto.

[articolo di Marco Zane su Gente Veneta]