Il Patriarca ha scritto una lettera pastorale in vista della prossima “ripresa”, intitolata “La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì” (1Re, 17,16) e datata 15 agosto 2020.
Nella Lettera un passaggio importante sulla carità:
Guai se dovessimo convincerci che bisogna essere ricchi per poter fare la carità. Dare agli altri non dipende dalle proprie disponibilità ma dalla sensibilità del cuore che, alla fine, o sa amare o no. La carità – possiamo dire così – è “strutturalmente” democratica: tutti la possono fare e tutti la possono ricevere. Tutti, sempre.
Il primo “gesto” è adottare in modo simbolico, ma realissimo, una persona che per le sue condizioni sociali risulta “invisibile”. Le modalità, ovviamente, saranno differenti secondo le disponibilità: si potrà, quindi, inserire nella propria spesa settimanale uno o due generi di “conforto” da destinare a chi da solo non ce la fa.