Fondo San Nicolò, inizia la fase 2: ci sono 200mila euro per le famiglie veneziane in difficoltà per la pandemia

Inizia la fase 2 per il Fondo diocesano “San Nicolò”, lo strumento per il sostegno al reddito delle famiglie che si trovano in difficoltà a causa della crisi economica generata dalla pandemia. Ora diventerà un segno concreto per andare incontro anche ai giovani in difficoltà, ai lavoratori in crisi ed espulsi dai processi produttivi, alle nuove forme di povertà.

Il Fondo era stato costituito per volere del Patriarca Francesco: tale Fondo aveva come prima finalità la manifestazione della vicinanza della Chiesa veneziana a quelle famiglie che, a causa dell’epidemia in atto, hanno perso il sostentamento (totale o parziale) in conseguenza di una drastica riduzione delle possibilità lavorative.

Nella prima fase il Fondo ha consentito di far fronte ad emergenze assolute, collegate alla rapidissima chiusura delle attività produttive. Fino ad oggi sono state vagliate circa 150 domande di accesso e sono stati erogati più di 100.000 euro di contributi.

Ora emerge la necessità di promuovere una seconda fase di intervento attraverso il Fondo San Nicolò rimodulando il bando e il regolamento, rivolto a recepire le necessità delle famiglie e dei giovani in difficoltà, dei lavoratori in crisi ed espulsi dai processi produttivi, delle nuove forme di povertà. Per far fronte alle nuove povertà famigliari il Patriarca di Venezia ha deciso di mantenere la dotazione economica del fondo per 200 mila euro.

I destinatari sono individuati così: disoccupati/inoccupati a causa della crisi causata dal virus Covid-19 e delle conseguenze da questa determinate sul sistema economico. Lavoratori espulsi dai processi produttivi; lavoratori precari, stagionali (ad esempio nel settore del turismo), occasionali, che stentano a reinserirsi nel mercato del lavoro causa Covid; lavoratori autonomi colpiti dalla crisi; lavoratori in cassa integrazione, anche parziale, che non percepiscono ancora l’emolumento.

I requisiti fondamentali per accedere al fondo fanno riferimento alla condizione economica e sociale della famiglia o delle singole persone che si propongono per l’intervento. Va dimostrato il collegamento tra la critica condizione lavorativa e/o economica delle persone e la crisi da Covid-19, anche in termini di prospettive di recupero più o meno lunghe nel tempo. Non bisogna avere finanziamenti già in atto con il Fondo San Matteo contro l’usura.

È necessario, infine, trovarsi al di sotto della soglia della povertà assoluta (meno di 400 euro al mese per ogni componente il nucleo familiare). Verranno comunque tenute in considerazione anche situazioni di disabilità, di gravi e permanenti infermità, di morosità significativa nel pagamento di affitti, bollette, ratei di mutui, ecc.

Particolare attenzione sarà dedicata a valutare con attenzione le domande provenienti da nuclei familiari numerosi (fatti salvi anche gli altri requisiti precedentemente esposti) che versano in condizioni economiche particolarmente critiche, per favorire il pieno sviluppo educativo e sociale dei giovani.

La situazione di percettori di altri sussidi pubblici verrà analizzata in funzione della situazione generale del richiedente e della sua famiglia.

Considerata la specificità e le caratteristiche del bando Fondo San Nicolò-fase 2, possono presentare ulteriore domanda anche coloro che hanno già ricevuto un sostegno nella fase 1 del Fondo, qualora ricorrano i requisiti prima esposti.
La domanda può essere presentata attraverso la compilazione del form on line, alla quale seguirà un colloquio con il Centro di Ascolto della Caritas Veneziana. Va inoltre compilato il modulo di domanda “Richiesta di contributo”, anche usufruendo del servizio di assistenza del centro Acli di Marghera, via Ulloa n. 3, cell. 333.188.76.49.

[Articolo di Marco Zane su Gente Veneta]