AVVENTO e NATALE – anno B
Il cammino di Avvento che qui offriamo alle comunità educanti per i gruppi di ragazzi dagli 11 ai 14 anni, si inquadra nell’orizzonte pastorale diocesano 2014‐2015 che ha come titolo “Cantare la fede” e desidera sviluppare questa immagine del canto corale quale chiave di lettura del Natale e del periodo di preparazione ad esso, nelle diverse parrocchie.
L’espressione “cantare la fede” suggerita da Papa Francesco e rilanciata dal nostro Patriarca, non è solo un’azione, ma contiene già in sé la motivazione: la gioia del Vangelo è ciò che sprigiona e alimenta il canto. Una fede cantata è dunque una fede che riconosce in Gesù Cristo la melodia più bella da far giungere ad ogni uomo o donna, grande o piccolo, invitandolo per “contagio” ad unirsi al coro dei credenti. Come ci richiama il Patriarca Francesco: siamo chiamati a dilatare nelle nostre città e nei paesi, in ogni periferia delle anime e dei corpi, la corsa del Vangelo. (v. “Cantare la fede” p. 3).
QUARESIMA e SANTA PASQUA – anno B
Il tema che, come Centro Missionario e Ufficio evangelizzazione e catechesi proponiamo alle comunità parrocchiali, si raccoglie attorno a tre espressioni che ci accompagneranno, di domenica in domenica, fino alla Pasqua di risurrezione: uscire – incontrare – donarsi – Tre verbi che siamo chiamati ad imparare a declinare nella vita di tutti i giorni e che ci permetteranno
di seguire Gesù in cammino verso Gerusalemme.
USCIRE da noi stessi, dalle sicurezze acquisite, dalla pigrizia, dalla comodità, dalle piccole schiavitù quotidiane.
INCONTRARE gli altri, i diversi, nelle “periferie esistenziali” indicate da Papa Francesco, quelli che normalmente si evita di incrociare anche solo con lo sguardo. Incontrare per essere incontrati, per conoscer meglio se stessi, per rivelarsi ed accogliere la rivelazione dell’altro. Incontrare coloro che stanno sulla soglia o in ricerca, al fine di condividerne gli interrogativi e le domande di senso.
DONARSI lasciandoci “cadere” senza timore, come chicchi nella terra, per aprire la nostra vita a prospettive nuove che solo l’educazione al dono può generare. Donare il proprio tempo, che è la nostra vita, le cose che la riempiono di nulla, la propria libertà che è reale solo se condivisa con qualcuno. Donare per poter esistere veramente, perché solo il dono ci ha generati e ci genera alla vita. Lasciarsi educare da Gesù alla gratuità come stile di vita, significa rimanere alla scuola della sua Passione per divenire “esperti” in amore e “professionisti” del dono, veri discepoli di colui che non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso (…) facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce (cf Fil 2,6-8) per amore verso di te e del Padre.
Personaggio d’eccezione con cui confrontarci secondo tale dinamica evangelica:
San FRANCESCO d’Assisi – per i gruppi di preadolescenti che hanno come mèta il pellegrinaggio diocesano con il Patriarca (17-19 aprile p.v.)