Omelia del Patriarca nella S. Messa in occasione del saluto dei Padri Saveriani (Zelarino / Centro pastorale card. Urbani, 6 settembre 2020)
06-09-2020

S. Messa in occasione del saluto dei Padri Saveriani

(Zelarino / Centro pastorale card. Urbani, 6 settembre 2020)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

 

Carissimi Padri Saveriani e voi tutti oggi qui presenti,

viviamo questa Eucaristia come un’autentica liturgia di lode e di ringraziamento per quanto il Signore ha realizzato qui a Zelarino e nel territorio veneziano in tutto questo periodo segnato dalla bella e significativa presenza in mezzo a noi dei Missionari Saveriani.

È Lui, infatti, che ha operato e continua ad operare grazie alla disponibilità e alla docilità di persone che si sono messe al suo servizio e hanno donato la vita per rendergli gloria e portare la Buona Notizia del Vangelo di Gesù Cristo, unico Salvatore, a tutti, ossia – come dicono anche le vostre Costituzioni – per “proclamare il Regno là dove non è ancora riconosciuto”. E il Regno è Lui.

È sempre Lui, il Signore, che continua ad essere presente – ce lo assicura il Vangelo che abbiamo appena ascoltato – là “dove sono due o tre riuniti nel mio nome” (Mt 18.20). Mi piace quindi pensare, cari Padri Saveriani, che in questo momento davvero in mezzo a noi c’è il Signore ed è Lui a dirvi grazie; poi ci siamo anche noi, con il nostro grazie al Padre che, attraverso il suo Figlio Gesù Cristo, ci ha regalato la vostra presenza per 73 anni in questo territorio. Avvertiremo molto la vostra mancanza e soprattutto sentiremo quanto il vostro ministero è stato prezioso: a volte infatti, anche nelle cose dello spirito, si avvertono meglio le presenze quando si realizzano le assenze.

Con il salmista, perciò, anche noi vogliamo esprimere tutta la nostra fede e riconoscenza a Lui: “Venite, cantiamo al Signore, acclamiamo la roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti di gioia” (Sal 94,1-2).

Ma qui oggi, nel momento in cui sta per chiudersi la Vostra “storica” presenza di comunità a Zelarino e nella Diocesi di Venezia – dopo 73 anni di generoso e qualificato servizio di animazione e formazione missionaria -, desidero soprattutto testimoniare all’intera famiglia dei Missionari Saveriani il profondo senso di gratitudine e di affetto che la Chiesa veneziana nutre ed esprime nei Vostri confronti ed in particolare per  tutti i Padri che, nel corso di questo intenso periodo, sono via via passati per tale sede e hanno servito con il loro ministero.

In tutti questi anni, infatti, i Missionari Saveriani sono divenuti non solo una presenza sempre vicina e tanto preziosa – davvero “familiare” e amica” – per singole persone, gruppi e comunità (ad iniziare da quella di Zelarino) e per l’intera realtà diocesana, ma hanno rappresentato oltretutto un chiaro riferimento e un “pungolo” vivente sul fronte della missionarietà, in particolare per i ragazzi, i giovani, le famiglie e le parrocchie delle nostre realtà.

Con la ricca esperienza e testimonianza di tanti Padri – provenienti dalle varie parti del mondo in cui siete presenti per portare avanti l’anelito missionario del vostro patrono S. Francesco Saverio e il carisma del vostro fondatore san Guido Maria Conforti, di cui abbiamo scoperto l’effige che, da oggi in avanti, accompagnerà coloro che entreranno e pregheranno in questa chiesa – ci avete infatti raccontato, trasmesso e continuamente ricordato una verità fondamentale ed essenziale, che non può e non deve mai mancare nella vita della Chiesa: siamo discepoli del Signore – siamo cristiani – per annunciare e portare il Vangelo dappertutto, in ogni ambito di vita, anche e specialmente lì dove non è stato ancora o non viene più pronunciato e adorato, sapendo avvicinare ed incontrare l’uomo concreto di oggi con umiltà, coraggio ed amore.

Nella lettera ai Romani san Paolo ci ha ricordato che, come discepoli, siamo “debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge… La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità” (Rm 13,8.10). E la carità più grande e autentica è esattamente quella di chi ti accompagna e ti “porta” all’Unico Necessario, alla pienezza della vita, a Colui che è insieme l’amore e la verità, la misericordia e la giustizia.

Vi siamo riconoscenti per averci fatto sperimentare e apprezzare il cuore e il dono del vostro carisma: l’essere stati scelti per essere inviati in missione ad gentes, ad extra e ad vitam, ad indicare tutta l’urgenza, l’universalità e la radicalità evangelica della vocazione e della missione che appartengono a tutta la Chiesa e che voi Saveriani desiderate esprimere in modo peculiare.

È, in fondo, la sostanza di quella piccola e umile, ma determinante, “virgola saveriana” che san Guido Maria Conforti – figura singolarissima di sacerdote e vescovo diocesano e, insieme, appassionato missionario fino alle terre più lontane (geograficamente e… da Dio) – ha voluto ispirare creando e promuovendo alla fine dell’Ottocento la “Congregazione di san Francesco Saverio per le Missioni estere”.

Se ci rattrista il fatto che adesso verrà meno qui a Zelarino e nel nostro Patriarcato la presenza fisica e quotidianamente visibile dei “nostri” cari Padri Saveriani, ci consola e rallegra la certezza che, nel Signore, rimaniamo sempre uniti e che il legame di fraternità e comunione saldamente stabilito tra la Chiesa che è in Venezia e i Missionari Saveriani non si cancella e, magari, lo auspichiamo, si manifesterà in modalità nuove.

Noi vi continueremo a ricordare, nonostante le lontananze, e pregheremo per voi, ma ci affidiamo anche alla vostra preghiera. Tutto quello che avete fatto qui non passa; l’avete trasmesso a uomini e donne che, a loro volta, l’hanno trasmesso ad altri ancora… La vita della Chiesa non è la vita di un’istituzione, ma di un organismo vivente.

A voi Saveriani e a tutti noi resta sempre il compito di continuare a crescere nella santità, portando a compimento la vocazione e la missione della nostra Chiesa e di ciascuno di noi e provando a realizzare sempre più quel programma di vita che san Guido Maria Conforti aveva così dettagliato: “Il saveriano – ma l’esortazione qui vale davvero per ogni discepolo del Signore – deve avere un carattere costante, forte, attento agli altri, cordiale, equilibrato e di buon senso; operosità, intraprendenza e creatività, capacità di solidarietà, amore della giustizia, schiettezza, discrezione e senso dei limiti; volontà di crescere, di apprendere, di migliorarsi, visione della vita carica di speranza, senso di gioiosa realizzazione nella propria vocazione”. Sono parole anche molto attuali in questo tempo che stiamo vivendo – fatto di solitudine, di timori e anche di “distanziamenti” sociali – perché parlano di speranza, di senso del limite, di coraggio e di forza.

Grazie, ancora, di vero cuore a voi oggi qui presenti e a tutta la famiglia saveriana che è passata per questi luoghi.