Lettera del Patriarca in occasione del settimo anniversario della morte del card. Marco Cè (12 maggio 2021)
12-05-2021

                                                        Venezia, 12 maggio 2014 / 2021

 

Sono trascorsi sette anni da quando il Patriarca Marco ci ha lasciati per entrare nella casa del Padre. La sua memoria è ben viva in quanti l’hanno conosciuto e apprezzato come sacerdote, pastore e padre.

Per noi il ricordo non è solo un atto di delicatezza o carità ma gesto di verità e giustizia. Personalmente gli sono riconoscente e debitore per avermi introdotto nella conoscenza della diocesi; fin dai primi incontri mi colpì l’amabile carità, insieme al senso di realismo, di delicatezza e verità nel porsi di fronte alle situazioni è soprattutto alle persone. Questo suo stile, insieme al sorriso, sono rimasti in me.

Del Patriarca Marco conosciamo l’amore per la Parola di Dio e la liturgia; entrambi erano, per lui, modi concreti d’amare Dio e i fratelli. Ricordiamo, poi, la passione per la pastorale familiare e la cura con cui seguiva gli esercizi spirituali diocesani, “momenti” privilegiati d’incontro con l’Altro e gli altri.

In questo tempo pasquale, in cui ricordiamo la nascita al cielo del Patriarca Marco, siamo invitati – come lui ci chiederebbe – a guardare il Crocifisso Risorto e rimanendo saldi, nel grembo della Chiesa, per trasmettere le parole e i gesti del Risorto, ossia il Vangelo che, oggi, in questo doloroso tempo di Covid 19, è ancor più necessario.

D’altra parte, nel suo intenso ministero episcopale, il Patriarca Marco ha sempre guardato all’ “adorabile persona di Gesù” – così amava chiamarLo – e l’ha indicato come il “rivelatore del Padre, del suo amore misericordioso”, l’Unico che può salvare e donare la pace perché Lui stesso è la pace.

Ricordiamo il suo motto episcopale: “Cristus ipse pax” (cfr. Ef 2,14), ad esso rimase fedele sino alla fine.

Grati per il dono del Patriarca Marco, chiediamo a lui di continuare a pregare per la sua e nostra amata Chiesa che ha servito con fedeltà, per oltre vent’anni, e gli domandiamo che dal Cielo l’affidi a Gesù, Eterno Sacerdote affinché, tramite l’intercessione della Madonna della Salute, riesca a dirigere secondo il Vangelo i suoi passi sulle vie – oggi non scontate – dell’amore, della giustizia, della verità e della pace.

 

+ Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia