Intervento del Patriarca durante la presentazione del nuovo volume dei “Quaderni della Procuratoria” (Venezia / Sala Sant’Apollonia, 18 maggio 2021)
18-05-2021

Presentazione del nuovo volume dei “Quaderni della Procuratoria”

(Venezia / Sala Sant’Apollonia, 18 maggio 2021)

Intervento del Patriarca Francesco Moraglia

 

Saluto il Primo Procuratore, i Procuratori, il Proto e tutti.

Molte ragioni rendono significativo il nuovo volume, il quindicesimo e ultimo di una lunga apprezzata serie, dei “Quaderni della Procuratoria”.

Un primo elemento è dato dal carattere singolare di questo numero che è quasi una “sintesi” di molti anni di intelligente studio, di paziente ricerca e indefesso lavoro sulla nostra basilica e i vari aspetti dell’attenta opera di valorizzazione e restauro che, costantemente, è condotta.

È, quindi, l’occasione per esprimere gratitudine e riconoscenza per le tantissime persone – tra di esse molte sono anche le donne a cui questo Quaderno è, in qualche modo, dedicato – che si sono prodigate con passione e competenza e continuano ad impegnarsi perché la “fabbrica” di S. Marco sia espressione del bello, risulti curata e disponibile innanzitutto alla preghiera e poi alla contemplazione ammirata dei visitatori.

Questa presentazione avviene nel momento in cui la basilica, il campanile e, con essi, tutta la città, stanno cominciando a rivedere un po’ di animazione e le prime presenze di visitatori che tornano ad animare le nostre calli, campi, campielli così abbondantemente caratterizzati da preziose opere d’arte e che rendono la nostra città unica al mondo. Ecco perché, come osservavo anche nel contributo che mi è stato chiesto per il Quaderno, è fondamentale saper “raccontare e testimoniare a tutti che Venezia, a cominciare dalla sua “basilica d’oro”, è viva e intende ripartire riscoprendosi e ricostruendosi come città / civitas dai valori antichi e perenni ma oggi declinati al ritmo del nostro tempo”.

San Marco, come del resto tutta Venezia, è bellissima e fragilissima: è stata duramente flagellata non solo da questo lungo e paralizzante tempo di pandemia ma prima ancora dall’Acqua Granda del novembre 2019 e continua ad essere solcata e sfregiata dal “salso” delle periodiche alte maree, almeno sino a quando – speriamo presto! – non saranno prese e realizzate decisioni e misure veramente risolutive.

Ora anche la Basilica di San Marco è stata restituita alle visite richiedendo un piccolo ma necessario sacrificio (un contributo di 3 euro) per la prenotazione delle visite e per partecipare alla buona conservazione dell’edificio. Colgo l’occasione per ribadire, anche in questa sede, che San Marco continua ad essere un luogo aperto alla preghiera per tutti e l’ingresso in Basilica è sempre consentito gratuitamente per la preghiera dei fedeli, sia residenti in Venezia sia per i turisti, attraverso l’accesso dal lato della Piazzetta dei Leoncini. Lo stesso, a maggior ragione, va detto per le celebrazioni liturgiche che quotidianamente vi si svolgono. Ricordo altresì che anche in pieno lockdown la Basilica è sempre stata aperta per consentire la preghiera personale dei fedeli.

San Marco ci rammenta anche, in questo periodo di auspicata e diffusa ripresa, come la fede cristiana sia capace di incidere sulla storia delle persone e delle città – lo abbiamo ricordato in occasione del 1600esimo compleanno di Venezia – e offra un orizzonte di speranza e di bellezza a tutti, accogliendo i doni di grazia che vengono dall’Alto, le risorse del creato che ci sono state offerte e valorizzando le capacità e i doni di ingegno e creatività di cui l’uomo abbonda.

Esattamente dieci anni fa, più o meno in questi giorni, Benedetto XVI visitava la nostra città e in quell’occasione, parlando nella vicina e basilica della Salute, sottolineò la caratteristica portante di Venezia come “città d’acqua” e “della vita e della bellezza”. E affermò: “Venezia ha una lunga storia e un ricco patrimonio umano, spirituale e artistico per essere capace anche oggi di offrire un prezioso contributo nell’aiutare gli uomini a credere in un futuro migliore e ad impegnarsi a costruirlo. Ma per questo non deve avere paura di un altro elemento emblematico, contenuto nello stemma di San Marco: il Vangelo. Il Vangelo è la più grande forza di trasformazione del mondo…” (Benedetto XVI, Discorso del Santo Padre nell’incontro con il mondo della cultura, dell’arte e dell’economia, 8 maggio 2011).

Sono convinto che queste parole si adattino bene a chi, ogni giorno, con dedizione, si adopera per custodire e valorizzare la basilica marciana.