MESSAGGIO PER LA GIORNATA DI PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE
Venerdì 14 dicembre 2001
Messaggio

Domenica, 18 novembre, parlando alla folla raccolta in Piazza San Pietro, il Papa, guardando la scena di un mondo sconvolto, con l’audacia dell’uomo di fede, lanciava una giornata di preghiera e digiuno per la pace. La fissava per il 14 dicembre, che coincide con l’ultimo giorno del Ramadan musulmano.
Dice il Papa: “Non possiamo non ricordare le pesanti sofferenze che hanno afflitto e che ancora affliggono tanti nostri fratelli e sorelle nel mondo”.
E richiama il desolante panorama di sofferenza e di morte che, in crescendo dall’11 settembre, coinvolge uomini e donne, anziani e bambini, travolti dal terrorismo, dalla guerra, dalla fuga forzata dalle proprie terre, in condizioni logistiche e climatiche disumane e impossibili. Inoltre la situazione nella terra di Gesù si va sempre più aggravando.
In questa situazione il Papa sente l’urgenza di elevare il nostro grido a Dio: “Quanto più insormontabili sembrano le difficoltà e oscure le prospettive, tanto più insistente deve farsi la nostra preghiera per implorare da Dio il dono della comprensione reciproca, della concordia e della pace”.
Sapendo poi che la preghiera “acquista forza se è accompagnata dal digiuno e dall’elemosina”, il Papa invita le comunità a impegnarsi ponendo un segno forte di fede e di penitenza (digiuno), impegnandosi a devolvere in carità ciò che si risparmia digiunando, vivendo cioè la giornata di preghiera all’insegna della sobrietà, della rinuncia al superfluo e della purificazione del cuore.
Dobbiamo leggere nell’invito del Papa un atto di fede in Dio e un appello alla fraternità che lega tutti gli uomini, specialmente quelli che sono accomunati dalla stessa fede di Abramo.
Il Papa crede che il cristiano, anche nelle bufera più tenebrosa, deve tenere aperti gli spazi della speranza. Chi crede ogni giorno deve ricominciare, perché Cristo, il vincitore del male e della morte, ci è dato per sempre.

Esorto quindi le comunità e i gruppi ecclesiali a rendersi attivi perch
é la giornata del 14 dicembre sia vissuta da tutti – anche dai piccoli, dagli anziani e dagli ammalati – nello spirito che il Papa ci propone.
Una grande liturgia di intercessione e di fraternità, pur nell’umiltà dei segni, deve innalzarsi al cielo: unita al sacrificio di Cristo, essa costituirà una potente intercessione per la salvezza e la pace.
Anche questo appartiene al cammino verso il Natale, quando riceveremo da Dio il dono del “Principe della pace”, al quale fin da ora apriamo con sconfinata fiducia il nostro cuore.

Marco Card. Cè, Patriarca

Venezia, 2 dicembre 2001, I domenica di Avvento

02-12-2001