Messaggio pasquale del Patriarca Moraglia: “Gesù ha vinto la morte, è questa la novità di cui il mondo oggi ha più bisogno”

“Gesù ha vinto la morte, è questa la novità di cui il mondo oggi ha più bisogno”: comincia così il messaggio e l’augurio pasquale del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia (testo completo in allegato).

Di questa bella notizia, afferma, “il nostro mondo – sempre più segnato da violenze, aggressioni e brutalità – ha bisogno come dell’aria, dell’acqua, del pane; è infatti la novità capace di dar speranza, soprattutto alla luce dei tragici eventi che si ripetono con crescente, drammatica, frequenza e mirano a spegnere in noi ogni fiducia e a gettarci nel panico. La nostra civiltà appare stanca, logora, incapace di vere risposte in grado di risvegliare e risollevare le coscienze. Popoli che avrebbero beni e risorse umane sono preda dei signori della guerra. E poi i signori del terrorismo, prigionieri dell’odio, che scrivono solo pagine di morte perché non sono capaci d’altro. Vengono pianificati attentati per gettare nel panico intere città e nazioni e il terrorismo assurge a scelta politica; siamo, così, costretti a rivedere all’infinito scene drammaticamente già viste e riviste. Eppure a Pasqua tutte le esistenze degli uomini – anche le più violate – tornano a sperare perché il Signore è veramente risorto, ha vinto la morte e ha donato a tutti una  nuova possibilità ad iniziare da quanti sono stati privati della vita nel modi più barbari e ingiusti”.

La Pasqua è, allora, “una porta che si apre per tutti: nessun uomo o donna è escluso, europei o extraeuropei, bianchi o neri. Nessuno è scartato dalla croce gloriosa di Cristo; la Pasqua non conosce né muri né filo spinato. Ma la Pasqua chiede coerenza, onestà di vita e di pensiero. Gesù ci salva con la Croce sottraendoci dal male che allontana l’uomo da Dio e l’uomo dall’uomo. Il male è qualcosa che colpisce l’anima e il corpo e ci condanna all’impotenza da cui solo la conversione del cuore e della mente ci può salvare. Il male del mondo ha un nome ben preciso che oggi si vorrebbe dimenticare: il peccato. La risurrezione di Gesù è l’evento di grazia che irrompe nella storia, è la sola novità capace di parlare al mondo perché domanda all’uomo quello che nessun progetto politico può osar chiedere, ossia il cambiamento del cuore, del modo di pensare e di considerare se stessi e gli altri.

Il Patriarca invita, quindi, a lasciare che “l’annuncio pasquale entri in noi e ci rinnovi; solo tale evento di grazia ci può rialzare dal peccato e condurci su strade benedette, fino alle estreme periferie dell’umanità, e così condividere con tutti i beni della vita e della grazia attraverso le opere di misericordia materiali e spirituali. La Pasqua 2016 sia per tutti – europei ed extraeuropei, profughi e immigrati, bianchi e neri – un momento di vera conversione, anche umana. A tutti chiedo di non smarrire il bene grande della speranza umana e cristiana e tutti abbraccio con affetto”.