Saluto del Patriarca e Presidente della CET al 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane “Confini, zone di contatto e non di separazione” (Grado, 8 aprile 2024)
08-04-2024

44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane                 

“Confini, zone di contatto e non di separazione”

(Grado, 8 aprile 2024)

Saluto del Patriarca di Venezia e Presidente della Conferenza Episcopale Triveneto Francesco Moraglia

 

 

Saluto le autorità presenti, S.E. mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, qui nella doppia veste di presidente della Caritas Italiana e Arcivescovo della Diocesi ospitante di Gorizia, e tutti i delegati delle Caritas diocesane convenuti dalle varie parti d’Italia a Grado per il 44esimo Convegno nazionale.

Il tema individuato per questi giorni d’incontro – “Confini, zone di contatto e non di separazione” – e le modalità scelte per declinarlo rispondono bene non solo ad un criterio di attenzione alla realtà e alle istanze che essa offre ed impone (il confine come luogo di incontro oppure, talora invece, come motivo di scontro e lontananza) ma anche al triplice invito che qualche anno fa, in occasione del 50esimo di fondazione di Caritas Italiana, avevate ricevuto dal Santo Padre Francesco che, nelle prossime settimane, avremo modo di accogliere più volte nelle nostre terre del Nordest, incominciando da Venezia il prossimo 28 aprile e poi a Verona e a Trieste. In quell’occasione, infatti, Papa Francesco vi aveva incoraggiati a percorrere “con gioia” tre specifiche strade: “partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività” (Papa Francesco, Discorso ai membri della Caritas Italiana nel 50esimo di fondazione, 26 giugno 2021).

Non dimentichiamo poi, in proposito, il fondamentale e attualissimo insegnamento consegnatoci da Benedetto XVI nell’enciclica “Deus caritas est”: “L’amore – caritas – sarà sempre necessario, anche nella società più giusta. Non c’è nessun ordinamento statale giusto che possa rendere superfluo il servizio dell’amore. Chi vuole sbarazzarsi dell’amore si dispone a sbarazzarsi dell’uomo in quanto uomo…” (Benedetto XVI, Lettera enciclica Deus caritas est n. 28).

La Chiesa, tutta, vive di caritas, ossia immersa in una dinamica d’amore concreto e senza confini. E nella nostra società è chiamata sempre più a mostrare e indicare che c’è sì la giustizia ma c’è anche la carità – le due dimensioni non vanno confuse ma vanno tenute insieme – e che la vita dell’uomo non può essere ridotta ad una concezione materialista o spiritualista che, di fatto, porterebbero a ridimensionare o umiliare la dignità dell’uomo stesso.

Quanto è importante allora il criterio della sussidiarietà – applicato insieme a quello della solidarietà e, ovviamente, della giustizia – per la vita delle nostre comunità locali e per venire incontro alle povertà e fragilità presenti nella nostra società, figlia del nostro tempo, così attenta allo sviluppo tecno-scientifico ed economico-finanziario ma, in proporzione, troppo poco al progresso antropologico-sociale!

Insieme alle autorità civili, vorrei quindi salutare e ringraziare anche i rappresentanti del mondo imprenditoriale e sindacale, delle associazioni e del terzo settore perché la Caritas intende dialogare e collaborare con tutti, sapendo bene quanto sono essenziali i rapporti di sinergia e di collaborazione con le istituzioni e le realtà di ogni territorio!

Nello stesso tempo è importante che la Caritas – nei diversi livelli e gradi pastorali e organizzativi (dall’ambito nazionale a quello diocesano e parrocchiale) – mantenga il suo tratto distintivo di “caritas” e faccia il possibile perché l’intera comunità ecclesiale cresca nell’essere – prima ancora che fare – “caritas”, ossia nel saper dimorare in quell’amore sempre necessario, che proviene da Dio Padre e che è suscitato continuamente dallo Spirito ad imitazione della carità di Cristo.

Anche nelle tante necessità e situazioni di confine, la Chiesa non può fare a meno di vivere e testimoniare la “caritas” perché l’uomo, la nostra società di oggi, ne ha sempre più bisogno. E in questa missione le Caritas diocesane hanno, evidentemente, grande rilievo.