Saluto del Patriarca e Gran Cancelliere al Convegno della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X sul tema “Chiesa e beni culturali. Tutela e valorizzazione” (Venezia, 6 marzo 2024)
06-03-2024

Convegno della Facoltà di Diritto Canonico San Pio X sul tema “Chiesa e beni culturali. Tutela e valorizzazione”

(Venezia, 6 marzo 2024)

Saluto del Patriarca di Venezia e Gran Cancelliere della Facoltà Francesco Moraglia

 

 

Eccellenze, stimate Autorità, signor Preside, docenti, studenti,

il convegno annuale – promosso dalla Facoltà di Diritto Canonico San Pio X, organizzato dalla Rivista internazionale Ephemerides Iuris Canonici e patrocinato dall’Osservatorio giuridico-legislativo della Conferenza Episcopale Triveneto – intende affrontare il complesso argomento del rapporto tra la Chiesa e i beni culturali, nella prospettiva della loro tutela e valorizzazione.

La relazione tra comunità ecclesiale e beni culturali – chiara espressione della fede nella storia – è al crocevia di due “diritti” nativi della Chiesa stessa. In primo luogo: predicare il Vangelo a tutte le genti (cfr. can. 747, §1); in secondo luogo: acquistare, possedere ed alienare i beni temporali per conseguire i fini che le sono propri (cfr. can. 1254, §1) e qui si danno le opere di apostolato della Chiesa (cfr. can. 1254, §2).

I beni temporali – tra cui i beni culturali – rivestono una funzione strumentale nei confronti del dovere e del diritto che la Chiesa ha di annunciare la fede. Ne consegue che i beni culturali della comunità cristiana saranno pienamente valorizzati se impiegati nell’opera di evangelizzazione ed educazione alla fede; nello stesso tempo la loro tutela non potrà prescindere da tale destinazione fondamentale.

In tal senso, appare evidente che per la Chiesa la conservazione dei beni culturali non può ridursi ad una azione – pur doverosa e responsabile – di preservazione e mantenimento del patrimonio culturale espressione della fede. Tale aspetto deve essere armonizzato con la missione affidata alla comunità dei discepoli dal Signore risorto: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15).

Oggi la tutela dei beni culturali ecclesiali e la loro fruibilità, in vista della missione, costituisce una sfida appassionante e, per molti versi, inedita che si fa evidente, in modo particolare, nel contesto veneziano col suo inestimabile patrimonio di fede e cultura che la comunità ecclesiale – con l’aiuto di quella civile – è chiamata a preservare ed offrire all’umanità come strumento d’educazione alla dignità umana e testimonianza della fede in Cristo.

Nel dibattito pubblico, da più parti, si identifica la società attuale come “società dell’immagine” ed è proprio l’immagine che si afferma nell’epoca della secolarizzazione. E, mentre l’idea di Dio tende ad essere progressivamente allontanata dalla sfera pubblica e privata, la comunicazione per immagini acquista uno spazio sempre maggiore. Non è difficile comprendere come l’annuncio del Vangelo, in un’epoca di pervasiva secolarizzazione, potrà beneficiare dell’uso delle immagini. La comunità cristiana, nella sua secolare storia, ha sempre percorso tale via per comunicare la propria fede.

Tutelare e valorizzare i beni culturali della Chiesa significa, allora, adoperarsi anche per coglierne l’inesauribile messaggio di fede e bellezza che si manifestano attraverso il cuore, la ragione e la creatività dell’uomo, redento dalla fede in Cristo, nelle multiformi espressioni dell’arte e della cultura.

Il patrimonio storico-artistico che la Chiesa intende tutelare (pur nelle complesse vicende amministrative che comporta, sia a livello di finanziamenti che nei rapporti tra Chiesa e comunità politica) costituisce una ricchezza le cui possibilità sembrano ancora essere, in buona parte, inesplorate. Tuttavia tale valorizzazione è opportunità di crescita e sviluppo tanto per la comunità politica quanto per la comunità cristiana.

Auguro una feconda giornata di studio ai partecipanti e ricordo quanto affermava san Giovanni Paolo II nel messaggio in occasione della II Assemblea plenaria della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa (25 settembre 1997): “Dai siti archeologici alle più moderne espressioni dell’arte cristiana, l’uomo contemporaneo deve poter rileggere la storia della Chiesa, per essere così aiutato a riconoscere il fascino misterioso del disegno salvifico di Dio”.