Saluto del Patriarca alla Torch Run Special Olympics (Venezia, 19 marzo 2022)
19-03-2022

Torch Run Special Olympics

(Venezia, 19 marzo 2022)

Saluto del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

Cari atleti e amici di Special Olympics, agenti della Polizia di Stato, volontari della Venice Marathon e operatori delle varie realtà impegnate in questa “corsa della torcia” che, come sappiamo, attraversa l’Italia e oggi la nostra città.

Siamo oltremodo lieti di accogliervi e salutarvi – insieme alle autorità presenti – davanti alla basilica tanto amata ai veneziani e intitolata a Maria, Madonna della Salute, uno dei simboli della città di Venezia.

Questa corsa, con la fiaccola accesa lungo le strade che percorre, è preparazione ai Giochi Nazionali Estivi Special Olympics in programma a Torino a giugno. È la vostra un’iniziativa veramente bella ed è qualcosa d’importante per tutti, non solo per voi, per i vostri familiari, i vostri amici, ma per l’intera società che guarda a voi, carissimi atleti di Special Olympics, con ammirazione e simpatia.

Siete per tutti, ma soprattutto per i vostri coetanei, motivo di riflessione e segno del coraggio che non si arrende, della volontà e dell’intelligenza che vuole camminare portando una fiaccola che è una luce di cui oggi tutti avvertiamo la necessità.

Siete motivo di gioia perché la vostra fiaccola è segno della ripartenza e della possibilità di tornare di nuovo e finalmente a vivere con regolarità e rinnovato impegno tutte le attività, anche quelle sportive, che hanno subito in questi anni molte limitazioni per la pandemia ancora in corso.

Ed è motivo di gioia per noi, veneziani e non, vedervi correre per le calli, le fondamenta e i campi della nostra amata, bellissima e fragile città, perché la fiaccola che portate, le vostre persone e l’evento di Special Olympics sono un messaggio vivo di grande ottimismo, anzi di vera speranza che, idealmente, ci consegnate ed affidate.

Il vostro è anche un messaggio di pace, di volontà di stare insieme e di crescere non escludendo nessuno, gareggiando con tutta la determinazione del caso e battendosi lealmente ma sempre con uno spirito di competizione sana e nell’intento di migliorarsi continuamente.

Sì, in questi tempi difficili e anche bui (prima per la pandemia e ora per la guerra scoppiata in Ucraina, alle porte dell’Europa), siete per noi un raggio di sole, una luce che si accende e che indica la strada della solidarietà, del vero incontro che avvicina ed “include” le persone e i popoli, creando fraternità e maggiore umanità in tutti.

Sono sempre lieto d’incontrarvi e salutare gli atleti di Special Olympics perché, cari amici, voi con la vostra testimonianza di tenacia e di forza e ci indicate l’orizzonte migliore per guardare alle vicende della vita: essere sempre consapevoli delle proprie forze ma anche dei propri limiti – i limiti fanno parte di noi – e saper guardare avanti, verso un traguardo da raggiungere, mettendo in gioco tutta la generosità e la determinazione essenziali per vincere le sfide di ogni giorno, sul campo dell’atletica e della vita.

Ricordo qui il giuramento dell’Atleta Special Olympics, il vostro giuramento, che voglio risuoni con forza: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze”.

Grazie per la vostra presenza e, come già altre volte vi ho detto, sappiate che tifo per ciascuno e ciascuna di voi e vi accompagno sempre con il mio affetto e la mia vicinanza.