Presentazione del volume “Albino Luciani – Giovanni Paolo I. Illustrissimi. Lettere immaginarie”
edizione critica a cura di Stefania Falasca
(Venezia / Palazzo Ducale, 17 maggio 2024)
Saluto del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia
Eminenze, Eccellenze, stimate autorità civili e militari, signore e signori,
nella prestigiosa cornice di Palazzo Ducale ricordiamo il Beato Albino Luciani presentando la nuova edizione critica della sua opera più conosciuta – “Illustrissimi. Lettere immaginarie” – curata dalla dott.ssa Stefania Falasca.
Il prete e teologo Divo Barsotti – di cui è in corso la causa di beatificazione – fu sincero estimatore di Albino Luciani anche nei momenti non facili del suo episcopato, esercitato per vent’anni in queste terre venete (le terre di san Marco), prima come Vescovo di Vittorio Veneto e poi come Patriarca di Venezia.
Don Barsotti, subito dopo l’improvvisa ed inattesa morte di colui che, nel frattempo, era diventato Sommo Pontefice col nome di Giovanni Paolo I, ne delineò la figura con queste parole che, in modo felice, mettono in evidenza una prospettiva vera della sua missione nella Chiesa e nel mondo. “Quest’uomo – scrive Barsotti – è stato con noi soltanto per rivelarci la semplicità di Dio”.
Mi pare che tale giudizio descriva bene il profilo personale ma anche la raccolta di lettere ai grandi personaggi della storia che oggi ci viene riproposta; la semplicità-umiltà di Luciani come criterio ermeneutico per comprendere la semplicità-umiltà di Dio.
Semplicità ed umiltà si traducono nella libertà di chiamare le cose col proprio nome e non vanno mai confuse col dire banalità o cose scontate. Al contrario, negli scritti di Luciani troviamo contenuti significativi, resi con intelligenza e arguzia. Vi è, inoltre, la capacità di unire originalità e vivacità, giungendo al concreto; vi è il saper guardare la realtà con libertà e disinteresse, virtù essenziali in un uomo di Chiesa. Nelle pagine di Luciani non vi è spazio, insomma, per pensieri vuoti o contorti, affermazioni reticenti e comodi sofismi; in esse mai abita il politicamente corretto, costante tentazione per chi parla in pubblico.
In “Illustrissimi” emergono quei tratti caratteristici di Luciani che lo hanno accompagnato nelle differenti stagioni della vita: umiltà, obbedienza e fedeltà alla Chiesa. In lui era vivo il primato di Cristo, al di là delle sue personali convenienze, insieme all’intento di dialogare con i grandi personaggi delle diverse epoche e culture, per parlare agli uomini e alle donne di oggi del Vangelo, ossia di Gesù, servendosi dei moderni strumenti di comunicazione. Non dimentichiamo che le prime lettere “immaginarie” furono pubblicate su quello che era ed è ancor oggi il giornale storico di Venezia – “Il Gazzettino” – e poi passarono soprattutto sulle pagine del “Messaggero di Sant’Antonio”.
Questo libro dice la passione di Albino Luciani per le buone letture, la sua curiosità, il desiderio di approfondire e l’impegno personale per lo studio, rivelando così la sua spiritualità e cultura talvolta non adeguatamente sottolineate.
Di figure come quella di Albino Luciani – in cui rivive la parola evangelica: «il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno» (Mt 5,37) – si avverte l’importanza e la bellezza.
Tra le lettere, una è un colloquio tra lo stesso Luciani e san Bernardo di Chiaravalle, a cui l’allora patriarca di Venezia chiede la “carità” di riversare alcuni “utili consigli a me, povero vescovo, e ad altri cristiani alle prese con molteplici difficoltà nel servire il pubblico” (Albino Luciani – Giovanni Paolo I, Illustrissimi. Lettere immaginarie – Edizione critica a cura di Stefania Falasca, Padova 2023, p. 65).
Ne scaturisce, così, anche una lettera immaginaria di san Bernardo allo stesso Luciani in cui l’abate di Chiaravalle – grande riformatore e dottore della Chiesa -, dà una serie di preziosi suggerimenti validi, oggi più che mai, per chi ha responsabilità nella Chiesa e nel mondo.
Ne riporto alcuni: “«Se governa, sia prudente!»… E cioè: abbia ben fissi in testa alcuni princìpi basilari e li sappia adattare alle circostanze della vita. Quali princìpi? Ne dico, a caso, qualcuno. Un successo apparente, anche clamoroso, è in realtà un insuccesso, se raggiunto calpestando la verità, la giustizia, la carità (…). I grandi princìpi vanno calati nella vita degli uomini e gli uomini sono come le foglie di un albero: tutte simili, nessuna perfettamente eguale all’altra. Essi si presentano a noi diversi l’uno dall’altro, secondo la cultura, il temperamento, l’estrazione, le circostanze, lo stato d’animo. Occhio, dunque, alle circostanze, agli stati d’animo: se cambiano, cambiate anche voi, non i princìpi, ma l’applicazione dei princìpi alla realtà del momento (…) Direi: cercate insieme di sapere e di capire. Come dicevo dianzi: possedere i princìpi e applicarli alla realtà! È l’inizio della prudenza!” (Albino Luciani – Giovanni Paolo I, Illustrissimi. Lettere immaginarie – Edizione critica a cura di Stefania Falasca, Padova 2023, pp. 66 – 69).
Luciani, nella lettera di risposta (e ringraziamento) chioserà queste parole evocando una citazione di Cavour e segnalando a sua volta la necessità, per chi governa, di possedere insieme “un’audacia prudente e una prudenza audace!” (Albino Luciani – Giovanni Paolo I, Illustrissimi. Lettere immaginarie – Edizione critica a cura di Stefania Falasca, Padova 2023, p. 71).
Questo è solo uno dei tanti pensieri che ci svela bene la personalità di Albino Luciani – semplice, sincera, intelligente, immediata – e che traspare in ogni pagina del suo libro. La bellezza, la verità, la semplicità di Dio hanno sempre bisogno di persone che, con il loro stile, le rendano visibili.
La nuova edizione critica di Illustrissimi. Lettere immaginarie, presentata oggi dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I e a cura di Stefania Falasca che ringraziamo, certamente ci può aiutare in tal senso.