Saluto del Patriarca al Convegno della Caritas Italiana “EU-PASSWORLD. Ampliamento delle vie legali di ingresso legate alla sponsorizzazione comunitaria” (Venezia, 9 marzo 2022)
09-03-2022

Convegno della Caritas Italiana “EU-PASSWORLD. Ampliamento delle vie legali di ingresso legate alla sponsorizzazione comunitaria”

(Venezia, 9 marzo 2022)

Saluto del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

 

Un cordiale saluto a tutti Voi che arrivate da differenti Paesi europei per partecipare alla “due giorni” organizzata da Caritas Italiana che ringrazio per il servizio che svolge quotidianamente.

Sono contento che sia stata scelta Venezia come una delle sedi di questo convegno.

L’opportunità di accogliere questa iniziativa, che mira a promuovere vie complementari d’ingresso per persone bisognose di protezione e di una loro ulteriore integrazione, offre alla Chiesa che è in Venezia un’occasione di riflessione e verifica sui progetti d’accoglienza e integrazione dei migranti: i corridoi umanitari, i corridoi universitari e il progetto A.P.R.I.

Desidero innanzitutto sottolineare la natura “pastorale” della Caritas diocesana. Essa è un’espressione della Chiesa locale per annuncio del Vangelo della carità, l’educazione al dono, alla tutela e promozione della vita e della formazione del popolo di Dio.

Occorre, perciò, superare la concezione che vede nella Caritas diocesana una struttura direttamente operativa per l’assistenza sociale, una forma organizzata di volontariato tipo agenzia di servizi a supporto delle diverse amministrazioni pubbliche.

La Caritas diocesana deve, piuttosto, perseguire un continuo ascolto favorendo il coordinamento e la collaborazione con le diverse comunità cristiane che costituiscono il tessuto vitale della Chiesa locale.

La seconda questione che possiamo evidenziare nell’incontro con le Chiese locali, è la centralità del principio di sussidiarietà che deve ispirare continuamente l’azione dei diversi organismi e delle realtà ecclesiali.

Senza cadere in particolarismi e protagonismi, il principio di sussidiarietà ricorda che “tutte le società di ordine superiore devono porsi in atteggiamento di aiuto («subsidium») – quindi di sostegno, promozione, sviluppo – rispetto alle minori. In tal modo, i corpi sociali intermedi possono adeguatamente svolgere le funzioni che loro competono, senza doverle cedere ingiustamente ad altre aggregazioni sociali di livello superiore, dalle quali finirebbero per essere assorbiti e sostituiti e per vedersi negata, alla fine, dignità propria e spazio vitale” (Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa n. 186).

Proprio in questi giorni in cui le nostre Chiese del nord-est sono particolarmente coinvolte dall’emergenza ucraina, queste consapevolezze che ho sottolineato, evidenziano la loro urgenza perché sono divenute necessariamente metodo operativo di progettazione ed azione. Abbiamo scelto, infatti, di far tesoro dell’azione di coordinamento e discernimento della Caritas diocesana, in comunione con quella nazionale, perché la generosità e la solidarietà dei singoli non vadano disperse in molteplicità inconcludenti ma siano valorizzate in un progetto unitario della Chiesa locale.

Attraverso i canali di immigrazione protetta gli Stati nazionali scelgono di collaborare con le realtà locali valorizzando le rispettive competenze e la conoscenza del tessuto locale. Le Caritas diocesane, a loro volta, propongono forme di accoglienza coinvolgendo e responsabilizzando una pluralità di soggetti – le famiglie, gli operatori della Caritas diocesana e vicariale, le comunità e le parrocchie – che potranno crescere ed arricchirsi accogliendo persone provenienti da contesti differenti.

Vi è poi anche un elemento culturale ed educativo da tenere presente. Le migrazioni costituiscono – e costituiranno nei prossimi anni – uno degli aspetti che connotano la complessa fisionomia del continente europeo; esse ne delineano già, e sempre più per il futuro, l’identità storica, religiosa, culturale e politica.

Occorre riconoscere che l’attuale impianto normativo di numerosi Paesi europei è influenzato da esigenze di sicurezza che, se da un lato mirano a restringere sempre più le possibilità di ingresso legale, spesso producono come effetto l’immigrazione irregolare che, in un paradossale circolo vizioso, produce facilmente tensione e il diffondersi di pregiudizi e conflitti nei rapporti sociali.

I progetti di immigrazione protetta sono, invece, uno strumento per tornare a scoprire l’altro – chiunque egli sia – nella sua dignità di persona, accogliendolo secondo protocolli di integrazione che siano realmente rispettosi della cultura e delle tradizioni locali.

La Chiesa che è in Venezia, attraverso la Caritas diocesana, ha scelto in modo preferenziale lo strumento delle vie complementari d’ingresso per persone bisognose perché, anche in tal modo, vogliamo fare nostro l’invito del Santo Padre: “In realtà, siamo tutti sulla stessa barca e siamo chiamati a impegnarci perché non ci siano più muri che ci separano, non ci siano più gli altri, ma solo un noi, grande come l’intera umanità. Nell’incontro con la diversità degli stranieri, dei migranti, dei rifugiati e nel dialogo interculturale che ne può scaturire ci è data l’opportunità di crescere come Chiesa, di arricchirci mutuamente” (Papa Francesco, Messaggio per la 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, 2021).

Buon lavoro a tutti Voi e buona permanenza a Venezia!