Saluto del Gran Cancelliere al Dies academicus dello Studium Generale Marcianum (Venezia, Basilica S. Marco - Venerdì 25 ottobre 2013)
25-10-2013
Studium Generale Marcianum – Dies Academicus 2013/14
(Venezia, Basilica S. Marco – Venerdì 25 ottobre 2013)
Saluto del Gran Cancelliere e Patriarca di Venezia  mons. Francesco Moraglia
Eminenza Reverendissima e gentili autorità,
Monsignor Preside, membri del Consiglio e rappresentanti dei soci e sostenitori della Fondazione Studium Generale Marcianum,
chiarissimi docenti e cari studenti,
gentili signore e signori,
desidero rivolgere a Voi tutti il mio cordiale saluto e benvenuto a questo atto solenne che sancisce l’apertura ufficiale del nuovo anno accademico dello Studium Generale Marcianum che entra così, significativamente, nel suo decimo anno di attività.
Permettetemi di porgere un particolarissimo saluto, ricco di gratitudine, al cardinale George Pell – arcivescovo di Sydney – che ho avuto modo di conoscere e apprezzare un anno fa in occasione dei lavori del Sinodo dei Vescovi su ‘La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana’.
Accanto al grazie per la sua presenza oggi tra noi e per il contributo prezioso che ci vorrà offrire tra poco sul tema ‘La Chiesa cattolica nel mondo anglofono a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II’, desidero soprattutto assicurare grande vicinanza e sostegno nella preghiera da parte di tutta la Chiesa che in Venezia, non solo per il quotidiano servizio pastorale a favore della Chiesa che è in Sydney ma anche per il delicato e importante compito che gli è ora affidato come membro del ‘Consiglio di cardinali’ chiamati ad aiutare il Santo Padre nel governo della Chiesa universale e a studiare un progetto di revisione della Curia romana.
L’Anno della Fede, ormai giunto quasi al termine e indetto appunto a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II e a vent’anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, continua a rappresentare un potente stimolo a riconsiderare – sia a livello personale che comunitario – la nostra adesione e testimonianza di fede in contesti, ormai, ampiamente post-cristiani e di secolarizzazione diffusa.
Recuperare ed approfondire oggi contenuti, metodo, ‘attuazione’ e ‘dinamica’ dell’ultimo Concilio è, per la Chiesa, un esercizio quanto mai necessario e fondamentale poiché – come ha ben rilevato, di recente, Papa Francesco – ‘Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi’ Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e di discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata propria del Concilio è assolutamente irreversibile’ (Papa Francesco, Intervista a La Civiltà Cattolica, 19 settembre 2013).
In questi mesi, in più occasioni ed ambiti, ho voluto raccomandare la lettura meditata almeno delle quattro Costituzioni conciliari e del Catechismo della Chiesa Cattolica ai fini di una vera comprensione dei grandi testi che raccolgono la saggezza di quella grande assise ecclesiale. È già questo un primo e concreto gesto di recezione e di amore verso il Concilio Vaticano II. È, soprattutto, la strada per rendere più fondato, deciso e fecondo il nostro cammino di fede personale e comunitario. 
Il tutto sempre in vista della nuova evangelizzazione che – sono ancora parole di Papa Francesco – ” significa risvegliare nel cuore e nella mente dei nostri contemporanei la vita della fede. La fede è un dono di Dio, ma è importante che noi cristiani mostriamo di vivere in modo concreto la fede, attraverso l’amore, la concordia, la gioia, la sofferenza, perché questo suscita delle domande, come all’inizio del cammino della Chiesa: perché vivono così? Che cosa li spinge? Sono interrogativi che portano al cuore dell’evangelizzazione che è la testimonianza della fede e della carità’ Come figli della Chiesa dobbiamo continuare il cammino del Concilio Vaticano II, spogliarci di cose inutili e dannose, di false sicurezze mondane che appesantiscono la Chiesa e danneggiano il suo volto. C’è bisogno di cristiani che rendano visibile agli uomini di oggi la misericordia di Dio, la sua tenerezza per ogni creatura” (Papa Francesco, Discorso ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, 14 ottobre 2013).
E’ perciò sempre più necessario colmare le distanze tra le domande degli uomini e la fede professata dalla comunità cristiana; è sempre più importante individuare modalità capaci di trasmettere in maniera ‘sensata’ la fede in un contesto storicamente e culturalmente determinato e in un continuo e serrato confronto con tutta la realtà, nei suoi diversi ambiti.
Bisogna trovare, insomma, un approccio che permetta d’entrare in dialogo proficuo con gli uomini e le donne del nostro tempo che portano in sé, oltre a forti contraddizioni, anche non pochi valori e richiami alla Trascendenza; ciò si evidenzia, tra l’altro, con le ricorrenti ed ineludibili domande sul senso della vita e, più in generale, dell’essere (cfr. F. Moraglia, Una fede amica dell’uomo, Cantagalli, Siena 2013, pagg. 88-92).
Su questo piano si inserisce certamente ed ha grande valore la variegata proposta formativa e accademica dello Studium Generale Marcianum, capace di incrociare competenze, materie e ambiti culturali differenti (dal diritto alla teologia, dalla filosofia ai beni culturali e al mondo dell’economia, del lavoro e dell’impresa ecc.) e di porsi così sempre più a servizio della nostra Chiesa, di questa città e dell’ampio territorio umano sul quale gravita: Venezia e il Nordest dell’Italia, innanzitutto, ma anche ben oltre poiché anche l’opera e lo ‘spirito’ del Marcianum hanno il pregio di raccogliere e rilanciare la vocazione internazionale e di luogo di incontro che è propria di questa città e che le viene in eredità dalla sua storia.
 Lo Studium Generale Marcianum, in modo particolare, è in grado di diventare, sempre più un prezioso punto di riferimento, approfondimento e confronto a partire dall’insegnamento sociale cristiano e dai suoi elementi-chiave quali la centralità della persona, i principi della sussidiarietà, della solidarietà e della partecipazione. E così potrà offrire all’intera società, soprattutto in questi tempi di crisi e perciò di necessaria revisione e conversione – anche a livello culturale e politico, economico e sociale, dalla gestione etica delle imprese e delle banche ad un nuovo sistema di welfare – un contributo essenziale e ben fondato nella riflessione e nell’impegno di tutti per il bene comune.
Desidero esprimere pubblicamente apprezzamento e riconoscenza nei confronti degli enti e delle istituzioni che sostengono e danno fiducia a quest’opera, consapevoli dello sforzo che anch’essi compiono in questo periodo di persistente crisi.
E a tutti coloro che, in vario modo e con diversi compiti, dall’insegnamento allo studio e alla ricerca, rendono ‘vivo’ ogni giorno lo Studium Generale Marcianum auguro un proficuo anno accademico, capace di accrescere in ciascuno la passione, l’autorevolezza e la gioia di vivere e mostrare una fede – concretamente e realmente – amica della ragione e amica dell’uomo, di ogni uomo.