S. Francesco di Sales, incontro con i giornalisti
 Appunti dall'omelia tenuta dal Patriarca in cripta di San Marco, venerdì 24 gennaio 2003
24-01-2003

NEI FILE ALLEGATI LE FOTO DI ALCUNI MOMENTI DELL’INCONTRO

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SANTA MESSA CON I GIORNALISTI
Festa di S. Francesco di Sales
Ef 3,8-12 dal salmo 88 Gv 10,11-16

Cripta della Basilica Patriarcale di San Marco
Venezia, 24 gennaio 2003

APPUNTI

1. La grandezza di un Santo

a) Giovanni XXIII scrive il 29.1.1903 (allora la Festa era il 29!): «Oggi fu un giorno di festa completa. L’ho passata in compagnia di S. Francesco di Sales, il mio santo dolcissimo. Che bella figura di uomo, di sacerdote, di vescovo. Se io dovessi essere come lui, non mi farebbe nulla anche se mi creassero papa».

b) Perché Pio XI, il 26 gennaio 1923, fece Francesco di Sales patrono della stampa e dei giornalisti?

a. – straordinaria capacità di scrivere
– intensissima corrispondenza epistolare, pubblicazione fogli volanti che appendeva ai muri e infilava sotto le porte delle case.

b. «Ad essi (i giornalisti) è necessario, nelle discussioni, imitare e mantenere quel vigore, congiunto con moderazione e carità, tutto proprio di Francesco».

c. Prefazione alla ‘Vita devota’ (Filotea, t. III): «Gli autori che trattarono di vita devota ebbero quasi tutti di mira l’istruzione di persone segregate dal mondo o per lo meno insegnarono una devozione che conduce a questo completo isolamento; io invece ho in animo di istruire coloro che vivono nelle città, tra le faccende domestiche, nei pubblici impieghi, e che dalla propria condizione sono obbligati a fare, quanto all’esterno, la vita che tutti fanno».

c) Il vostro lavoro è una forma di amore al popolo nel servizio dei fratelli (Orazione di Colletta): «’concedi anche a noi di testimoniare sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore».

2. Servizio ai fratelli

Questo servizio nell’adempimento del mistero nascosto nella mente di Dio (la natura di segno della realtà) da rendere manifesto ai Principati e alle potestà: gerarchia dei poteri.
Lettera agli Efesini: Prima lettura

a) Informazione: primato della verità

b) Aiutare/sostenere l’incontro della libertà
col reale. Favorire un ‘giudizio’ sulla realtà. Questa è la base quotidiana dell’esperienza elementare dell’io e quindi del popolo.

3. Come attuare questo servizio?

A. Testimone (Buon Pastore)/ mercenario (Vangelo di Marco)
a) Il buon pastore offre la vita per le pecore
b) Autoesposizione
c) La testimonianza

B. Mercenario: in senso spregiativo, che agisce solo per denaro (prezzolato)
Eliot: «Dov’è la saggezza che abbiamo perduto con la conoscenza? Dov’è la conoscenza che abbiamo perduto con l’informazione?».
Card. Ruini:
‘carattere tumultuoso, frastornante, autoreferenziale dell’informazione’

4. Per non essere mercenario:

essere ben consapevoli che nessuno comunica senza coinvolgersi:

a) con il Mistero: verità che interpella la libertà alla decisione nelle circostanze e nei rapporti

b) con le persone a cui comunica. Informazione: serve la conoscenza che genera la saggezza. Questo trittico è più profondo del binomio fatti/opinioni.
Tentazioni: retropensiero, dietrologia, verosimiglianza
(’68, Le Monde: ‘faussement objectif’)

5. Un servizio esigente
Così intesa la stampa è un potere di autentico servizio.

Per questo stiamo celebrando l’Eucaristia. Siamo coscienti che da soli non si può ‘tenere’ una posizione cosìesigente ed impegnativa di servizio agli uomini nella verità: «O Padre, questo sacrificio, suprema testimonianza dell’amore del tuo Figlio, comunichi a noi l’ardore del tuo Santo Spirito, che infiammò il cuore mitissimo di san Francesco di Sales» (Orazione sulle offerte).