Ritiro delle Palme (Cavallino, 28 marzo 2010)
28-03-2010

Card. Marco Cè

 

Ritiro delle Palme

 

(Cavallino, 28 marzo 2010)

 

 

 

1. Con la celebrazione ‘delle Palme’ di questa mattina, siamo entrati nella grande settimana della memoria ‘sacramentale’ della morte e risurrezione del Signore Gesù.

 

Cosa vuol dire ‘memoria sacramentale‘?

 

Vuol dire che noi celebrando i misteri della Pasqua (il Giovedì e il Venerdì Santo e nella Veglia pasquale) non facciamo solo ‘memoria’ di eventi del passato, ricordandoli con edificazione.

 

La liturgia è opera di Gesù: proprio grazie alla sua presenza, i misteri della sua vita, che noi celebriamo, sono in qualche modo presenti, perché noi vi partecipiamo.

 

Gesù infatti non appartiene al passato. I suoi gesti di salvezza sono sempre ‘oggi’ e ‘per noi’.

 

Quindi quando celebriamo i divini misteri della vita di Gesù, noi realmente partecipiamo ad essi: a condizione che apriamo il nostro cuore.

 

 

Per questo è importante che noi preghiamo. L’invocazione dello Spirito Santo con cui abbiamo iniziato non è stata un fatto rituale: noi abbiamo bisogno che Dio ci apra il cuore, perché intendiamo ciò che egli vuole dirci  attraverso le parole umane che ascolteremo.

 

Se Dio non ci apra il cuore, il nostro incontro sarà una audizione di ‘parole morte’, non un incontro con l’amore di Dio.

 

Al Signore chiediamo soprattutto il dono della fede: ‘Io credo: ma tu, Signore, soccorri la mia incredulità’.

 

 

2. Cosa voglio fare oggi?

 

Oggi vorrei oggi meditare sui riti del Triduo Sacro (del Giovedì e Venerdì Santo e della Veglia Pasquale), evidenziando il punto centrale di ogni celebrazione. Riscontreremo che ciò che accomuna i riti del Triduo è il fatto che essi sono la grande teofania (manifestazione, ostensorio) dell’amore di Dio Padre. Gesù, il Figlio, è il rivelatore del Padre, di un Dio che è amore. E il Padre si rivela nel Figlio…

(il testo completo del ritiro è nel file .pdf qui in calce)