Pasqua: omelia alla Veglia pasquale (22 aprile 2000)
Basilica di S. Marco, 22 aprile 2000
22-04-2000

La Veglia pasquale che stiamo celebrando è il punto più alto di tutta la vita della Chiesa: Gesù, il crocifisso che il Padre ha risuscitato, ne è il grande protagonista.
Il celebrante è solo il segno (sacramentale) di una persona invisibile ma reale, quella di Gesù, il Risorto, che rimane il vero attore di quanto stiamo facendo.

2. La lunga liturgia della Parola – dopo quella della luce, che ha annunziato la risurrezione – anche se un po’ difficile da comprendere, ha proclamato che la vicenda dell’uomo, segnata dalla ribellione a Dio e dal peccato, è tutta attraversata dall’amore di Dio Padre che vuol salvarci.
Al vertice di tutto c’è “l’evento Gesù”: “Dio ha tanto amato il mondo da dare per noi il suo unico Figlio” (Gv 3, 16).
Ebbene, ciò che Gesù ha compiuto nella sua vita per la salvezza dell’uomo, ora va a compimento per noi. Il Battesimo altro non è che il mistero della morte e risurrezione di Gesù, che diventa nostro: con le mani della Chiesa.

3. Tra poco, cinque nostri fratelli – due bambini e tre adulti – saranno battezzati, saranno immersi nella croce di Cristo, simbolicamente espressa dall’acqua battesimale (ricordate l’acqua sgorgata dal costato squarciato di Cristo, e saranno resi partecipi della sua Risurrezione: Dio Padre li chiamerà col nome dolcissimo di figli, proprio come fa con Gesù, e li inviterà al banchetto nuziale dei figli, l’Eucaristia.

4. Ringraziamo il Signore per le opere grandi che Egli continua a compiere in mezzo a noi, perché grande è il suo amore.
Seguiamo con fede il rito sacramentale del battesimo: uniamoci alle promesse battesimali, rinnovandole nel nostro cuore e ravvivando in noi la grazia del Battesimo che abbiamo ricevuto.

Poi il Padre ci inviterà al banchetto del Figlio, l’Eucaristia, la festa che egli proclama per colui che era perduto ed è stato ritrovato, la festa della sua più grande felicità.
Noi vi parteciperemo con fede e con grande gioia.
Marco Cè, Patriarca