Omelia nella S. Messa prenatalizia con il mondo dell'Università (Chiesa dei Tolentini / Venezia, 18 dicembre 2012)
18-12-2012

Messa prenatalizia con il mondo dell’Università

 

(Chiesa dei Tolentini / Venezia, 18 dicembre 2012)

 

Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia

 

 

 

 

È questo un momento di condivisione del Santo Natale a partire da una comunità importante: quella delle nostre Università. Vorrei con voi riflettere su come chi – a diverso titolo – appartiene al mondo accademico ed è credente deve disporsi a vivere il mistero grande del Santo Natale. C’è una specificità: i bambini, i catechisti, i preti, i religiosi, ma anche gli uomini e le donne  di pensiero devono accostarsi al Natale a partire dal loro carisma, dalla loro specificità.

 

E come tutti gli altri membri del popolo di Dio ascolteremo il giorno di Natale il grande annunzio: ‘Il Verbo si è fatto carne’. L’annuncio del Natale appartiene al genere letterario del Vangelo, un sapere storico e teologico che si unisce in un’affermazione di realtà e di mistero e che partecipa di questa verità.

 

Il credente in Gesù Cristo è chiamato a dispiegare un particolare legame tra ragione e fede, anche in occasione del Natale. Tale legame, o rapporto, si esprime in modo sempre più compiuto quanto più il credente pratica il mondo della cultura e deve trovare il suo sbocco naturale anche nel pensare, nel meditare, nel pregare il mistero.

 

Il credente che pratica il mondo dell’Università è, quindi, chiamato a fare esercizio della ragione in modo compiuto. Il credente intellettuale – che non è affetto da intellettualismo, razionalismo o fideismo – non considera la fede come refrattaria alla ragione e neppure giustapposta alla ragione. La fede, piuttosto, chiama la ragione ad esercitarsi rimanendo fedele a se stessa anche nel suo rapporto con la fede. Questo è il servizio del vero intellettuale credente cattolico. Il credente, se vuole essere autenticamente tale, non solo non mette da parte la fede ma, anzi, la promuove. L’Università per il credente è uno dei luoghi più fecondi dell’esercizio della razionalità.

 

L’enciclica ‘Fides et ratio’ considera a fondo, e in modo organico, il rapporto tra fede e ragione. In ultima istanza non si tratta, alla fine di incompatibilità tra ragione e fede ma di incompatibilità tra una concezione di ragione e la fede! Ciò che dobbiamo ricoprire è, allora, la costruttiva collaborazione dei differenti saperi e delle molteplici conquiste della ragione umana che si esprime, appunto, nel laborioso cammino nel campo delle scienze.

 

Come ricordava Giovanni Paolo II, in un discorso ai docenti universitari dell’Emilia Romagna tenuto a Bologna (Convento S. Domenico) il 18 aprile 1982, ‘poiché la ragione può cogliere l’unità che lega il mondo e la verità alla loro origine solo all’interno di modi parziali di conoscenza, ogni singola scienza – comprese la filosofia e la teologia – rimane un tentativo limitato che può cogliere l’unità complessa della verità unicamente nella diversità, vale a dire all’interno di un intreccio di saperi aperti e complementari’.

 

Vi sono, infatti, diverse forme di verità in cui abbiamo un approccio umano alla realtà. E così vi sono le evidenze immediate, che trovano conferma per via di esperimento, vi sono poi quelle di carattere filosofico e religioso, vi sono quelle che si muovono per via di rivelazione da Dio stesso (e lo stesso Platone invoca una tale via)’ Alla comune ricerca della verità si presentano come ostacolo l’autocentratura esclusiva, l’angusta chiusura specialistica, la mentalità scientista e tecnocratica penetrate in non pochi modi di pensare e, addirittura, in diverse culture.

 

L’invito, in questo tempo d’Avvento e vicini al Natale, è di dare voce all’insoddisfazione verso un progetto culturale, esplicito o implicito, che si concentra esclusivamente su finalità penultime e che teme di porsi gli interrogativi fondamentali – le questioni ultime in cui un uomo si riscopre davvero uomo e nel rapporto con al sua origine (da dove viene e dove è diretto) -, rinchiudendosi in un ambito non problematizzato di opinioni equivalenti. Sia nell’ambito della scienza sia della filosofia deve, quindi, risorgere il bisogno di domandare, di ricercare, di investigare anche quale concetto di realtà sia, di volta in volta, implicato nelle diverse modalità di conoscenza dell’uomo e del mondo.

 

Il Santo Natale, evento di grazia ma anche evento della storia, diventa così un modo per esprimere il sapere teologico in stretto rapporto con il sapere della storia. Perché a Natale Dio è entrato nella nostra storia, ‘il Verbo si è fatto carne’!