Omelia nella S. Messa per il conferimento dei ministeri del lettorato e dell'accolitato a studenti del Seminario Patriarcale (Venezia - Basilica della Salute, 3 marzo 2013)
03-03-2013

S. Messa per il conferimento dei ministeri del lettorato e dell’accolitato

 

a studenti del Seminario Patriarcale

 

(Venezia – Basilica della Salute, 3 marzo 2013)

 

Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia

 

 

 

 

            Carissimi neo lettori Federico, Massimiliano, Gianluca, Marco, Davide e Alessio, carissimo neo accolito Pierpaolo,

 

fra poco sarete istituiti lettori e accoliti. Mi rivolgo, quindi, con vera gioia a voi che compite un nuovo importante passo verso il ministero ordinato.

 

 Vi chiedo di vivere questo momento così importante della vostra vita consci, che essendo stati ritenuti idonei a ricevere questi ministeri, vi avvicinate ulteriormente alla grande meta del presbiterato.

 

 Questo nuovo ‘si’ della Chiesa – soppesato e infine manifestato da chi segue giorno dopo giorno il vostro cammino formativo – vi deve, ad un tempo, incoraggiare e responsabilizzare ulteriormente. La volontà di Dio, infatti, come sapete, per un seminarista si manifesta ordinariamente attraverso il ‘sì’ dei superiori che, certamente, non sono infallibili ma, sicuramente, sono sostenuti dalla grazia di stato.  

 

 Questo vostro nuovo passo verso il sacerdozio è motivo di grande gioia per tutta la comunità diocesana ma per voi è, anche, occasione preziosa per riflettere sullo scorrere del tempo.

 

Il tempo passa, passa velocemente e, anche per questo, chiede di essere usato sapientemente, al meglio, perché molto del vostro futuro sacerdozio dipende – come più volte vi è stato detto – dal modo in cui rispondete alla grazia del Signore in questi anni di Seminario. In via ordinaria, nulla s’inventa o capita all’improvviso nella vita delle persone!

 

            Durante questo vostro cammino non siete soli ma tutta la Chiesa vi accompagna e sostiene con la preghiera e, anche, con la penitenza personale di non pochi uomini e donne che guardano al Seminario con vera speranza.

 

La ‘qualità’ dei preti è la vera risposta alla carenza quantitativa del loro numero. Nella Francia della prima metà dell’Ottocento – dopo le violenze della rivoluzione del 1789 e del periodo napoleonico – il numero dei preti era ridotto sì ai minimi termini ma ad Ars c’era Giovanni Maria Vianney. E non molto distante da Ars, a Torino, c’erano don Giovanni Bosco, don Giuseppe Cafasso e il canonico Giuseppe Benedetto Cottolengo.

 

L’elenco – città per città, diocesi per diocesi – potrebbe continuare all’infinito. Infatti, in quell’epoca e anche in altre, ogni città e diocesi avrebbe potuto enumerare non pochi sacerdoti – più o meno noti – che avevano impresso nell’animo il sigillo della santità. La ‘qualità’ o, meglio, la ‘santità ‘ anche di un solo sacerdote certamente riesce a fare quanto non ottiene la mediocrità di un intero presbiterio.

 

Carissimi neo lettori e neo accolito, da oggi – attraverso i ministeri che state per ricevere – a voi è data una nuova responsabilità nei confronti della Parola di Dio o della Santissima Eucaristia; sarete, infatti, chiamati ad un nuovo servizio verso la Parola di Dio e la Santissima Eucaristia. Parola e Sacramento costituiscono il grande binomio della fede cristiana.

 

Il prologo del quarto Vangelo afferma: ”la legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo‘ (Gv 1,17). Il luogo in cui, nella maniera più radicale incontriamo la Parola e il Sacramento, è la persona stessa di Gesù che ci dona, in pienezza, la grazia e la verità.

 

E’ Lui – il Verbo Incarnato – la vera Parola di Dio; è Lui – il Verbo Incarnato – il vero sacramento che è fondamento di ogni altra realtà sacramentale della Chiesa. E’ in Lui – come avverte ancora il prologo del Vangelo di san Giovanni – che ‘il Verbo si fece carne‘ (Gv 1,14). Solo Lui, Gesù, è la Parola viva; solo Lui è il Sacramento originario, pieno e compiuto da cui deriva ogni altra sacramentalità cristiana.

 

Carissimi neo lettori e neo accolito, da oggi il vostro rapporto con Gesù Cristo morto e risorto – già fondato sul Battesimo, sulla Confermazione e sull’Eucaristia – si rinsalda ulteriormente nel ministero che ricevete e siete chiamati ad esercitare.

 

Il libro delle Sacre Scritture è riverbero della Parola, personale e sostanziale, che è lo stesso Gesù Cristo; infatti, i sacramenti – e tra essi in modo particolare la Santissima Eucaristia – sono segni efficaci del Sacramento personale e sostanziale che è lo stesso Gesù, unico Salvatore del mondo.

 

Ricevere i ministeri istituiti del lettorato e dell’accolitato vuol dire mettersi semplicemente a servizio di Gesù Cristo: la prima vera Parola, il primo e vero Sacramento. E’ proprio Gesù Cristo a fondare le differenti modalità in cui tale Parola e tale Sacramento si realizzano e si compiono.

 

Attraverso i ministeri del lettorato ed accolitato siete chiamati a proclamare la Parola di Dio e a porvi più da vicino a servizio della Santissima Eucaristia; così siete tenuti ad essere non solo personalmente – ossia per voi stessi – piena trasparenza e disponibilità alla Parola e al Sacramento ma, anche, a mettervi a servizio della Parola di Dio e dell’Eucaristia aiutando tutti ad apprezzare di più la Parola di Dio e la Santissima Eucaristia, scoprendone il significato salvifico. Incominciando a far ‘innamorare’, nel piccolo ambito dei ministeri istituiti, le persone a cui siete mandati.

 

Carissimi neo lettori e neo accolito – grazie a quell’aiuto che il Signore non fa mancare a quanti lo cercano – ponetevi a servizio dei fratelli, ai quali siete mandati, non in modo generico ma a partire dall’annuncio della Parola e dal dono dell’Eucaristia, pane spezzato per la vita del mondo. D’ora in avanti il vostro esame di coscienza rifugga la genericità, ma si stagli nella vostra anima e nella vostra giornata a partire dal servizio dell’annuncio della Parola e dal servizio alla Santissima Eucaristia.

 

La fedeltà eroica al vostro ministero nasce e cresce dal rapporto personale che avrete col Signore. La crisi del prete è sempre un intiepidimento del rapporto personale col Signore; tutte le altre cose non hanno la forza di mettere in crisi, questa sì!

 

Per i ministri lettori, allora, il vostro darvi al ministero sia concretamente la costante lettura, lo studio e la meditazione della Parola di Dio. Per il ministro accolito tutto nasce da una più intensa partecipazione alla celebrazione eucaristica e dalla costante, programmata, adorazione eucaristica quotidiana. I rapporti col Signore si preparano, non capitano a caso.

 

Carissimi, sappiate infine accostarvi in ogni circostanza – senza eccezioni – con grande rispetto e senso del sacro alla Parola di Dio e alla Santissima Eucaristia, perché questo è – al di là delle nostre capacità, delle nostre intelligenze e della nostra cultura (di cui Dio, alla fine, sa fare anche a meno) – il primo modo d’evangelizzare, il primo modo di catechizzare, il primo modo di dire la nostra fede ai credenti, ai dubbiosi, ai non credenti, ai piccoli e ai grandi, ai singoli e alle comunità, ai giovani e agli anziani, ai ricchi e ai poveri. E’ la nostra fede che si traduce nel rispetto e nel senso del sacro vissuto e testimoniato.

 

Nel giorno del vostro lettorato ed accolitato Dio, sorgente di ogni grazia, vi benedica e la Madonna della Salute – da questa basilica così cara ai veneziani – vi sostenga con il suo materno amore come da sempre fa per il clero dell’amata Chiesa che è in Venezia.   

 

La Parola di Dio e l’Eucaristia diventino le linee guida della vostra vita, del vostro modo di pensare, del vostro stile umano e seminaristico.