Omelia nella S. Messa in occasione della festa di S. Lucia (Chiesa parrocchiale Ss. Geremia e Lucia - Venezia, 13 dicembre 2014)
13-12-2014
S. Messa in occasione della festa di S. Lucia
(Chiesa parrocchiale Ss. Geremia e Lucia – Venezia, 13 dicembre 2014)
 
Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia
Lucia, una giovane donna, una giovane martire, ci viene incontro ancora una volta con la forza della sua testimonianza, con il suo “sì” radicale detto a Dio e ripetuto fino alla fine, fino al dono della vita.
Il suo esempio illumina e rende più evidente il messaggio che emerge dalla liturgia di questa terza domenica di Avvento. E fa risuonare il motivo, la fonte e la garanzia della vera gioia a cui tutti, in fin dei conti, tendiamo e a cui siamo tutti chiamati.“Gaudete” è, infatti, il motto e l’invito ripetuto di questo giorno.
“Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi” (1 Ts 5, 16-18), afferma san Paolo nella parte finale della prima lettera ai Tessalonicesi. E poi indica, più concretamente, la strada: “Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male. Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo!” (1 Ts 5, 21-24).
La giovanissima età non ha impedito a Lucia di vivere tutto questo, di essere fedele alla volontà di Dio e quindi al battesimo ricevuto, al suo essere cristiana, al suo appartenere totalmente al Signore. Anche quando tutto ciò ha comportato per lei essere gettata dinanzi all’alternativa più drammatica: salvare la propria vita o continuare a scegliere il Signore restandogli fedele.
I santi martiri sono coloro che hanno saputo accogliere la grazia di Dio nella loro vita -vagliando tutto e tenendo ciò che è buono, lasciandosi santificare e conservare irreprensibili – e sono perciò rimasti fedeli alle promesse battesimali, fedeli anche a prezzo della vita.
Chiamati a scegliere tra salvare se stessi e confermare l’appartenenza a Gesù, hanno preferito Gesù. Gesù, insomma, viene prima di tutto: questa è stata anche la scelta della santa che oggi festeggiamo e qui ritroviamo l’attualità perenne di Lucia e di tutti i martiri che non costituiscono ormai solo una pagina di storia della Chiesa antica ma – come ci ricorda spesso Papa Francesco – oggi sono tornati di drammatica attualità e sono più numerosi che in passato.
“Con la loro testimonianza – sono parole del Santo Padre – i Santi ci incoraggiano a non avere paura di andare controcorrente o di essere incompresi e derisi quando parliamo di Lui e del Vangelo; ci dimostrano con la loro vita che chi rimane fedele a Dio e alla sua Parola sperimenta già su questa terra il conforto del suo amore e poi il “centuplo” nell’eternità” (Papa Francesco, Preghiera dell’Angelus, 1 novembre 2013).
Dinanzi ai suoi persecutori e poco prima di affrontare il martirio – come ci tramanda la storia e la tradizione – santa Lucia si è aggrappata alla verità e alla forza del battesimo ricevuto e al prefetto Pascasio, che cercava di distoglierla dal proposito di servire il Signore, con limpida fermezza d’animo ha saputo così replicare: “Io giorno e notte medito la legge del mio Dio… Giammai potrai smuovermi dal mio proposito e farmi acconsentire al peccato”.
Come in Maria, l’Immacolata, così nella giovane donna e martire Lucia contempliamo quindi un bell’esempio di quell’ “umanità al femminile” pienamente riuscita di fronte a Dio perché capace di  pronunciare – con le parole e con la vita – quel sì generoso, totale, coraggioso e gioioso che, in qualche modo, richiama il sì di Maria pronunciato a Nàzaret duemila anni fa.
Un sì detto da una giovane donna e ricolmo di fede, di fiducia, in quel Dio che sa fare cose grandi in chi si fida di Lui e che riversa abbondantemente la sua misericordia di generazione in generazione (cfr Lc 1, 49-50).
Quest’anno – come certamente sapete – la festa di santa Lucia avrà una particolare connotazione: subito dopo le celebrazioni odierne, infatti, le spoglie di Lucia – dopo dieci anni – torneranno per una settimana nella sua terra d’origine, a Siracusa, e lì saranno venerate dai fedeli siciliani già in trepidante attesa.
Accompagnerò personalmente, insieme ad una delegazione veneziana, il viaggio di Lucia a Siracusa e domani pomeriggio presiederò l’Eucaristia nel santuario della Madonna delle Lacrime. Vi chiedo di seguire ed accompagnare spiritualmente, sin d’ora, questo evento di fede così profondamente ecclesiale.
E sull’esempio di santa Lucia, rivestita della corona della verginità e del martirio, chiediamo a Dio di donarci la sua forza per essere capaci di rendere onore al nostro battesimo in ogni momento della nostra esistenza quotidiana e, come lei, “superiamo ogni male e raggiungiamo la gloria del cielo” (Preghiera dopo la comunione nella Messa di S. Lucia).
Per ogni cristiano, infatti, il battesimo è il grande “sì” che unisce al Signore Gesù; è il senso pieno della vita, è il significato vero del suo essere, è la sua identità profonda.