Omelia nella S. Messa in occasione della festa di S. Lucia (Chiesa parrocchiale Ss. Geremia e Lucia - Venezia, 13 dicembre 2013)
13-12-2013
S. Messa in occasione della festa di S. Lucia
(Chiesa parrocchiale Ss. Geremia e Lucia – Venezia, 13 dicembre 2013)
 
Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia
I martiri costituiscono la prima forma della santità cristiana. Sì, essi ne sono la prima realizzazione storica poiché l’essenza della testimonianza del martire è l’adesione totale, piena, fino alla fine, al Signore Gesù. Gesù prima di tutti, Gesù prima di tutto e prima di ogni altra realtà.
Molte volte i pochi dati storici che accompagnano la vita del singolo martire e anche le notizie frammentarie circa i modi e i tempi del martirio hanno portato i fedeli a volerne sapere di più e così a elaborare, talvolta a creare, notizie e testimonianze che, alla fine, risultarono prive di fondamento storico; talvolta si trattava di invenzioni, chiaramente leggendarie.
Nel culto dei santi martiri bisogna quindi distinguere il vero, lo storico e il documentato dal leggendario, dal folcloristico e dal romanzesco.
Sarebbe così grave errore assumere il leggendario, il folcloristico e il romanzesco come ‘storico’ ma, nello stesso tempo, sarebbe altrettanto erroneo negare il nucleo centrale che ne emerge e che viene prima del leggendario, del folcloristico e del romanzesco.
Abbiamo, comunque, una strada chiara per stabilire la storicità di un martirio, anche se il suo nome non appare in alcuna testimonianza scritta antica. La prova è data dall’esistenza di un culto liturgico originario: in tal caso quel martire può essere considerato, con certezza, come storico. E questo perché nell’antichità il culto dei martiri era legato strettamente ed esclusivamente al luogo della sepoltura.
L’archeologia ci ha svelato che per il modo in cui, nell’antichità, venivano trattate le tombe era pressoché impossibile un errore intenzionale. Una tomba poteva essere dimenticata, disattesa o non più frequentata, ma era difficile che in epoca posteriore fosse possibile presentare come tomba di un martire un luogo che non lo era stato.
Così, a partire da ciò possono essere indicati come storici tutti i martiri romani, anche qualora di essi non possedessimo alcuna notizia provenienti da scrittori loro contemporanei. E’ evidente che questo procedimento consente di determinare il fatto del martirio, il nome del martire e il giorno della sua morte poiché tutto questo era accuratamente conservato nel culto liturgico.
Anche di fronte alle poche e frammentarie notizie di santa Lucia, quindi non si può rimanere dubbiosi perché il tutto va inquadrato in quel preciso contesto storico.
In Lucia, al di là dei documenti scritti – una passione greca e una latina -, abbiamo su questo versante specifico, appena dettagliato, ampie testimonianze. Abbiamo, infatti, la sua deposizione resa proprio il 13 dicembre e ricordata fin dal IV secolo, il suo nome inserito nel canone della celebrazione eucaristica, il ricordo della sua festa a Roma. Lucia, così, ci viene incontro con il suo culto antichissimo e attestato.
Santa Lucia – martire di Siracusa – è uno dei personaggi ‘universali’ divenuti noti anche a grande distanza dalla sua tomba e dalla sua terra d’origine, la Sicilia. Ella ci viene incontro con il messaggio universale della santità cristiana, ossia l’adesione totale a Cristo amato più di ogni altro, e prima di tutti.
Chiediamo alla Santa di aiutare anche noi in questa nostra epoca, così secolarizzata, ad essere tutti e in tutto di Cristo.