Cattedrale di Bressanone
ORDINAZIONE EPISCOPALE di S. E. Mons. Karl Golser
Vescovo di Bolzano-Bressanone
Bressanone, 8 marzo 2009
Omelia di S.E.R. Card. Angelo Scola, Patriarca di Venezia
Gen 22, 1-2. 9a.10-13.15-18; Salmo 116;Rm 8, 31b-34; Mc 9,2-10
1. «O Padre, che ci chiami ad ascoltare il tuo amato Figlio nutri la nostra fede con la tua parola e purifica gli occhi del nostro spirito, perché possiamo godere la visione della tua gloria» (Orazione di Colletta).
Carissimo Don Karl, Vescovo eletto,
Eminenze, Eccellenze, Fratelli nel sacerdozio, religiose e religiosi,
Autorità tutte,
[ Carissimi fratelli e sorelle in Cristo Signore,
l’Orazione di Colletta sintetizza con forza l’insegnamento della Parola di Dio di questa II Domenica di Quaresima. Delineano infatti sinteticamente l’intero percorso della vocazione cristiana in quanto tale: dall’adesione della fede alla visione della gloria, passando attraverso ‘la strana necessità’ del sacrificio.
Questi contenuti propri dell’esperienza cristiana assumono però un peso specifico per la figura del Vescovo. ]
Liebe Brüder und Schwestern in Christus,
das Tagesgebet fasst kraftvoll das Wort Gottes des heutigen zweiten Fastensonntags zusammen. Dieses Gebet gibt in kurzen Worten den Werdegang einer christlichen Berufung wieder: durch das Bekenntnis unseres Glaubens gelangen wir zur Schau der Herrlichkeit, allerdings nicht ohne ‘die eigenartige Notwendigkeit’ des Opfers der Hingabe in Kauf zu nehmen.
Diese Grundzüge der christlichen Erfahrung von Hingabe erhalten jedoch ein besonderes Gewicht für die Person des Bischofs.
2. La Prima Lettura ci presenta il sacrificio di Isacco. Anche se alla fine Isacco non fu immolato, non è sbagliato parlare di sacrificio, dal momento che il sacrificio si vede nella decisione della volontà ancor prima che nell’atto materiale che la attua. E, a ben vedere, per Abramo ciò che doveva sembrare inaccettabile, più ancora che l’idea di sacrificare il proprio figlio naturale – nelle religioni circostanti erano abituali i sacrifici umani ‘ era il comando di Dio di immolare il figlio della promessa. Dio non si metteva in tal modo in contraddizione con Se stesso? Ma la volontà di Dio non è la nostra («I miei pensieri non sono i vostri pensieri»), la sapienza di Dio non è la nostra. Dio, perché Dio, è il Santo, cioè il Diverso, il radicalmente Altro. Per questo nell’incontro tra la libertà infinita di Dio e la nostra libertà finita si apre necessariamente uno spazio di ‘lotta’, come fu per Giacobbe con il personaggio misterioso sulla riva del fiume Iabbok (cfr Gn 32, 23-33). Questa lotta è simbolo di una libertà orante mediante la quale l’uomo, mosso dall’amore di Dio, si dispone al cambiamento quaresimale. Abramo ci dimostra, accettando il sacrificio del figlio della promessa, l’adesione alla volontà di Dio che scaturisce dall’abbandono a Lui perché il grande Patriarca sente che appartenere a Dio è ciò che compie la sua persona ed il suo destino. L’obbedienza, dunque, suppone la fede ma la fede viene dall’amore di Dio per noi e ci introduce, a nostra volta, nell’esaltante esperienza dell’amore effettivo.
3. «Dio ‘ non ha risparmiato il proprio figlio, ma lo ha consegnato per noi» (Rm 8, 32). Il sacrificio di Cristo, prezioso in molti sensi, lo è in modo speciale perché è un sacrificio dell’Innocente consumato fino alla morte e alla morte ignominiosa di croce. Non è, quello di Gesù, un ‘sacrificio sospeso’ come quello di Isacco. Inoltre qui non è in gioco solo l’obbedienza dell’uomo verso un imperscrutabile comando di Dio: nel Crocifisso ‘cospirano’ l’obbedienza del Figlio ad andare alla morte per noi e la dedizione del Padre a donare a noi ogni cosa con il sacrificio del Figlio. In tal modo Dio non è solo con noi (l’Emanuele del Vecchio Testamento), ma definitivamente per noi. E così Dio ci ha donato non solo qualcosa del Suo essere divino, ma ci ha donato Se stesso, rivelandoci la Sua vera natura: Deus caritas est. Dio è amore.
4. In questa prospettiva rifulge la luce trinitaria che irradia da Cristo sul monte della Trasfigurazione. Punto culminante del Vangelo è l’invito che il Padre rivolge ai discepoli: «Questo è il mio figlio, l’amato: ascoltatelo» (Mc 9, 7). Lo scopo della Trasfigurazione era confermare ai loro occhi la messianicità di Gesù e quindi la sua autorità. ‘Ascoltatelo, seguitelo, anche quando dice cose che a prima vista vi sconvolgono’ (pensiamo allo scandalo di Pietro davanti all’annuncio della Passione).
Nell’abbagliante splendore della Trasfigurazione il Padre rassicura il Figlio e tutti i suoi: la croce non è la parola ultima, ma è la condizione per la gloria della resurrezione. Le vesti bianchissime ne solo il segno.
Perciò siamo autorizzati ad abbandonare ogni timore e a fondare saldamente la nostra speranza: nessuno è abbastanza potente da prevalere contro l’amore di Dio per i Suoi: «Chi accuserà gli eletti di Dio? ‘ Chi condannerà?» (Rm 8, 33-34). Nessuno può più accusarci davanti al tribunale di Dio; il Figlio donato da Dio è un avvocato così irresistibile da far ammutolire ogni umana accusa.
[ 5. Carissimo Monsignor Karl, oggi per te, trasfigurata dal sacerdozio unico ed irripetibile di Cristo di cui divieni in senso pieno ministro, si rinnova l’obbedienza della fede del nostro padre Abramo. Non solo: intensifica la piena conformazione al Figlio di Dio, l’amato. Per grazia dello Spirito sei chiamato ad agire in persona Christi capitis in qualità di Vescovo, cioè nella pienezza del sacramento dell’Ordine. Attraverso il tuo ministero il Dio Uno e Trino inonderà con la luce del suo amore il popolo a te affidato.
Prima di essere ordinato, «secondo l’antica tradizione dei santi padri, sarai «interrogato sul proposito di custodire la fede e di esercitare il ministero» (cfr. Impegni dell’eletto). E la dettagliata descrizione della missione del Vescovo che il Rito dell’Ordinazione prevede si aprirà con un’affermazione il cui peso non deve sfuggire a te, a me e a ciascuno di noi: «Vuoi fratello carissimo adempiere fino alla morte il ministero a noi affidato dagli Apostoli che ora noi trasmettiamo a te?».
«Fino alla morte’». L’accettazione di un simile compito sarebbe un fardello insopportabile per un uomo se non fosse accompagnata dalla persuasiva promessa della grazia alla tua libertà: «Vuoi fratello carissimo’?» «Sì, con l’aiuto di Dio, lo voglio». Con l’aiuto di Dio: il tuo Sì non poggia più sulle sabbie mobili della nostra umana fragile fedeltà, ma su quella di Gesù Cristo, il Testimone fedele, Colui che mai viene meno. Ridicendo umilmente e quotidianamente il tuo Sì a Cristo dall’interno di ogni circostanza e di ogni rapporto, vedrai, giorno dopo giorno, prendere forma la promessa fatta al nostro padre Abramo: «Saranno benedette ‘ tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce» (Gn 22,18). Ed il popolo di Dio che è in Bolzano-Bressanone già ne gode.
6. Carissimo Vescovo Karl, con il tuo motto ‘Cristo nostra pace’ hai voluto continuare l’opera dei tuoi predecessori. In particolare, quella del carissimo Vescovo Wilhelm, la cui dipartita ancora pesa sul nostro cuore pur abbandonato alla fede nella risurrezione che ci attende. Egli si dedicò all’insieme (‘Sin’), alla comunione che scaturisce dall’immedesimazione a Cristo nella Sua Santa Chiesa. ]
5. Lieber Monsignor Karl, heute nimmt der Glaubensgehorsam unseres Stammvaters Abraham für dich neue Gestalt an. Dieser Glaubensgehorsam, der durch das einzige und einmalige Priestertum Christi verklärt wird, dessen du heute im vollen Sinn Diener wirst. Nicht nur: die volle Gleichförmigkeit mit dem Sohn Gottes, dem Geliebten, wird heute verstärkt. Durch die Gnade des Geistes bist du berufen, in persona Christi capitis, als Bischof zu handeln, also in der Fülle des Weihesakramentes. Durch deinen Dienst wird der dreifaltige Gott das dir anvertraute Volk mit dem Licht seiner Liebe durchfluten.
Vor der Weihe, wirst du, wie es ‘die Ordnung von den Zeiten der heiligen Väter an verlangt’, befragt, ob du bereit bist, ‘den Glauben treu zu bewahren und das Amt recht zu verwalten’. Der Weiheritus beschreibt die Aufgaben des Bischofs, indem er mit der Frage beginnt, deren Gewicht sich weder du, noch ich, noch einer der Anwesenden entziehen darf: ‘Bist du bereit, lieber Mitbruder, in dem Amt, das von den Aposteln zu uns gekommen ist und das wir dir heute übertragen, bis zum Tod zu dienen?’
‘Bis zum Tod ” Die Bereitschaft, eine solche Aufgabe zu übernehmen, wäre für einen Menschen eine unerträgliche Last, wenn sie nicht von der Zusage begleitet wäre, dass die Gnade deine Entscheidung trägt: ‘Bist du bereit ‘?’ ‘Mit Gottes Hilfe bin ich bereit’. Mit Gottes Hilfe: Deine Bereitschaft gründet nicht mehr auf dem sandigen Untergrund unserer zerbrechlichen menschlichen Treue, sondern auf Jesus Christus, der der treue Zeuge ist und der uns nie verlässt. Wenn du täglich dein Ja zu Christus im Innersten einer jeden Begegnung und eines jeden Ereignisses in Bescheidenheit erneuerst, wirst du erfahren, dass das Versprechen an unseren Vater Abraham Tag um Tag mehr Gestalt annimmt: ‘Gesegnet werden sein ‘ alle Völker der Erde, denn du hast auf meine Stimme gehört’ (Gen 22,18). Das Volk Gottes von Bozen-Brixen ist jetzt schon gesegnet.
6. Lieber Bischof Karl, mit deinem Leitspruch ‘Christus unser Friede’ willst du das Werk deiner Vorgänger weiterführen; besonders jenes des sehr geschätzten Bischofs Wilhelm, dessen Tod noch immer auf unseren Herzen lastet, auch wenn wir überzeugt sind vom Glauben an die Auferstehung, die uns alle erwartet. Bischof Wilhelm hat sich ganz dem Miteinander (‘SYN’) verschrieben, jener Gemeinschaft, die aus der engen Verbindung mit Christus in seiner Heiligen Kirche entspringt
Ti affidiamo alla Vergine Addolorata di Pietralba, dal cui Sì, espresso sotto la croce del Figlio, è sgorgata la nuova parentela di comunione con Giovanni. Le chiediamo di custodire nel suo abbraccio tenerissimo il popolo a te affidato e, attraverso di esso, tutti i fratelli uomini. Amen.