Omelia in occasione della festa della Madonna della Salute (Venezia, 22 novembre 2009)
22-11-2009

Omelia alla Messa della Madonna della Salute

 

22 novembre 2009

 

Fratelli e sorelle carissimi,

 

siamo qui davanti all’immagine della Madonna della Salute, così cara a tutti i veneziani. Siamo venuti pellegrini, anche da fuori Città, per mettere nel cuore della Madre le nostre preghiere, insieme alle nostre pene e preoccupazioni per la nostra salute: come fanno i figli con le loro madri.

 

Siamo venuti perché Maria, che ha interceduto presso Gesù perché fosse risparmiata agli sposi di Cana l’umiliazione della mancanza di vino nel pranzo delle loro nozze, interceda anche per noi perché l’acqua delle nostre sofferenze sia cambiata nel vino buono della speranza.

 

 

Oggi però, ultima domenica del’anno della Chiesa, la liturgia ci invita a rivolgere il nostro sguardo, non solo alla Madre, ma anche a colui che ella, con tenero amore, porta in braccio, a Gesù Cristo, Re dell’universo.

 

Quel ‘bambino’ in realtà è il Figlio di Dio fattosi uomo. Egli è colui ‘per mezzo del quale e in vista del quale‘ il Padre ha creato l’uomo e tutte le cose. Egli è il re dell’universo.

 

Lo è perché il Padre ha pensato e voluto Gesù come il vertice della creazione; lo è perché si è fatto fratello della nostra debolezza ‘ in tutto simile a noi, fuorché nel peccato ‘ e perché sulla croce, ci ha salvati, acquistandoci non a prezzo d’oro e d’argento, ma a prezzo del suo sangue.

 

Il suo potere sugli uomini e sul mondo lo esercita non dominando ma servendo, anzi dando la vita per noi: la liturgia canta che Gesù Cristo ‘ha regnato dalla croce’.

 

 

Il Vangelo, che abbiamo appena ascoltato, ha proclamato il processo fatto a Gesù da Pilato, il rappresentate dell’imperatore romano. Alla domanda: ‘Dunque tu sei re?‘, Gesù risponde: ‘Io sono re, ma il mio regno non è di questo mondo. Io sono venuto a rendere testimonianza alla verità’.

 

Questo processo a Gesù è in atto ancora oggi nel mondo. Anche oggi Gesù parla e agisce offrendo a tutti la testimonianza della sua verità ‘ una verità che salva ‘ ma viene rifiutato.

 

Anche noi, come Pilato, ci domandiamo: ‘Ma cos’è la verità?’.

 

Pilato nel suo cuore era troppo lontano da Gesù, troppo preoccupato solo di se stesso per capire che colui che gli stava davanti era Lui stesso la Verità.

 

Gesù infatti è la Verità: è la rivelazione del vero volto di Dio Padre che nessuno ha mai visto né può vedere: Lui, Gesù, sì, lo conosce, perché viene dal Padre: tutta la vita di Gesù altro non è che rivelazione del volto del Padre: ‘Chi vede me vede il Padre‘, ha detto lui stesso.

 

E qual’è il volto del Padre rivelatoci da Gesù?

 

La risposta a questa domanda è quanto di più bello ci è stato rivelato: il volto di Dio Padre è l’amore misericordioso; l’amore che si piega sull’umanità ferita, ammalata e peccatrice, sull’umanità che piange, per sollevarla sulle sue braccia e restituirla alla sua dignità filiale e agli orizzonti della speranza al punto che anche il peccatore più lontano e ogni soffrente possa sentirsi amato e cercato da Dio e possa rivolgere a lui e chiamarlo ‘Abbà’, cioè ‘Padre’, proprio come lo chiamava Gesù.

 

E se vogliamo andare oltre e ci domandiamo: qual è il luogo più alto della rivelazione del volto del Padre che è amore misericordioso?

 

La risposta è sconcertante per la nostra ragione, starei per dire scandalosa: il luogo supremo della rivelazione del Padre, nel suo vero volto che è l’amore misericordioso, è il Crocifisso.

 

Gesù crocifisso è il luogo ‘glorioso’, è ‘il monte Sinai’, dal quale Dio Padre ci mostra il suo vero volto: ‘Dio ha talmente amato il mondo da dare per noi il figlio’.

 

La Croce è il trono regale di Cristo: la Verità del Padre che si svela nell’amore misericordioso del Figlio.

 

Gesù quindi è la verità di Dio Padre  – è il Figlio che rivela il Padre come amore misericordioso ‘ ed è la verità dell’uomo, di un uomo ‘nuovo’ ‘ l’uomo redento da Cristo – che ha Dio come Padre e per il quale ogni altro uomo è un fratello: un uomo che, pur nella sua debolezza, pur nella malattia, sa amare e sa sperare.

 

 

Siamo qui, davanti alla Madonna della Salute, col cuore pieno di amore filiale. Siamo qui con le nostre sofferenze e le nostre preoccupazioni. E se guardiamo fuori di noi, vicino e lontano, vediamo che nel mondo c’è tanta sofferenza.

 

Solo la Croce di Cristo, la Croce da cui lui regna, può cambiare l’acqua del dolore nel vino della consolazione; può vincere il male e sconfiggere la morte, aprendo nel nostro cuore e nel cuore del mondo la speranza. La speranza è già vittoria sul male e sulla morte.

 

La festa di Cristo re, celebrata al Santuario della Madonna della Salute, diventa la festa dell’amore misericordioso: di un amore che si allarga ad abbracciare tutti coloro che soffrono,nell’anima e nel corpo, per dire loro che Dio è Padre e che, nella croce vittoriosa di Gesù, c’è speranza per tutti.

 

 

Amo pensare questo santuario nel cuore della nostra Città come un approdo, un porto: dove la sofferenza si apre a speranza, dove la regalità di Cristo si esercita nella misericordia e nel perdono.