Omelia durante la processione e S. Messa nella Domenica delle Palme e della Passione del Signore (Venezia, Campo S. Maria Formosa / Basilica Cattedrale di San Marco - 20 marzo 2016)
20-03-2016

Processione e S. Messa nella Domenica delle Palme e della Passione del Signore

(Venezia, Campo S. Maria Formosa / Basilica Cattedrale di San Marco – 20 marzo 2016)

Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia

 

 

 

 

Abbiamo appena ascoltato la lunga lettura del Passio ed io pongo a voi, a ciascuno di voi, una domanda. Abbiamo ascoltato un racconto storico di duemila anni fa? Siamo stati edotti circa uno dei più grandi errori giudiziari della storia? O abbiamo ascoltato, invece, l’evento della nostra salvezza!

È importante, sempre, l’atteggiamento con cui si ascolta perché o questa narrazione, questo evento, cambia la nostra vita oppure abbiamo – e dobbiamo dircelo con molta franchezza – semplicemente ascoltato la narrazione di un evento. Certo, duemila anni fa in una piccola regione, in una città come Gerusalemme, sono avvenute queste cose ma il punto fondamentale è: che significato hanno queste cose per me oggi?

Con quale criterio noi ascoltiamo oggi il Vangelo?O il Vangelo è criterio di verità per la mia vita ed allora ne devo trarre le conseguenze oppure… Gesù Cristo non è molto differente da Cesare, Nerone, Carlo Magno, Napoleone Bonaparte, Carlo V e così via.

Noi dobbiamo chiedere, all’inizio della Settimana Santa, prima di tutto il dono della fede. In questa lettura che è durata una ventina di minuti ci sono tutte le risposte alle domande che si susseguono nella vita di un uomo e di una donna in tutte le stagioni, dalla prima infanzia all’ultimo giorno di vita.

Siamo preoccupati, molte volte, di leggere il giornale per essere aggiornati di quello che sta succedendo, di vedere il telegiornale, di navigare nella rete, di conoscere o vedere gli ultimi film candidati agli Oscar e… ci dimentichiamo che nel Vangelo non c’è solo la sapienza di Dio ma c’è anche la sapienza umana. Ci sono le risposte alle nostre domande, c’è il conforto alle nostre paure, c’è il giudizio, non sulle persone, ma sui fatti della vita.

Chiediamo al Signore, all’inizio di questa Settimana Santa, di avere un rapporto diverso con la sua Parola. Se sorgesse finalmente nella nostra vita quel giorno in cui usciamo di casa il mattino considerando che il Vangelo è davvero la bussola della nostra giornata e quando c’è qualche dubbio – e nella vita di una persona intelligente ce ne sono tanti di dubbi – si prendesse tra le mani il Vangelo e si ritornasse a qualche episodio che ci ricorda (è simile o identico) al momento che stiamo vivendo, riusciremmo ad essere meno spaventati, più decisi e più sereni.

I Vangeli sono libri storici che contengono il mistero di Dio e dell’uomo. Dio ha voluto che il mistero che lo riguarda e ci riguarda entrasse nella storia. E allora non c’è più – dopo il Vangelo che è Gesù Cristo – evento, frangente, dramma, gioia, sofferenza o problema, che non possa essere risolto come lo avrebbe risolto Gesù Cristo il quale – questo è il punto determinante – non è un “di più” nella nostra vita. Non mi metto ad elaborare un progetto di uomo, di società e di relazioni umane e poi, se va bene, ci aggiungo anche un Gesù Cristo, come “un di più”… Gesù Cristo è il vero uomo! Illuderci di costruire una visione di uomo, di società, di relazioni umane e poi, forse, aggiungerci Lui, è il peccato.

Gesù Cristo entra nelle profondità dell’umanità e costruisce quell’umanità di cui noi uomini non saremmo capaci neppure di costruirne l’immagine. Gesù Cristo – il suo Vangelo letto, meditato e confrontato nella situazione che di volta in volta viviamo personalmente e familiarmente – ci permette di essere uomini, veramente uomini, pienamente uomini perché – vedete, e ce ne dimentichiamo spesso – l’uomo, alla fine, è l’immagine di Dio. Se le cose non vanno bene è perché noi costruiamo un uomo a prescindere dall’immagine di Dio e l’immagine di Dio per la misericordia è il volto umano di Gesù di Nazareth, è il suo Vangelo.

Leggiamo, meditiamo, ritorniamo incessantemente sulla lettura della Passione di Gesù. Lì – come un fascio di luce concentrato in un unico punto – c’è la sapienza del vivere e del morire, degli uomini e delle famiglie, dei giovani e degli anziani, dei ricchi e dei poveri.

Riprendiamo ed esaminiamo il nostro modo di leggere, vivere e far entrare nella nostra vita la Parola di Dio, incominciando dalla Passione.