Omelia della notte di Natale 2000
 Pronunciata in basilica di San Marco
25-12-2000

Carissimi,

1. vi saluto tutti e vi auguro Buon Natale.
Se non temessi di essere indiscreto o inopportuno, io vi porrei una domanda: perché questa notte siete venuti qui?
C’è una forza misteriosa, una inesprimibile nostalgia, un richiamo lontano, come un presentimento urgente che volge i nostri passi verso il Natale. Come se il Natale fosse prima di noi, alle sorgenti del nostro essere, una voce che ci chiama: ‘Figlio’ e uno Spirito che in noi risponde: ‘Padre, sei tu?’
Oh, se fosse vero che Dio è nostro Padre!

2. Ma proprio questo è il mistero stupendo rivelatoci nella notte santa: un mistero che tocca tutti, quant’è grande e vario il mondo.
Abbiamo ascoltato il Vangelo: un bambino nasce da una donna. Nasce in un rifugio campestre per il bestiame, perché non c’era posto in paese. Sua madre lo avvolge in fasce e con il suo giovane sposo lo adagia in una mangiatoia.
Ed ecco un evento stupendo: un angelo va ad avvertire dei pastori che nei dintorni vegliavano i greggi dicendo: ‘Vi annunzio una grande gioia. Oggi è nato per voi un salvatore. Su, andate: troverete un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia’. E poi un coro di angeli si unisce e canta: ‘Gloria a Dio e pace agli uomini, che Dio ama’.

3. Fratelli e sorelle, queste parole dell’angelo io le annunzio a voi.
Io vi dico che voi siete, tutti, amati da Dio: all’unica condizione che gli apriate il cuore e vi lasciate amare.
Io vi dico che Dio vi ama al punto da dare per voi il Figlio: a Natale Dio ‘ il Figlio di Dio ‘ si fa uomo, nasce da donna, per essere fratello di ogni uomo e di ogni donna.
Viene deposto in una mangiatoia, per annunziare che un giorno morirà su una croce, per salvarci.
Ma io vi dico anche che, facendosi uomo, il Figlio di Dio si è unito a tutti ‘ uomini e donne ‘ così unito che le sue sembianze sono nel volto di ognuno di noi e tutto ciò che noi faremo o non faremo per un uomo e una donna l’avremo fatto o non l’avremo fatto per lui.

Il Natale è l’annunzio d’uno sconvolgente scambio fra l’uomo e Dio: Dio si fa uomo, perché, in Gesù, ogni uomo diventi Figlio di Dio e fratello di tutti gli uomini.
Il presepio è un’immagine bella e carica di dolcezza; la realtà del Natale però è immensamente più grande, eppure vicina ad ogni cuore, perché Dio, a Natale, si è mosso dal cielo per avvicinarsi e abitare nel cuore di ogni uomo e di ogni donna.
A partire dal Natale Dio, in Gesù, si dà un nome nuovo: ‘Emmanuele’, che vuol dire ‘Dio con noi’; ma in questo uomo c’è anche il seme divino di una fraternità che lega e unisce tutti gli uomini: la solidarietà, la condivisione, il rifiuto di ogni discriminazione e l’accoglienza, come atteggiamento radicalmente cristiano trovano qui la loro sorgente e la motivazione più profonda.
In questa notte anche i poveri e i senza dimora che la società spesso rifiuta, ritrovano in Gesù la loro dignità; gli stranieri anche più umili diventano fratelli; gli ammalati e gli anziani soli sono consolati; le famiglie gravate da situazioni pesanti di disabilità fisica o mentale ritrovano la speranza, i popoli più poveri apprendono di non essere abbandonati: perché Gesù si è preso cura di loro.
In questa notte noi preghiamo per la pace nel mondo, in particolare per Gerusalemme e Betlemme, sicuri di incrociare la volontà di Gesù, di Maria e di Giuseppe.

4. Davvero un mistero stupendo quello che noi celebriamo stasera.
Maria, la Madre di Gesù, che lo visse da prima protagonista, ci ottenga la grazia di aprire il cuore all’azione di Dio, come ha fatto lei e di dire anche noi: ‘Eccomi, sono la serva del Signore: si compia in me secondo la sua parola’.
La certezza che Dio ci ama e ci vuol salvare, che Dio non rifiuta la nostra storia, ma è già presente in essa, e la vuol salvare, ci accompagni ogni giorno nella vita: sia la nostra forza e la luce di speranza che illumina la nostra strada.

Buon Natale a tutti.