Omelia del Patriarca nella solennità di Ognissanti durante la S. Messa nel Cimitero di Mestre (1 novembre 2022)
01-11-2022

Solennità di Ognissanti

S. Messa nel Cimitero di Mestre (1 novembre 2022)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Sono contento di poter partecipare e presiedere questa celebrazione nella Solennità di tutti i Santi ma non possiamo dimenticare il luogo in cui ci troviamo e il fatto che siamo alla vigilia della Commemorazione di tutti i fedeli defunti.

Ci sono degli appuntamenti liturgici che dicono quanto sia ancora vivo il senso di Dio nelle nostre comunità e uno di questi è proprio quello della Commemorazione dei fedeli defunti perché, di fronte alla morte, siamo tutti dei poveri uomini; di fronte alla morte si azzerano le differenze, le autoreferenzialità, gli individualismi.

Desidero salutare le autorità presenti, la comunità qui riunita e i nostri parroci che vedo numerosi. Un ricordo e una preghiera anche per don Armando, per la sua salute.

Voglio soffermarmi un attimo sulla Solennità di oggi perché è una bella antifona e preparazione alla Commemorazione dei fedeli defunti. Come abbiamo ascoltato nella preghiera iniziale, la Chiesa celebra non la santità ma i santi e i santi sono quelle persone “riuscite” agli occhi di Dio, che poi è il vero giudizio che conta, ciò che rimane.

Il 1° novembre la Chiesa non festeggia, insomma, un’astrazione e questa, allora, è la prima riflessione: noi abbiamo dei volti, delle storie, delle vicende di santità.

San Paolo, nella lettera ai Romani, nomina 25 nomi di uomini e di donne e Paolo era colui che si riferiva alla comunità cristiana rivolgendosi ai “santi” che sono ad esempio in Corinto o ai “santi” che sono in quest’altra Chiesa.

Recuperiamo l’abitudine di leggere le vite dei santi; adesso abbiamo tutti facilmente accesso a Google, lì potete cliccare il nome di un santo e poi metteteci vicino questa parola: “santi e beati”. Troverete qualcosa che può illuminare la giornata, sono profili brevissimi dei santi e si leggono in pochi minuti.

Chi è il santo? È un uomo, è una donna che lega il suo quotidiano al Vangelo, a Gesù. Ma, soprattutto, prima di fare questo il santo è un uomo, è una donna che accetta il suo quotidiano perché questo è un punto fondamentale. Noi molte volte confondiamo la speranza cristiana con una fuga in avanti rispetto all’esistente, ma la speranza cristiana mi chiede di rimanere radicato nel presente attraverso la carità e la fede e questa è la vera speranza cristiana.

Certamente ci sono delle narrazioni di santi che non corrispondono più a quella che era la figura del santo; se leggiamo le fonti della vita di Francesco d’Assisi, queste sono molto diverse da certe narrazioni che si fanno oggi del santo di Assisi rendendolo un’icona aggiornata al “politicamente corretto”. Torniamo, allora, alle fonti francescane e forse si rimarrà stupiti.

Il santo, poi, è colui che non è schiavo del giudizio degli altri e questa è una delle cose più difficili, perché noi curiamo molto la nostra immagine che ci sta sempre molto a cuore. Il santo non sposa, perciò, le cause gradite alla pubblica opinione; è colui che non seleziona le pagine del Vangelo (alcune sì, altre no, alcuni versetti del Vangelo sì, altri no…); è colui che sa dire dei sì quando è scomodo dirli e sa dire dei no quando è scomodo dirli. Il senso comune e il politicamente corretto non dicono la verità dell’uomo e, invece, la verità dell’uomo e la verità di Dio – così diverse, spesso, dal senso comune – interessano molto al santo.

Il santo, infine, non vive di stati d’animo ma di scelte che prende con se stesso, con Dio e con la vocazione che gli è stata data. E, dunque, il santo è l’uomo / la donna della porta accanto ma anche qui stiamo attenti a non banalizzare certe affermazioni e facciamo attenzione: in certe porte accanto alla nostra, soprattutto in questo periodo in cui i poveri sono sempre più poveri e in cui le pareti domestiche faticano a contenere delle tensioni – il santo / la santa della porta accanto potrebbe anche avere bisogno che io attraversi il pianerottolo e bussi alla sua porta.