Omelia del Patriarca nella S. Messa per i funerali di don Giuseppe Rizzieri Bacci (Ca’ Sabbioni / Chiesa Sacro Cuore di Gesù, 20 gennaio 2023)
20-01-2023

S. Messa per i funerali di don Giuseppe Rizzieri Bacci

(Ca’ Sabbioni / Chiesa Sacro Cuore di Gesù, 20 gennaio 2023)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Carissimi,

sono vicino ed esprimo le mie condoglianze e quelle della Chiesa che è in Venezia a tutti coloro che ricordano oggi, con affetto, don Giuseppe che ci ha lasciati per la Casa del Padre un paio di giorni fa, all’età di 81 anni e dopo oltre 53 anni di sacerdozio ministeriale.

L’ultimo, difficile, periodo della sua vita lo ha portato a prendere progressivamente e necessariamente congedo da ogni realtà circostante in quanto il male che lo aveva colpito ne minava sempre più la capacità di essere vigile e in relazione e in comunicazione con gli altri. Non è mancato, quindi, anche per lui il periodo della prova e della fatica.

Quanti lo hanno conosciuto ed incontrato nel suo ministero pastorale – che ha toccato in particolare le comunità di Trivignano, Chirignago, Asseggiano e S. Giovanni Evangelista di Mestre come vicario parrocchiale e poi, più a lungo, quelle di Villabona e di Ca’ Sabbioni come parroco – lo ricordano per la grande cura che riservava alla liturgia, preparando con attenzione sia la celebrazione domenicale sia le sue omelie che non risultavano mai banali ma costruite e “studiate” nella preghiera, nella meditazione e nel colloquio con il Signore.

Ha dato sempre grande rilevanza al sacramento della penitenza, educando le sue comunità – ad iniziare dai bambini della iniziazione cristiana – ad accostarvisi con regolare frequenza. Chi ha potuto beneficare del suo ministero, e adesso è già avanti con gli anni, ricorda in maniera viva la buona abitudine della confessione mensile ben preparata, instillata appunto da don Giuseppe, ed anche le celebrazioni penitenziali comunitarie, con assoluzione individuale, vissute almeno 6/7 volte l’anno.

Ha avuto sempre un grande amore per le sue chiese e non solo curava che fossero pulite e ordinate ma desiderava che, di domenica in domenica, la chiesa parrocchiale fosse per tutti accogliente dando così – anche visivamente – l’immagine della bellezza e della festa che il giorno del Signore rappresenta per ogni comunità cristiana.

Le letture che sono state appena proclamate ci riportano al centro della vita cristiana e del ministero sacerdotale. La prima è stata tratta dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1Cor 15,20-24a.25-28) e ci ha riconsegnato la fonte e il “cuore” della speranza cristiana, la risurrezione di Gesù, che don Giuseppe ha tante volte annunciato nel suo ministero: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita” (1Cor 15,20-22).

Il secondo testo è stato tratto dal Vangelo di Giovanni (Gv 5,24-29) e riguarda l’accoglienza della novità cristiana – la risurrezione di Cristo – che richiama e richiede, quindi, una fede vissuta come anticipazione del momento futuro. Chi crede nella parola del Signore è già “passato dalla morte alla vita” e, lo afferma Gesù, “i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno” (Gv 5,26). La fede, che ci è donata a partire dal Battesimo, realizza tutto questo.

Preziosa, nella vita di don Giuseppe, è stata anche la sua appartenenza per molti anni al Cammino neocatecumenale, maturata nel tempo trascorso a Mestre insieme don Gianni Dainese. È stata un’esperienza spirituale che lo ha aiutato a crescere e in cui la parola di Dio, annunciata e celebrata nei sacramenti, in una continua riscoperta del dono del Battesimo, ha via via formato e consolidato la sua spiritualità personale e di ministero.

“Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi”, abbiamo ripetuto più volte poco fa nel Salmo responsoriale (Sal 114-115). Possano queste parole compiersi pienamente per il caro don Giuseppe e così confidiamo che giunga ora a camminare incontro al Signore che ha tanto amato e servito in questa vita.