Omelia del Patriarca nella S. Messa in occasione dell’arrivo a Tessera della statua della Madonna di Loreto nell’ambito delle iniziative del Giubileo Lauretano (Aeroporto Marco Polo di Tessera, 30 settembre 2021)
30-09-2021

S. Messa in occasione dell’arrivo a Tessera della statua della Madonna di Loreto nell’ambito delle iniziative del Giubileo Lauretano

(Aeroporto Marco Polo di Tessera, 30 settembre 2021)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Carissimi,

ritrovarci oggi per la celebrazione eucaristica in Aeroporto ha un motivo ben preciso: il pellegrinaggio della Madonna di Loreto, patrona dell’aviazione.

Il ringraziamento va, in primis, a coloro che – a livelli diversi, civili, militari ed ecclesiali – hanno reso possibile questo momento, purtroppo, ancora segnato dalle conseguenze di una pandemia che fatichiamo a sconfiggere.

Un ringraziamento al presidente dell’Aeroporto Marco Polo Enrico Marchi e al cappellano don Lionello Dal Molin.

In questo tempo, così difficile per il settore turistico, tutti coloro che lavorano in tale comparto ne hanno pesantemente risentito e i viaggi aerei, in alcuni periodi, sono stati praticamente azzerati.

La nostra vicinanza va quindi ai lavoratori, alle lavoratrici e alle loro famiglie, a chi è stato più duramente colpito da questa pandemia. Il nostro incontrarci è segnale di rinascita e di speranza, ma è anche caratterizzato dalla gioia dell’incontro, un incontro che riapre il cuore e ci fa esultare.

La cara effige della Madonna di Loreto fa tappa qui a Tessera nell’ambito delle iniziative legate al Giubileo Lauretano che Papa Francesco ha concesso, prorogandolo oltretutto fino al prossimo mese di dicembre, nel ricordo del centesimo anniversario della proclamazione – avvenuta da parte di Benedetto XV, nel 1920, non a caso poco dopo il termine della Grande Guerra – della Madonna di Loreto come Patrona dell’aviazione e, quindi, di tutti coloro che lavorano e vivono nel mondo dell’aeronautica.

È la gioia la “cifra” di questo nostro incontro e ce lo hanno indicato in maniera efficace le letture che sono state appena proclamate. Il brano del profeta Sofonia (So 3,14-18) è tutto un annuncio di giubilo e di salvezza e, perciò, un invito a rialzarsi e a non lasciarsi cadere le braccia perché il Signore è in mezzo a noi ed è “un Salvatore potente”, Lui per primo gioisce per noi e con noi.

Anche nel salmo – tratto dal libro del profeta Isaia (Is 12,2-6) – abbiamo invocato il “Dio della gioia” che è la “mia salvezza”. E nel Vangelo di Luca (Lc 1, 39-56) ci è stata ridonata la bellezza e la gioia dell’incontro, tutto al femminile, della Vergine Maria con la cugina Elisabetta.

Anche noi, unendoci ad Elisabetta e davanti all’effige della Vergine Lauretana, oggi vogliamo ridire a Maria e fare nostre quelle parole: “Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! (…) E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42.45).

Sì, Maria è “beata” perché “ha creduto” e noi ci rivolgiamo e guardiamo con fiducia a Lei perché, oggi più che mai, noi abbiamo bisogno di credere, di tornare a credere, di ravvivare e riaccendere la nostra fede nel Signore Gesù.

Per questo stiamo volentieri e con gioia davanti a Maria – qui acclamata come Madonna di Loreto – perché Lei è la prima credente e, proprio per questo, perché è la prima credente, può essere ed è la prima evangelizzatrice, cioè Colei che porta – attraverso i cieli e la terra – la “buona notizia” che è il Signore Gesù, il Figlio di Dio, nato da Lei.

Noi, parte del popolo di Dio, a nostra volta come battezzati e cresimati, possiamo trasmettere e rilanciare la “buona notizia” ed essere, quindi, evangelizzatori se siamo impegnati e coinvolti in un autentico cammino di fede e in un saldo legame con il Signore Gesù, il rivelatore dell’amore del Padre, ponendolo realmente al centro della nostra esistenza; se, insomma, è il Primo, il Signore della vita e non abbiamo altre priorità all’infuori di Lui.

La consegna che la Madonna di Loreto, per noi modello ed esempio, ci affida oggi è proprio questo: guardare a Gesù e portare Gesù, tornare a guardare Gesù e tornare a portare Gesù. E questo avviene, per ciascuno di noi, all’interno del cammino vocazionale personale e del “sì” che ogni vocazione comporta. Siamo chiamati tutti a testimoniare con lo stile di vita e la parola negli ambienti dove il Signore ci ha posto: in famiglia, con gli amici, nei luoghi di lavoro e di onesto divertimento. E il tutto con amicizia e delicatezza, con la forza del dialogo e, soprattutto, con una coerente testimonianza personale.

In questo periodo si parla molto di Chiesa “sinodale” e di “cammino sinodale” e ci esercitiamo nel cercare di individuare e proporre percorsi, modalità, nuove vie pastorali ecc. Uno dei più grandi padri della Chiesa, san Giovanni Crisostomo, affermava con molta semplicità e chiarezza che “la Chiesa è Sinodo” (Explicatio in Ps. 149: PG 55, 493) perché è un insieme, ricomposto sempre in unità e comunione, di tante vocazioni che scaturiscono dall’originaria vocazione che appartiene a tutti – quella del Battesimo – e fioriscono e si sviluppano poi nelle differenti strade vocazionali che una persona, con l’aiuto della grazia di Dio, accoglie e percorre: il matrimonio, il sacerdozio, la vita consacrata.

Ma ogni vocazione possiede una caratteristica comune: richiede e porta ad esprimere un “sì”. Un “sì” credente, “sì” deciso, detto una volta in maniera solenne e poi riconfermato e rinnovato tutti i giorni nelle pieghe della vita. E questo perché il rapporto con Dio chiede un coinvolgimento sempre rinnovato e la totalità dell’impegno battesimale. Un “sì” detto, appunto, per sempre: è il “sì” degli sposi, è il “sì” di ministri ordinati, ossia dei diaconi, dei presbiteri, dei vescovi o di chi ha abbracciato la vita religiosa. Guardando sempre all’esempio, inarrivabile, della Madre di Gesù, al “sì” / il “fiat” di Maria.

Accogliendo oggi la bella e a noi cara effige della Madonna di Loreto vogliamo accogliere anche il suo perenne invito e desideriamo seguire le orme della Madre, la prima credente, la prima evangelizzatrice. Certo, sappiamo bene che Lei è l’Immacolata, la Tutta Santa, mentre noi abbiamo bisogno di un cammino di purificazione e di conversione in cui Lei ci assicura protezione e sostegno. Ma l’esempio, il modello, è e rimane sempre Lei.

Per questo la Madonna di Loreto si fa pellegrina e noi vogliamo farci pellegrini con lei, seguendola, perché Maria è realmente nostra Madre. Non solo si è fatta carico della maternità del Figlio Gesù come singola e divina Persona, ma è anche divenuta madre del “Christus totus” – come diceva sant’Agostino – ossia dell’intera Chiesa. E noi, quindi, possiamo chiamarla Madre perché noi siamo, qui ed ora, il “Cristo totale”, pienamente inseriti nel mistero del Verbo incarnato.

Alla Madonna – qui invocata con il titolo di “Vergine di Loreto” – tutto il popolo di Dio è da sempre legato in un rapporto che parla di intimità, di relazione calorosa e originaria, di familiarità, che accomuna tutti – in particolare i piccoli che sanno come avvicinarLa – nella “carne”, ossia nella concretezza, delle vicende umane della quotidianità. Tutti, anche coloro che dubitano o si sentono lontani, possono rivolgersi a Lei con la confidenza e la fiducia che si ha per la propria madre.

La Madonna di Loreto ci porta, infine, a contemplare ancora una volta la vita della famiglia di Nazareth, composta da Gesù, Maria e Giuseppe di cui stiamo vivendo l’anno speciale indetto da Papa Francesco. “Alla fine di ogni vicenda che vede Giuseppe come protagonista – scrive il Santo Padre -, il Vangelo annota che egli si alza, prende con sé il Bambino e sua madre, e fa ciò che Dio gli ha ordinato. In effetti, Gesù e Maria sua Madre sono il tesoro più prezioso della nostra fede. Nel piano della salvezza non si può separare il Figlio dalla Madre, da colei che «avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce»” (Papa Francesco, Lettera apostolica Patris corde n. 5).

La Madonna di Loreto – nostra Madre e Regina, vera “Ianua Coeli”, Porta del cielo – interceda per noi, ci aiuti sempre a dire con fedeltà e sincerità il nostro “sì” quotidiano al Signore Gesù, a metterLo al primo posto nella nostra vita e a portarLo con gioia a tutte le persone che incontriamo.

Cari amici, quanti lavorano e transitano per questa importante struttura aeroportuale possano godere sempre della protezione della nostra Madonna di Loreto, patrona dell’Aviazione e di coloro che viaggiano nei cieli.