S. Messa in occasione del XXVII incontro nazionale – “Con il passo giusto” – per i nuovi incaricati di Pastorale Giovanile
(Venezia, Basilica S. Maria Gloriosa dei Frari, 23 novembre 2022)
Omelia del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia
Carissimi,
è una gioia poter celebrare insieme l’eucaristia al termine di un’intensa giornata. Il vostro XXVII incontro nazionale è pensato per meglio conoscervi e condividere sia progetti e programmi di Pastorale Giovanile a favore delle realtà nelle quali siete inseriti.
È bello poter celebrare nello splendido contesto della basilica dei Frari, dinanzi al capolavoro di Tiziano, appena restituito alla fruizione dei credenti e dei non credenti, dopo un prolungato lavoro di restauro; l’Assunta del Tiziano “illustra” la festa liturgica che rappresenta ma ci offre, nello stesso tempo, una sintesi sublime della fede cristiana e dell’autentica mariologia.
“Con il passo giusto” è il motto che ha accompagnato i momenti d’incontro e di studio, una riflessione tesa verso una meta comune: il Signore Gesù.
Ogni azione ed attività pastorale – in modo speciale quelle rivolte agli adolescenti e ai giovani – richiede nuove energie, attenzioni e condivisione così come fa intendere la frase “Con il passo giusto”, che ci chiede di guardare la meta, tenendo sempre desta la proposta “forte” che sta alla base – o, almeno, dovrebbe stare alla base – di ogni iniziativa pastorale.
E questa proposta “forte”, che cercate di rivolgere ai giovani e agli adolescenti di oggi, non può prescindere dal vostro rapporto personale e quotidiano col Signore Gesù, un rapporto da coltivare innanzitutto con la preghiera e l’ascolto credente della sua Parola. Le altre proposte ed iniziative (convegni, serate musicali o culturali, anche la stessa GMG…) hanno senso, hanno sostanza, hanno un futuro solo se portano all’incontro e al rapporto personale con Gesù Cristo.
La pastorale e la vita della Chiesa sono fatte di persone e da persone, non da strutture o da tecniche. Nella Chiesa tutto porta frutto a partire da una comunità che crede, che spera, che ama e, poi, in modo specifico, dalla dedizione appassionata e sincera di chi – come voi – ha responsabilità e compiti d‘animazione pastorale e in questo servizio vive con generosità disinteressata e cerca di portare a compimento, con sincerità e dedizione, una parte del proprio sacerdozio battesimale (se è laico/a) o, per una parte di voi, del proprio sacerdozio ordinato e ancora per altri o altre, infine, la propria consacrazione religiosa.
Ed è proprio il compito di chi guida saper camminare “insieme”, non basta precedere! E, allora, saper camminare “insieme” vuol dire camminare “con il passo giusto”, verso la meta giusta; un passo sereno, gioioso ed impegnato per noi e per i nostri ragazzi, tutti verso il Signore Gesù, l’Unico Necessario per la Chiesa e per il mondo.
Un’ulteriore riflessione: “Con il passo giusto” significa anche tenere insieme, nella proposta pastorale, tutta la realtà antropologica delle persone – degli adolescenti, dei giovani – a cui vi rivolgete e che, come noi, sono fatti di “spirito, anima e corpo” (1Ts 5,23).
Ogni persona, infatti, è questo “tutto” costituito da differenti realtà che ne connotano l’“umanità” e tra queste vi è quella rilevantissima, in particolare nei giovani, della corporeità a cui si unisce quella “teologica” che rimanda sempre all’immagine di Dio.
Non c’è un uomo – non c’è un giovane – a prescindere dall’aspetto biologico (la corporeità); l’uomo è tale a partire dalla sua corporeità ed è radicato nella sua corporeità ma, nello stesso tempo, ogni persona – uomo o donna che sia – non può restare inconsapevole di tale realtà; l’essere uomo o donna costituisce l’immagine di Dio perché la persona è questa realtà complessa – “spirito, anima e corpo” (1Ts 5,23) – che, a sua volta, è parte di un tutto che entra a far parte della storia della salvezza.
La Vergine Maria – qui è mirabilmente ritratta nel momento dell’Assunzione – è anche e prima di tutto donna, la donna dell’Annunciazione che è stata capace di quel “sì” sponsale e materno che abbraccia tutta la sua esistenza (a partire dalla sua femminilità) e diventa, nel suo “sì”, il nucleo stesso della storia della salvezza, ossia Cristo e la Chiesa.
Maria di Nazareth, la donna, la sposa, la madre, la vergine è quindi essenziale nel piano di Dio. Ella, nella sua femminilità, diventa garanzia della creazione e della libertà umana dinanzi a Dio; un “sì” pieno quello di Maria che porta, in sé, le domande che – “con il passo giusto” – fanno progredire e andare verso il Signore Gesù.
Dalle letture proclamate nella liturgia della Parola odierna, in quest’ultima settimana dell’anno liturgico, raccolgo alcuni elementi che auguro caratterizzino la vostra presenza (“compagnia”) in mezzo ai giovani: la fortezza e la fiducia.
Anche nelle situazioni più difficili, più confuse o di fragilità, che una persona – e un giovane, in particolare – può trovarsi ad affrontare, non manchi mai la virtù cristiana e umana della fortezza – da vivere, da testimoniare e da trasmettere – e accompagni sempre voi e i vostri ragazzi e giovani quel senso di fiducia e di sereno affidamento che è la speranza/certezza cristiana che le frasi finali del Vangelo di oggi ci trasmettono: “…nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc 21,19).
Fortezza e fiducia, certi che la vera forza e la vera fiducia risiedono nella misericordia di Dio che non abbandona e non lascia mai soli.
La Vergine Assunta sostenga e orienti i nostri passi, camminiamo insieme a Lei e come Lei, ossia “con il passo giusto” secondo il ritmo di Dio, affinché la nostra vita sia vero canto del Magnificat.