Omelia del Patriarca nella S. Messa durante la visita all’Istituto dei Padri Cavanis (Venezia, 23 novembre 2022)
23-11-2022

S. Messa durante la visita all’Istituto dei Padri Cavanis

(Venezia, 23 novembre 2022)

Omelia del Patriarca di Venezia Francesco Moraglia

 

Siamo qui per ringraziare il Signore di questa comunità religiosa ed educativa di cui ciascuno di voi, seppur in modi differenti, fa parte; è come ricordare l’origine della propria famiglia, al cui inizio vi è un papà e una mamma e da loro, poi, derivano i figli.

Noi, oggi, ricordiamo i 250 anni dalla nascita di padre Antonio Cavanis che ha fondato questa famiglia religiosa, la famiglia della scuola che voi frequentate. Insieme a lui ricordiamo anche il fratello Marco e padre Basilio Martinelli, persone che si sono distinte nel cammino verso la santità. E poi vogliamo ricordare anche padre Gigi Pennacchi che celebra i cinquant’anni di sacerdozio.

Cari ragazzi, quanto è importante ricordare! Se ci dimentichiamo una data o un anniversario, allora dobbiamo interrogarci se davvero portiamo nel nostro cuore quella persona… Se voi compite gli anni o se è il vostro onomastico e nessuno vi fa gli auguri, giustamente, siete tristi perché nessuno si è ricordato di voi.

Ricordarsi, allora, vuol dire amare e voi, tra l’altro, siete parte di una comunità educativa che porta un nome bellissimo: “scuola della carità”.

Non possiamo, quindi, limitarci a dire, che abbiamo poca memoria; significa, piuttosto, che amiamo poco perché se uno, per esempio, dimentica di salutare mamma, papà o i fratelli ed entrando in casa va subito a guardare un programma televisivo o a giocare, allora, vuol dire forse che la mamma, il papà o i fratelli vengono dopo queste cose.

Se noi ci dimentichiamo di qualcuno dobbiamo sempre chiederci: ma io amo veramente questa persona? Lo stesso vale per le date e per gli anniversari… li ricordiamo se amiamo veramente le persone.

Cari ragazzi, ora, vi pongo, una domanda: conoscete almeno un po’ il Vangelo? Ricordate l’episodio in cui Gesù cammina lungo una strada ed incontra dieci lebbrosi (cfr. Lc 17, 11-19)?

Ebbene, quell’episodio dice che dei dieci lebbrosi guariti, ne torna uno solo per ringraziare. Gesù lo sottolinea: non sono stati guariti dieci lebbrosi? E gli altri nove dove sono? Sei tornato solo tu? Ecco, carissimi bambini e bambine, l’importanza di ricordarsi. Essere capaci di ricordare, infatti, vuol dire amare ed essere grati.

Vorrei davvero che portaste nel cuore, al termine di questa giornata, anche solo questo pensiero: oggi a scuola è venuto il Patriarca e ci ha detto che dobbiamo ricordarci degli altri, perché dimenticare vuol dire non amare.

Amiamo, allora, la nostra scuola, amiamo i fratelli Antonio e Marco Cavanis, amiamo padre Basilio Martinelli e vogliamo bene anche a padre Gigi Pennacchi e, tutti insieme, gli diciamo: tanti auguri!

Ricordarsi – come dicevo – significa saper dire grazie ed essere persone capaci di amare gli altri. La scuola dei Cavanis si chiama “scuola della carità” ed è, quindi, la scuola di chi ricorda, di chi non dimentica, di chi fa festa.

Sono un bambino, una bambina, un ragazzo, una ragazza, un giovane, una giovane, un adulto che dimentica o che ricorda? Se sono una persona che dimentica, allora, c’è qualcosa da correggere nel mio cuore.

Continuiamo la celebrazione della Messa che viviamo con animo grato al Signore, perché Venezia è stata fortemente segnata dalla presenza dei fratelli Antonio e Marco Cavanis. E non solo per qualche anno ma – ormai lo possiamo dire – per oltre due secoli come la vostra presenza qui, oggi, dimostra.

Quante persone sono passate in questi spazi e luoghi che voi oggi abitate e qui hanno ricevuto una formazione, una guida ed un incoraggiamento proprio attraverso e a seguito dell’opera dei Fondatori Antonio e Marco Cavanis che oggi vogliamo ricordare.