Omelia del Patriarca nella S. Messa durante il pellegrinaggio mariano alla chiesa parrocchiale di S. Maria Formosa (Venezia, 5 gennaio 2019)
05-01-2019

Pellegrinaggio mariano alla chiesa parrocchiale di S. Maria Formosa

(Venezia, 5 gennaio 2019)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Il rosario è la preghiera in cui chiediamo a Maria di presentarci a suo figlio, la preghiera che possono fare tutti, la preghiera dei sani e dei malati, dei colti e di chi non ha la possibilità di studiare; è la preghiera che si può recitare da soli, con gli altri, mentre si è in viaggio o  in una celebrazione comunitaria e solenne. Questa preghiera dice fondamentalmente una cosa: che Gesù è il centro e che, per andare a Gesù, bisogna passare per quella strada attraverso la quale Gesù è venuto nel mondo.

Se noi vogliamo avere un’idea concreta del Vangelo dobbiamo pensare a Gesù e non dobbiamo pensare agli studi eruditi sul Vangelo. Pensavo in questi giorni che un amico di Nietzsche – Overbach – aveva insegnato a Ginevra tutta la vita teologia riformata. Non credeva a niente, era totalmente ateo eppure possedeva tutti gli strumenti ermeneutici e culturali per affrontare i libri santi.

Il problema grosso del cristiano è la fede e noi, nel rosario, scegliamo la strada che Gesù ha scelto per entrare nel mondo. Pensate un pochino al Natale e a Gesù senza Maria: cosa ci rimane?

Guardiamo, allora, un attimo a quelli che sono i caratteri spirituali di Maria perché Maria è la scelta di Dio per l’umanità; non dimentichiamo che Maria fa parte di un popolo che si era dato delle strutture: il tempio, la legge, il sacrificio, l’ordine sacerdotale, gli scribi, i farisei, l’interpretazione della legge. Dio sceglie una fanciulla che ha come caratteristica l’umiltà. “Ha guardato l’umiltà della sua serva” (Lc 1,48), dice il Magnificat.

Ciò che deve costituire l’inizio della nostra vita spirituale, all’inizio di quest’anno, è un binomio: l’umiltà e la fede. Non ci può essere fede se non c’è umiltà e qui cito Pascal che non era uno stupido; era intelligente, un filosofo, uno scienziato, un credente, un mistico. Ad un certo punto dice: “Attenzione ad evitare due errori: solo la ragione oppure facciamo a meno della ragione”.

Essere discepoli del Signore vuol dire essere credenti, cioè persone che rispettano la ragione, perché non ci può essere un atto di fede se non è libero e responsabile. Se io costringo uno a credere faccio un peccato, perché gli faccio violenza, e quello non compie un atto di fede anche se dice di credere.

L’altro errore: sola ragione. Gli ultimi secoli si sono costituiti a partire dalla ragione e la storia ci dice che non sono state fatte delle scelte molto umane, soprattutto nel ’900. La storia del pensiero, poi, ci dice che nel fermarsi solo sulla ragione si finisce per annullare la ragione ed ecco il pensiero debole; dopo che la ragione ha raggiunto il culmine, si è toccato con mano che un uomo che vuol essere la ragione di tutto e ad un certo punto si cade nell’assurdo.

All’inizio di questo anno, allora, ecco la preghiera umile e credente del rosario, la preghiera in cui pensiamo quelle parole che sono fondamentali nella vita di un uomo e di una donna: “…prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”. Sono i due momenti importanti della vita. Il passato è passato, per il futuro facciamo tanti progetti e non sappiamo se ci apparterrà, ma sappiamo che ci sono due momenti certamente nostri: il momento presente e quello dell’incontro con Dio.

La preghiera del rosario non è solo una preghiera semplice ed umile, è anche una preghiera intelligente e razionale ed è anche una preghiera in cui noi scopriamo che Gesù è l’unico necessario.

Il rosario, penso, lo recitiamo tutti o quasi tutti ma dobbiamo porci una domanda: lo recitiamo bene? Le caratteristiche del rosario – una preghiera mnemonica, ripetitiva – potrebbero anche prenderci la mano e allora non dimentichiamo che i misteri dove il rosario diventa una preghiera veramente cristologica – i misteri della gioia, della gloria, della luce, del dolore – sono le tappe della nostra vita.

Oggi abbiamo iniziato la giornata, il primo sabato del nuovo anno, il primo sabato del mese di gennaio nel ricordo della Madonna di Fatima, i primi sabati del mese, con questa preghiera semplice ed umile. Io ho ancora il ricordo dei miei genitori ancora vivi e molto anziani: alla sera, quando la mamma preparava la cena, il papà – che era seduto vicino a lei al tavolo in cucina – recitava il rosario…

Il rosario è la preghiera di tutti, dei santi, dei mistici, di chi fatica a credere, dei bambini, dei genitori anziani. Riscopriamo, all’inizio di questo nuovo anno, questa bella preghiera razionale e credente, umile e altissima, mariana e quindi cristologica, cristologica – poiché la mediazione di Cristo (cfr. Lumen gentium n. 22) non è esclusiva ma inclusiva – e quindi anche e sempre mariana.