Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia nella S. Messa al sacrario di Mariport - Porto Marghera (3 novembre 2012)
03-11-2012

S. Messa al sacrario di Mariport – Porto Marghera

 

(3 novembre 2012)

 

Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia

 

 

 

Siamo qui per compiere un atto fondamentale, quello della riconoscenza. La riconoscenza è una virtù rara e, proprio perché è rara, è importante che sia coltivata a livello personale e a livello sociale. Ricordiamo non solo dei defunti – persone che non sono più tra noi – ma persone che sono state chiamate a consegnare la vita per il bene di altri.

 

La guerra è quella lezione che l’umanità non impara mai a sufficienza. Ed ogni generazione – possiamo dire – deve sempre confrontarsi con le guerre.

 

Quanti ragazzi, all’inizio della loro vita, hanno dovuto obbedire alla chiamata ed hanno – con quell’obbedienza – consegnato anche la loro vita. Ci sono poi persone che, in tempo di pace, per onorare il loro dovere, la loro professione, il loro lavoro, hanno dovuto consegnare la loro vita.

 

La gratitudine è una virtù personale e sociale importantissima. Dobbiamo soprattutto consegnare e trasmettere alle nuove generazioni – che non hanno provato il dramma della guerra e ancora non hanno conosciuto la durezza della vita che, certe volte, richiede la consegna di se stessi per il bene comune – la stima di quelle persone che, misteriosamente, si sono trovate a pagare un conto più salato di quello che, in genere, gli uomini e le donne pagano nella loro vita.

 

Queste persone hanno dato se stesse per un bene più grande di loro. Ed allora questo sacrario – luogo della memoria e luogo della riconoscenza – è una cattedra, è un messaggio. E’ qualcosa che deve essere reso presente e mantenuto vivo in mezzo alla società civile, in mezzo alla nostra comunità.

 

Siamo chiamati a dire un grazie che va al di là e che supera lo spazio ed il tempo perché, come credenti, sappiamo che queste persone avranno un premio che terrà conto anche della loro vita spezzata. E di quanto avrebbero potuto fare – e non è stato concesso loro di fare – dagli avvenimenti, dagli eventi e dalle scelte sbagliate degli uomini.

 

A queste persone che hanno visto spezzati i loro progetti personali, familiari e lavorativi Dio – che è più grande degli uomini – saprà certamente, nel suo giudizio misericordioso ma anche giusto, tenere conto di quanto queste persone avevano diritto di godere ed usufruire nella vita terrena. Ciò che è impossibile a noi uomini, non è impossibile a Dio.

 

Ringrazio di questa opportunità la Capitaneria di Porto, l’Autorità Portuale e Mariport che organizzano annualmente questo momento di preghiera, di riconoscimento e di gratitudine.

 

Chiediamo al Signore che coloro che non hanno avuto quello che spettava loro, nella loro vicenda terrena, possano ottenere in pienezza quello che non hanno potuto avere qui, in mezzo a noi.