Omelia del Patriarca durante la S. Messa nella Domenica delle Palme (Venezia, Basilica Cattedrale di San Marco - 29 marzo 2015)
29-03-2015
Processione e S. Messa nella Domenica delle Palme e della Passione del Signore
(Venezia, Campo S. Maria Formosa / Basilica Cattedrale di San Marco – 29 marzo 2015)
Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia
 
 
Dopo tutto quello che abbiamo ascoltato comprendiamo bene il valore di questa giaculatoria che è invocazione, preghiera e confessione di fede: “Sia lodato Gesù Cristo”. Sia lodato per tutto quello che ha fatto per noi.
Entriamo, con questa celebrazione, nei giorni luminosi e tenebrosi della nostra salvezza. Soffermiamoci su questo punto: l’evento salvifico nasce dall’ora delle tenebre. “Questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre…” (Lc 22,53), dice Gesù iniziando le ore della sua Passione.
Le ore delle tenebre sono – insieme – le ore della salvezza, le ore in cui Dio manifesta la sua misericordia ed ogni anno la Chiesa ci visita con la grazia della Settimana Santa e lo scrigno del triduo pasquale da cui nasce l’anno liturgico.
La liturgia – come oggi vediamo e come vedremo in questa settimana in modo del tutto particolare – vive di segni, ma non è un cerimoniale. La liturgia – ce lo dice il nome – è l’azione a favore del popolo ed è l’azione di Cristo per noi suo popolo. Noi dobbiamo semplicemente entrare in questo Suo gesto di amore che si chiama croce.
Chiedo a tutti, nessuno escluso, di andare a rileggersi il Passio. Oggi lo abbiamo ascoltato nella versione di Marco – che è sepolto sotto l’altare centrale di questa magnifica basilica -, quel ragazzino che è scappato, lasciando il lenzuolo, fuggendo via nudo e che un’antica tradizione identifica in Marco. Non un apostolo, ma un futuro evangelista che è presente agli eventi fondamentali della vita di Gesù.
Rileggiamoci il Passio. È come una serie di diapositive in cui noi, personalmente e di volta in volta, ci troviamo raffigurati. Gli apostoli, Giuda, la folla, il potere politico, le donne, Giuseppe d’Arimatea ecc. Di volta in volta noi, nella nostra vita, assumiamo questi ruoli e recitiamo queste parti.
Un’ultima cosa mi preme dire: di fronte a Gesù non ci sono i buoni ed i cattivi. Anche i buoni, quelli che stavano dalla parte di Gesù – si chiamavano Giuda Iscariota (che ha tradito), Simone Pietro (che rinnega per tre volte) Andrea, Giovanni, Giacomo… -, non hanno potuto vegliare neanche un’ora con il Signore. La narrazione che abbiamo appena ascoltato ci dice: Gesù è Unico! Di fronte a Lui tutti – tutti, anche se in modi diversi – hanno bisogno di essere da Lui salvati, incominciando da coloro che fanno parte del gruppo a Lui più vicino.
Cerchiamo di dire – all’inizio di questa Settimana Santa – quello che diceva Agostino, il grande padre d’Occidente: “Temo il Signore che passa”. Che questa Settimana Santa non passi per noi invano.