Omelia del Patriarca durante il pellegrinaggio mariano da S. Rita a S. Maria Immacolata di Lourdes (Mestre, 2 maggio 2015)
02-05-2015
 
                                                                                             Pellegrinaggio mariano da S. Rita a S. Maria Immacolata di Lourdes
(Mestre, 2 maggio 2015)
Omelia del Patriarca mons. Francesco Moraglia
Il pellegrinaggio di oggi partecipa di una novità: il Santo Padre Francesco ha, infatti, appena indetto il Giubileo straordinario – l’Anno Santo – della Misericordia, firmando quel documento (una “bolla”) intitolato a “Gesù Cristo, volto della misericordia del Padre”.
Il Vangelo che abbiamo ascoltato risponde ad una domanda di fondo: chi vede Gesù vede Dio, vede il mistero di Dio, vede la comunione che è Dio, vede la misericordia con cui Dio esce dalla Sua pienezza trinitaria ed effonde al di fuori di Sé qualcosa di Se stesso.
Il mistero della creazione, la misericordia – ci dice il Papa – è la rivelazione ultima del mistero di Dio, un Dio che non ama solo Se stesso ma vuole che il bene sia anche al di fuori di Sé. Dio non crea il mondo perché ha bisogno di qualcuno che Lo adori e Lo preghi – perché altrimenti non sarebbe Dio -; Dio crea perché vuole che il bene sia anche al di fuori di Lui. La storia della salvezza dell’uomo inizia e si riassume proprio nel mistero di Dio.
Il Papa vuole che questo Anno della Misericordia inizi l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, a cinquant’anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II, quel Concilio che ha messo come primo suo documento il documento sulla liturgia e, cioè, Dio adorato e vissuto. L’atto più alto di fede è l’adorazione; un uomo che prega è un uomo che annuncia la completezza del Vangelo, una comunità che prega offre la testimonianza cristiana più grande, perché dice: “Per noi uno solo è il Signore”. L’Anno della Misericordia, allora, è questo ritornare a Dio.
Potremmo, però, fare un errore ed è questo: molti devono tornare a Dio ma io vescovo, io parroco, io seminarista, io fedele che frequenta abitualmente la Chiesa sì… posso ricevere l’indulgenza – perché non si sa mai, potrei averne bisogno… – ma l’Anno della Misericordia è per gli altri… Non facciamo questo errore; ognuno di noi deve ritornare a Dio.
L’Anno Santo della Misericordia non è compiere un gesto liturgico e basta; è conoscere come possiamo amare Dio, se non Lo conosciamo, è conoscere di più chi è Dio. Filippo chiede a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta» (Gv 14,8). E Gesù, non dico quasi risentito ma sorpreso, gli dice: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre» (Gv 14,9).  
In questo Anno della Misericordia noi abbiamo proprio bisogno di ritornare a conoscere con il cuore, con la mente e con la vita chi è Dio; abbiamo bisogno di compiere dei gesti che ripropongano i gesti gratuiti di Dio. Dio crea gratuitamente, Dio ci salva gratuitamente.
Il cristiano è colui che inserisce nella sua vita la gratuità e che cosa c’è di più gratuito del perdono? “Ti chiedo di perdonarmi, ti dono il mio perdono”. Capite che la vera novità – nella vita di un uomo, di una donna, di una famiglia, di una comunità parrocchiale – è il perdono, l’unica novità che sia veramente tale. L’Anno della Misericordia ci è dato, quindi, per azzerare un po’ tutti quei contenziosi impliciti ed espliciti.
Leggevo, ormai tanti anni fa, l’intervista di un teologo della liberazione che diceva: molte volte prima dei muri che separano le persone, le comunità, gli Stati…, prima di arrivare alla rottura completa, c’è il silenzio, c’è l’indifferenza, c’è il far finta di non vedere, c è il non dare il saluto o il non rispondere al saluto facendo finta di non aver visto; non c’è una rottura diretta, ma ci sono come delle piccole siepi che prima diventano palizzate e poi muri e infine sopra i muri mettiamo anche i cocci di vetro e il fil di ferro perché sia difficile scavalcare il muro.
Nell’Anno della Misericordia ognuno di noi deve dire: “Signore, è per me e deve essere un anno in cui devo cercare di conoscerti di più, perché se non ti conosco non riuscirò ad amarti e a capire come Tu pensi, come Tu ragioni, come Tu vivi e, quindi, come vuoi che io pensi, ragioni e viva. Voglio, Signore, essere gratuito, donare e ricevere, lasciarmi aiutare…“. Quante volte è più facile aiutare gli altri che lasciarsi aiutare! Ecco, l’umiltà di lasciarsi aiutare.
L’Anno della Misericordia sia l’anno della riconciliazione in cui si compie, alla fine, anche l’atto liturgico e si dice: “Signore, tutto è offerto a Te nella fede e nella preghiera, accogli questo gesto che – lo riconosco – viene da Te, dalla tua grazia, dal tuo dono, dalla tua misericordia”.
Ci troviamo oggi nella chiesa dedicata alla Madonna di Lourdes e, vedete, la Madonna a Lourdes ci ha indicato questa strada. Infatti, a Lourdes, la Madonna ha scelto la ragazza più disgraziata del paese, della famiglia più disgraziata del paese; il padre – Francesco Soubirous – non riusciva a mantenere la famiglia e fu anche accusato, ingiustamente, di aver rubato. La famiglia di Bernadette era una famiglia che tutti guardavano con sufficienza; stufavano tutti, avevano sempre bisogno di qualcosa e, addirittura, andranno a stare in una vecchia prigione (denominata Le Cachot) che era stata evacuata perché talmente malsana e umida che neanche i delinquenti potevano più rimanere tra quelle pareti così fatiscenti…
A Lourdes Maria avrebbe potuto apparire nella chiesa parrocchiale o nella piazza centrale del paese e invece no! Ha scelto un luogo malfamato e quella che per noi, adesso, è la grotta di Lourdes, con sopra la basilica, era a quel tempo un luogo di appuntamenti equivoci… Le “periferie” non sono un’invenzione di oggi.
La grotta di Lourdes – oltre ad essere luogo equivoco e di appuntamenti malfamati – era anche la discarica pubblica e vi si buttava la spazzatura; in quella grotta poi, ogni tanto, il fiume Gave passava con l’onda di piena e portava via tutto… Quello era il luogo in cui i maiali selvatici andavano a cercare qualcosa da mangiare tra rifiuti e cose varie.. Ebbene, la Madonna è apparsa in quella grotta a quella ragazza che tutti guardavano con sufficienza e superiorità; non riusciva neanche ad imparare il catechismo ed oggi, forse, non le daremo neanche la comunione…
L’Anno della Misericordia non è una novità; appartiene al Vangelo e la Madonna ci ricorda sempre, anche a Lourdes, che Dio si manifesta là dove c’è più bisogno e necessità di misericordia e di perdono.
L’antefatto di Lourdes è proprio questo: una povera ragazza disgraziata, una famiglia che perde i pezzi, una grotta che è un luogo equivoco di appuntamenti e una discarica pubblica… Questo è l’antefatto e, poi, c’è il fatto di Lourdes; Lourdes dopo l’apparizione di Maria, Bernadette dopo l’apparizione di Maria.
Concludo con la frase che Bernadette annota nel suo diario spirituale nel 1873 e, quindi, 15 anni dopo le apparizioni di Lourdes, avvenute nel 1858 quando aveva 14 anni: “Quello che si riferisce a me – scrive Bernadette – non mi riguarda più; devo essere fin d’ora interamente di Dio e Dio solo, mai di me stessa”. Fissiamo sin d’ora questa breve frase nel nostro cammino di preparazione verso l’Anno Santo, verso il Giubileo della Misericordia.