Omelia del Patriarca ai Secondi vespri nella Solennità dell’Epifania con consegna del mandato ai nuovi Ministri straordinari della Comunione (Venezia - Basilica cattedrale S. Marco, 6 gennaio 2019)
06-01-2019

Secondi vespri nella Solennità dell’Epifania e consegna del mandato ai nuovi Ministri straordinari della Comunione

(Venezia – Basilica cattedrale S. Marco, 6 gennaio 2019)

Omelia del Patriarca Francesco Moraglia

 

 

Carissimi,

riflettiamo insieme su questo gesto che sta vivendo la Chiesa che è in Venezia.

Voi, infatti, da questo momento esercitate un ufficio, un compito, non perché a voi piace e nemmeno perché non sapete cosa fare di altro in quella giornata o in quella settimana ma perché siete “deputati” ossia mandati dalla Chiesa a renderla presente.

Certamente andrete con le vostre forze, con le vostre risorse, con la vostra storia, i vostri temperamenti, ma andrete mandati dalla Chiesa. E sarà allora necessario vedere, rivedere e riaggiustare continuamente il vostro modo di esercitare questo compito ecclesiale.

Il Ministro straordinario della Comunione non è chi compie un gesto fine a se stesso. Chi compie quel gesto aiuta le persone a cui è mandato a scoprire il dono più grande che Gesù ci ha fatto: l’eucaristia.

Cari Ministri straordinari della Comunione, da oggi inizia per voi un rapporto particolare che dovete intessere con Gesù Eucaristia. La vostra crescita nella fede eucaristica diventa un dono che voi farete, di volta in volta, senza nemmeno averne coscienza e consapevolezza, alle persone a cui sarete mandati.

Ci sono, quindi, alcuni versanti lungo i quali il ministro straordinario deve impegnarsi. Innanzitutto, bisogna conoscere la dottrina eucaristica – direi, addirittura, la teologia eucaristica – e saperne rispondere alla Chiesa.

Il primo versante è dunque quello della formazione teologica, spirituale e catechetica che deve essere continua in noi. Ognuno di noi, quando parla delle cose di Dio, non dice tanto le cose che ha annotato su un foglietto (se ha avuto il tempo di prepararlo…) ma dice quello che ha dentro di sé ed allora questa formazione, questo studio, questo amore per la dottrina eucaristica.

C’è poi un secondo impegno, che è quello della preghiera. Non ci può essere un giorno in cui non fate adorazione eucaristica; è solamente stando di fronte al Signore, avendo tempo per Lui, che voi rimarrete fedeli a quel comando che Gesù ha detto ed ha espresso con fermezza nel momento in cui ha scelto i Dodici. Gesù prega una notte intera e poi chiama Lui chi vuole e li chiama – fate attenzione! – perché stiano con Lui e per mandarli.

Si tradisce il ministero della Comunione se noi andiamo soltanto; dobbiamo andare dopo essere stati con Lui. “Ne costituì Dodici (…) perché stessero con lui e per mandarli…” (Mc 3,14). Non si può andare a portare l’eucaristia se non ci si è fermati a lungo, ogni giorno.

Siamo nel tempo di Natale e una figura che ci ha accompagnato durante l’Avvento è stato Giovanni Battista che, ad un certo momento, dice una cosa che dovreste dire anche voi con la vostra vita: “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3,30).

La figura del Battista insieme a quella della Vergine santissima – che, con passo frettoloso, si reca dalla cugina Elisabetta portando Gesù nel suo grembo -, queste due figure dell’Avvento e del Natale, devono ora appartenere alla vostra spiritualità.

Vi invito a chiudere ogni giornata chiedendovi, fra le altre cose: come ho vissuto oggi il mio essere Ministro straordinario della Comunione?

La formazione catechetica e teologica, la preghiera: ecco i due grandi versanti che fanno in modo che il Signore Gesù sia una presenza eloquente e sia un compagno di strada. Insieme al Battista e alla Vergine Santissima vi indico poi anche i due discepoli di Emmaus i quali vanno per strada con il Signore, sono tristi e si lamentano di aver dato credito e fiducia a chi, secondo loro, non meritava…

Rileggete il testo del Vangelo secono Luca: “Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele… (Lc 24,21). Poi lo riconobbero dallo spezzar del pane e Lui sparì. E allora si dicono l’un l’altro: “Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?” (Lc 24,32). E qui ritorniamo alla dottrina eucaristica ed alla preghiera..

Concludo ricordando che questo mandato avviene nella solennità dell’Epifania, nel giorno in cui i tre saggi che la tradizione ci consegna come i Magi, ad un certo punto, hanno intravisto qualcosa (una luce) e si mettono in viaggio.

Essere Ministro straordinario dell’Eucarestia vuol dire iniziare un viaggio, un viaggio in cui la luce è  il Signore Gesù. Cerchiamo nel nostro cuore di essere un po’ – almeno un po’ –  come quei tre saggi che, lasciata la loro terra, le loro occupazioni e il loro lavoro, si sono diretti verso la culla di Betlemme per adorare il Signore Gesù.