OMELIA ALLA S.MESSA DI RINGRAZIAMENTOPER L'APPROVAZIONE DEGLI STATUTI DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE (8 febbraio 2003)
 Basilica dei Santi Giovanni e Paolo - Venezia, 8 febbraio 2003
08-02-2003

1. «Tutti Ti cercano» (Mc 1, 37). Pietro, testimone, insieme agli altri discepoli, del bene compiuto dal Signore, rivolge a Gesù queste parole. Esse rivelano la profondità con cui guarda ad ogni uomo colui che è stato gratuitamente afferrato da Gesù Cristo. Chi fa l’esperienza della misericordia del Padre impara, sulla propria pelle, che tutti gli uomini desiderano in profondità questa stessa cosa! Confusa o inconsapevole, timida o ribelle, complessa o ingenua che sia, questa ricerca di Dio, ricco in misericordia, è costitutiva del cuore di ciascuno di noi e di tutti i nostri fratelli.
Per chi come noi è stato toccato dalla grazia dell’incontro le parole dell’Apostolo, proclamate nella Seconda Lettura, diventano particolarmente stringenti: «Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è per me un dovere: guai a me se non predicassi il vangelo!» (1 Cor 9, 16). Guai a noi se nascondessimo il dono ricevuto e non facessimo dell’annuncio di Cristo lo scopo della nostra vita di ogni giorno!
Mossi da questa passione suscitata dalla misericordia, Kiko e Carmen, rispondendo al dono dello Spirito, hanno dato vita al Cammino Neocatecumenale che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha definito «un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi moderni» (Art. 1). Di quest’iniziativa ha potuto beneficiare molto presto il nostro Patriarcato e oggi noi siamo qui, in questa grande Basilica, pieni di letizia, a rendere grazie al Signore per l’approvazione degli Statuti da parte del Pontificio Consiglio per i Laici.

2. «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!» (Mc 1, 38). La passione evangelizzatrice di Gesù è inarrestabile. Nulla lo può trattenere. Egli si spende tutto, in obbedienza al Padre e sorretto dallo Spirito, fino al compimento finale del Suo mistero pasquale. Risorto e vittorioso invia tutti noi a «risanare i cuori affranti e fasciare le ferite» (cfr. Sal 146, 3) – così ci ha fatto pregare il Salmo responsoriale. Infatti l’annuncio della «’parola di salvezza’ chiama alla conversione e alla fede, invita a riconoscersi peccatori, ad accogliere il perdono e l’amore gratuito di Dio e a mettersi in cammino verso la propria trasformazione in Cristo, per la potenza dello Spirito» (Art. 9, §1).
Siamo ben consapevoli di quanto ciascuno di noi personalmente e la società tutta siamo bisognosi di grazia e di conversione. Le parole di Giobbe, tratte dalla Prima Lettura, sembrano ‘fotografare’ anche la nostra situazione di uomini del terzo millennio: «non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? Come lo schiavo sospira l’ombra così a me (‘) sono state assegnate notti di dolore » (Gb 7, 1.3). Gesù si fa carico del male e della sofferenza di ogni uomo; prende su di Sé tutta la nostra fragilità ed il nostro peccato, dal più piccolo dei nostri mali – come la febbre della suocera di Pietro ‘ alle più gravi mancanze: come non ricordare Paolo il persecutore? Egli sconfigge il potere del demonio e libera ogni uomo dal timore della morte. In questo modo ci consente di vivere fin da ora, negli affetti e nel lavoro che tramano la vita di ogni giorno, un anticipo di eternità. Il Cammino testimonia a tutta la Chiesa che ogni uomo può rinascere a vita nuova per il Battesimo di Gesù Cristo. Con materno abbraccio, la comunità cristiana si china sul bisogno di ciascuno: uomini e donne, anziani, giovani e ragazzi sono chiamati a questa affascinante esperienza di umana pienezza, ad un tempo personale e comunitaria.

3. «Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno» (1Cor 9, 21-22). Farsi tutto a tutti: per questo lo Spirito Santo non ha cessato di suscitare, lungo la bimillennaria esistenza della Chiesa, doni carismatici che consentono a ciascuno di incontrare in modo persuasivo l’unico Salvatore. La pluriformità nell’unità – prezioso criterio di comunione ecclesiale che il Concilio Vaticano II ha messo in evidenza – assicura la vita ordinata del Popolo di Dio, concreta speranza per l’uomo di ogni tempo. Se siamo docili all’azione dello Spirito ogni cosa può essere attuata «in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa» (Giovanni Paolo II, Discorso ai catechisti, 21 settembre 2002, 4) e, nello stesso tempo, è garantita a tutti i fedeli la piena libertà di vivere la propria vocazione battesimale obbedendo ai doni sacramentali e carismatici elargiti dalla ‘fantasia’ dello stesso Spirito per il bene di tutta la Chiesa (cfr. LG 12). Su questa base sono certo che anche nel nostro Patriarcato «il Cammino Neocatecumenale mirerà a promuovere nei suoi destinatari un maturo senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e collaborazione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale» (Art. 6, § 3). A questo scopo a nessuno di Voi sfugge l’importanza della cura pastorale da parte dei parroci e dei presbiteri che, in comunione con tutto il presbiterio diocesano sotto la guida del Patriarca, «sostengono l’attuazione del Cammino nell’insieme degli strumenti pastorali della parrocchia» (Art. 27 § 2, 3°).

4. Carissimi figli, «la catechesi rende il cristiano idoneo a vivere in comunità e a partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa» (Art. 17, § 1). Il nostro ringraziamento di questa sera, in occasione dell’approvazione degli Statuti, vuole esprimere anche la nostra gratitudine al Padre per gli abbondanti doni missionari che il Cammino ha offerto e offre alla Chiesa universale. Con il Santo Padre anche noi con gioia possiamo affermare: «Guardiamo le vostre comunità: quante riscoperte della bellezza e della grandezza della vocazione cristiana ricevuta! Quanta generosità e zelo nell’annunzio del Vangelo di Gesù Cristo, in particolare ai più lontani! Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa sorte grazie a questo itinerario di formazione cristiana» (Giovanni Paolo II, Discorso’, 2).

5. In modo particolare intendo menzionare le famiglie in missione, prezioso segno della Provvidenza per il nostro mondo che ha in larga misura smarrito il significato del matrimonio e della famiglia.
Regina familiae: Giovanni Paolo II ha voluto inserire questa preziosa invocazione nelle Litanie Lauretane. In quest’Anno del Rosario voglio chiedere a tutti Voi, che seguite il Cammino Neocatecumenale, di raccomandare alla Madonna due intenzioni che mi stanno particolarmente a cuore. Vi domando di implorare queste due grazie, recitando il Santo Rosario insieme, in famiglia.
La prima richiesta che rivolgiamo a Maria nostra Madre è quella di conservare in unità le famiglie del Patriarcato: Vergine Santa proteggi tutte le nostre famiglie dall’insidia della divisione che lacera il sacro vincolo del matrimonio. Fa’ che spose e sposi sappiano essere fedeli anche quando questo esige sacrificio e dolorosa abnegazione. Che le nostre famiglie unite siano aperte al dono della vita, perché la mancanza di figli è sempre mancanza di speranza.
La seconda grazia, che Vi prego di implorare ardentemente dalla Vergine Maria, è il fiorire di vocazioni sacerdotali nel nostro Patriarcato: che dalle nostre parrocchie, da tutte le aggregazioni laicali sorgano numerosi i giovani disponibili a rispondere all’invito del Padrone della messe. Egli non cessa mai di chiamare operai per il suo regno.

6. Santa Vergine Nicopeia, Tu ci doni la vittoria che è Gesù stesso, Crocifisso e Risorto per la salvezza di ogni uomo. Proteggi la nostra Chiesa! Fa che risplenda feconda nel mondo come la Sacra Famiglia di Nazareth, che genialmente Paolo VI, davanti alla grotta benedetta dell’Annunciazione di Gesù, definì come la ‘Scuola’ dove «impariamo il metodo che ci permetterà di conoscere chi è il Cristo» (Discorso tenuto a Nazareth, 5 gennaio 1964). Amen.