Omelia alla Festa diocesana della Famiglia (Venezia, 15 gennaio 2012)
15-01-2012

FESTA DELLA FAMIGLIA

 

Omelia di mons. Beniamino Pizziol,

 

Amministratore apostolico del Patriarcato

 

(Venezia, Basilica di S. Marco, 15 gennaio 2012)

 

 

 

 

Ci siamo preparati a questa XXXII Festa della Famiglia seguendo questa indicazione, questa ‘stella’: ‘Gli sposi e la famiglia testimoni dell’amore di Dio per gli uomini‘.

 

         E subito ci chiediamo: come si diventa testimoni dell’amore di Dio?

 

         Nel cercare la risposta a questo interrogativo cruciale per la nostra vita personale, per la vita di coppia e per la vita dell’intera comunità cristiana, ci lasciamo condurre per mano dalla Parola di Dio che abbiamo proclamato e ascoltato.

 

         Oggi sono rivolte a noi le prime parole pronunciate da Gesù secondo il vangelo di Giovanni: ‘Che cosa cercate?‘.

 

         E’ una domanda inquietante rivolta a me Vescovo, ai sacerdoti e ai diaconi, agli sposi e a tutti i fedeli. Lascio a ciascuno la risposta, magari gli sposi possono interrogarsi e rispondere insieme.

 

         Facciamo nostra la domanda dei due discepoli del Battista: ‘Rabbì, Maestro, dove dimori?‘.

 

         Ecco la meta della nostra ricerca personale e comunitaria: conoscere il luogo dove incontrare il Signore per poter restare con Lui.

 

         Ma per raggiungere questa meta, dobbiamo accettare il rischio di lasciare le nostre sicurezze e le nostre certezze, per intraprendere un cammino di fede, l’avventura di fede: ‘Venite e vedrete‘, così risponde Gesù.

 

         Ed ecco tracciato con tre verbi, in una estrema sintesi, l’intero cammino, affascinante e ad un tempo faticoso, della nostra vita: ‘andarono, videro e rimasero con Lui‘.

 

         Saremmo curiosi di sapere cosa videro di così bello ed importante da decidersi di rimanere con lui in quel giorno e in seguito per tre anni e quindi per sempre.

 

         Lo possiamo intuire e sintetizzare in poche parole: nell’incontro personale con Gesù scoprirono l’amore di Dio per ciascuno di noi e per tutti gli uomini. Una volta incontrato questo Amore, la nostra vita cambia radicalmente, entra in un nuovo orizzonte e assume nuovi orientamenti.

 

         E’ così decisivo e puntuale, questo incontro, che ne viene fissata l’ora: erano circa le quattro del pomeriggio.

 

 

         Carissimi sposi, voi capite meglio di altri il dinamismo di questo incontro, perché  è evocativo dell’incontro che avete avuto nel giorno in cui vi è stato svelato il volto della persona amata; ne ricordate il luogo, l’ora, i sentimenti, l’atmosfera.

 

         Quell’incontro non è dovuto al caso, alla sorte, al destino, è il modo con il quale il Signore vi ha chiamato a testimoniare il suo amore nel sacramento del Matrimonio.

 

         Quell’incontro ha cambiato la vostra vita e prima di fare la scelta definitiva e stabile avete imparato a stare con il Signore per stare in modo pieno e compiuto tra voi due.

 

         Nella partecipazione all’Eucaristia dentro la comunità, come stiamo facendo nel giorno del Signore, impariamo a rimanere con lui e una volta che siamo stati suoi commensali alla mensa della Parola e alla mensa del Pane, possiamo riprendere il cammino per portare la nostra testimonianza alle persone che il Signore pone sulla nostra strada.

 

         Andrea aveva visto e seguito Gesù ed era rimasto con Lui, ma ora non può più tenere per sé questa scoperta, sente il bisogno di comunicarla.

 

         Incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: ‘Abbiamo trovato il Messia’ e lo condusse da Gesù‘.

 

         Carissimi sposi, oggi noi vediamo il Signore presente nella sua Parola, nei segni sacramentali del pane e del vino, nella comunità dei fratelli e rimaniamo volentieri con lui; sono circa le quattro del pomeriggio.

 

         Ma poi l’assemblea si scioglie, si spalancano le porte e comincia l’impegno della testimonianza; amati da Dio, siamo chiamati ad essere testimoni del suo amore per gli uomini.

 

         Una prima testimonianza d’amore deve essere rivolta alle famiglie che hanno varcato la soglia della povertà e sono sempre più numerose.

 

         I nostri patriarchi Marco e Angelo più volte ci hanno sollecitato ad essere famiglie aperte alle famiglie in difficoltà, come avviene ogni giorno nella bella realtà di Casa Famiglia alla Giudecca.

 

         Si tratta di gesti concreti, misurati nel tempo, sostegni di vicinanza nel contribuire al pagamento di qualche rata di affitto,  qualche bolletta o qualche altra necessità. Ma oggi ci viene chiesta una delle più preziose testimonianze: l’accoglienza della vita.

 

         L’evangelista Giovanni, nel prologo che abbiamo letto nel giorno del Santo Natale, ci ha ricordato che ‘in lui (nel Verbo) era la vita e la vita era la luce degli uomini‘.

 

         L’amore di Dio fa nascere in noi la gioia e la voglia di accogliere la vita come dono. Siamo chiamati ad essere più aperti e più generosi nell’accoglienza della vita, aiutati in questo anche dall’opera preziosa dei Consultori diocesani.

 

         I figli sono sempre e comunque una benedizione del Signore per la famiglia umana, come recita il salmo: ‘I tuoi figli come virgulti di ulivo intorno alla tua mensa‘ (sal. 128,3b). Siamo chiamati a prenderci cura della vita dai suoi inizi, nel suo svolgimento e nel suo termine naturale.

 

         In questa prospettiva ha un enorme valore, per la nostra Chiesa e la nostra società, la realizzazione di un hospice, gestito dall’Opera Santa Maria della Carità, per accompagnare, in modo dignitoso e umano, i malati giunti al termine della loro esistenza terrena.

 

         Cari sposi e cari amici, a conclusione di questa omelia vi invito a rivolgere il cuore e la mente alla Santa Famiglia di Nazareth.

 

         E’ certamente una famiglia singolare e irripetibile, ma, al tempo stesso, è ‘modello di vita‘ per ogni famiglia, perché Gesù, vero uomo, ha voluto nascere in una famiglia umana, e così facendo, l’ha benedetta e consacrata.

 

         Affidiamo, pertanto, alla Madonna Nicopeia e a San Giuseppe tutte le famiglie, affinché non si scoraggino di fronte alle prove e alle difficoltà, ma coltivino sempre l’amore coniugale e si dedichino con fiducia al servizio della vita. Amen.