Omelia alla Festa della Famiglia (21 gennaio 2001)
Basilica di S. Marco, 21 gennaio 2001
21-01-2001

Carissimi Sposi,

1. voi sapete che l’incontro con gli sposi, per il Patriarca, è sempre uno dei momenti più belli, desiderati e importanti per il suo servizio alla nostra Chiesa.
Quest’incontro, all’inizio del millennio, assume un significato tutto particolare: è il momento in cui il Signore vuole affidarvi una parola che sia insieme la strada da seguire, ma anche la promessa che non vi mancherà mai la grazia per superare le difficoltà che incontrerete.
Le Letture che oggi sono state proclamate contengono una straordinaria luce per il cammino che vi sta davanti: la Provvidenza le ha preparate proprio per voi.

2. Incominciamo con il Vangelo (Lc 1,14 – 21). Siamo agli inizi della vita pubblica di Gesù, all’inaugurazione del suo mi mistero. E’ sabato e Gesù va nella sinagoga di Nazaret, il suo villaggio.
Lo Spirito Santo è il protagonista di tutto l’evento.
Nella sinagoga, alla preghiera festiva, Gesù si alza a leggere. Gli tocca un testo del profeta Isaia che dice così: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato ad annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore”.
Poi arrotolò il volume e lo consegnò all’inserviente.
Gli occhi di tutti stavano fissi sopra di lui. Ed egli disse: “Oggi si è adempiuta la Scrittura che voi avete udito con le vostre orecchie”.
Con queste parole Gesù ha proclamato la sua missione di Salvatore nella storia degli uomini.

A questo punto statemi ad ascoltare con molta attenzione. Soprattutto invochiamo lo Spirito Santo perché diriga i nostri pensieri e le mie parole.

La missione salvatrice di Gesù, che oggi è stata annunziata, non si è conchiusa con la sua ascensione al cielo. Essa deve continuare fino alla fine dei tempi e deve raggiungere tutti gli uomini.

Come?
Io vi dico: attraverso voi, grazie allo Spirito di Gesù che avete ricevuto nell’Iniziazione Cristiana e nel Sacramento del Matrimonio.
All’inizio di questo nuovo millennio, per le particolari circostanze storiche che noi stiamo vivendo, voi siete chiamati da Dio ad essere singolare strumento di Gesù per il compimento della sua opera di salvezza.
La povertà che nel nostro tempo ha più bisogno della buona notizia di salvezza da parte di Gesù, è proprio la realtà del matrimonio, voluto da Dio nel giorno della creazione come sua singolare immagine: realtà da cui nasce la famiglia e la società, e dove affondano le radici tutti i beni di cui l’umanità ha bisogno.
Dio ha creato l’uomo a sua immagine, l’ha fatto maschio e femmina, perché si riuniscano nell’amore fecondo. Questo è il progetto di Dio e la sua immagine sull’uomo.
Oggi il progetto di Dio viene banalizzato e distorto, quando non esplicitamente negato, spessissimo misconosciuto e avvilito.
Ma così facendo si inquinano le radici del bene-essere umano, si stravolgono i “fondamenti” dell’umanità stessa.

Coniugi carissimi, Gesù redentore è venuto a salvare l’uomo da tutte le sue povertà. Ma non lo fa da solo: ci associa a sé, come membra del suo corpo e ci dona il suo Spirito, perché noi, per conto suo, portiamo a compimento l’opera della redenzione.
Oggi la grande sfida per il futuro della storia, è il matrimonio cristiano, come Dio lo ha voluto e lo ha stampato nell’uomo e nella donna, insieme sua immagine.

Sposi cristiani, il Signore vi ha consacrati nel matrimonio con lo Spirito Santo e vi manda nel mondo perché, vivendo il vostro matrimonio nella fatica d’ogni giorno, cioè nella croce di Gesù, voi salviate per tutta l’umanità il progetto di Dio e così, di fronte ad un mondo che nega il matrimonio, voi siate sfida; ma nello stesso tempo, vivendo nella grazia della fede, siate anche redenzione e speranza.

3. Certo che farete fatica, perché tutto è contro di voi, come il mondo era contro Gesù. Oggi il matrimonio è “croce” forse più di qualche tempo fa, perché non ha più a suo favore il consenso dell’opinione pubblica, fortemente condizionata dai mezzi della comunicazione sociale che riflettono il modo di pensare e vivere d’una società radicalmente secolarizzate. Del resto sappiamo che anche Gesù, proprio sulla sua proposta del matrimonio, ha esperimentato una grande solitudine (cfr Mt 19, 10-12).

Dovete però avere la coscienza che vivendo il matrimonio come Dio lo ha voluto, voi realizzate la sua volontà, e quindi avete anche la certezza che il Signore cammina con voi: “Io sarò con voi “.

Farete fatica. Conoscerete la debolezza e talora anche la caduta. Ma non perdetevi d’animo. Le braccia misericordiose del Padre vi aspettano per abbracciarvi e farvi coraggio e Gesù, buon samaritano, sanerà le vostre ferite.

Ma se vivrete il vostro matrimonio, voi sarete la speranza dei deboli, di chi sbaglia, di chi si è messo su una strada dalla quale non riesce più a ritornare.

Gesù, lui solo, salva tutti.
Due sposi che, nella croce, vivono il loro matrimonio secondo Dio, sono la salvezza di molti.

Sposi carissimi,
all’inizio di questo millennio vi affido questa consegna. Ve l’affido per la fede che ho nella grazia e nell’azione potente dello Spirito Santo. Ve l’affido pur sapendo che siete deboli, come lo sono io: ma la nostra debolezza non deve farci paura se abbiamo fiducia nell’amore tenero del Padre e nell’azione potente dello Spirito Santo.

4. La seconda lettura (1 Cor 12,12-31) conferma quanto vi ho già detto: i doni che Dio ci dà, ce li dà perché li mettiamo a servizio degli altri. Voi mi direte: ma che cosa so o io? Una gocciolina nell’oceano! Come posso influire sull’immenso mondo, che ha con sé la potenza dei mezzi della comunicazione sociale?
Potreste aver ragione se non riflettessimo su un fatto: è vero che una goccia d’acqua nel mare è niente. Ma se in quella gocciolina si riflette la luce di Dio, tutto il mondo ne è illuminato.

5. Nella 1° lettura (Ne 8,2-10) il Signore vi dice quanto è bella e importante la scelta di fare della Bibbia la luce della vostra vita: in essa certamente parla il Signore.
So che vi siete preparati nella riflessione e nella preghiera; so anche che questa è una scelta di vita, che esprime la vostra volontà di essere fedeli al Signore. Gesù è cresciuto alla scuola della Bibbia dove lui stesso ha imparato quale fosse la volontà del Padre. Rendetevi ad essa familiari, in particolare ai Vangeli: con dolcezza e con continuità.
Apprezzo il fatto che molti di voi partecipino ai Gruppi di Ascolto: è una scuola per crescere nella fede e un prezioso servizio alla comunità.
I Vangeli, letti insieme, marito e moglie, o letti ai bambini o fatti leggere dai figli che ne sono in grado, trasformano la famiglia ad immagine della Santa Famiglia di Nazaret.

6. La mia ultima parola è un invito alla fiducia. Io non credo di essere pessimista se paragono il matrimonio e la famiglia cristiana, oggi, alla barca degli apostoli sul mare il tempesta. Nelle vostre paure e scoraggiamenti mi pare di sentire il grido di sgomento rivolto a Gesù: “Signore, non te ne importa che noi periamo? Signore, non vedi le nostre fatiche? Ti rendi conto che le nostre resistenze stanno per cedere?”. E Gesù che pacato e dolce risponde: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” (Cfr. Mc 4,35-41).

Sposi carissimi, il mondo ha bisogno di voi. La legge del Vangelo è che uno salva tutti: vale per Gesù e vale per chi crede in lui.
Abbiate fede, imparate a pregare nel modo più semplice, dicendo a Dio ciò che avete in cuore come i vostri figli fanno con voi. E poi credete che Dio opererà in voi non sulla misura delle vostre forze o capacità, ma sulla misura del suo amore e della sua potenza.
La Chiesa nasce da questa fede e cresce su di essa.
Voi siete chiamati ad essere la speranza degli uomini, vincendo la sfida del mondo.
Andate! E’ Dio che vi manda.